L'inizio della fine

38 6 0
                                    

Erano le otto, l'inizio di un'altra giornata, una giornata noiosa e monotona come tutte le altre.
Le gocce di pioggia provocavano un leggero ticchettio sulle finestre chiuse di quella buia stanza da letto, nella quale stava per svegliarsi la giovane Corinne Broke, una ragazza come tutte le altre, con una vita piuttosto normale e una famiglia non totalmente distrutta.

Per tutta la casa si sentì la tipica suoneria irritante dell'IPhone, quella che solitamente parte quando suona la sveglia. Corinne aprì a fatica un occhio, lasciando intravedere quell'iride simile al catrame che odiava sin da quando era piccola. Si girò a pancia in su, portandosi una mano sulla fronte e accompagnando il tutto con uno sbadiglio. Poteva farcela.
Si tirò su di scatto, imprecando sotto voce, per poi spegnere finalmente quella maledetta sveglia. Si guardò un attimo intorno, assicurandosi che tutto fosse al proprio posto, poi si decise ad alzarsi. Raccolse subito i capelli in una coda di cavallo, lasciando intravedere ancora di più quei due pozzi neri. Fantastico.
Si sistemò i pantaloncini del pigiama, si infilò le ciabatte e corse verso la cucina, senza neanche chiudere la porta della camera. La casa era piccola, circa 50 metri quadrati, quindi ci mise meno di cinque secondi a raggiungerla. Era sola, i suoi genitori erano usciti già da un paio d'ore, quindi decise di sistemare un po', ma solo dopo aver fatto colazione. Aprì svogliatamente il frigo e diede una rapida occhiata, optando per il latte. Prese il cartone e ne versò il contenuto in una tazza di ceramica, per poi berlo in un paio di sorsi.
Mise la tazza nel lavandino, si guardò nuovamente intorno e cambiò idea, pensando che forse non era poi così tanto sporca la casa, e che non fosse necessario pulire. Sorrise soddisfatta e tornò in camera sua, dirigendosi
subito verso l'armadio in legno che si trovava di fianco al letto. Lo aprì e iniziò a guardarci dentro, spostando magliette, jeans e felpe. Alla fine, decise di mettersi una felpa bianca della Nike e dei semplicissimi jeans, concludendo con un paio di Adidas bianche e nere.
Prese tutto e corse in bagno, chiudendo la porta a chiave, pur essendo sola in casa. Si specchiò per una manciata di secondi, poi iniziò a spogliarsi. Sul braccio sinistro, aveva un'enorme cicatrice. No, non era un taglio, era una bruciatura. Rimase ferma a guardarla, poi scosse la testa e prese la felpa, infilandosela goffamente. Fece lo stesso con i jeans e infine con le scarpe, sospirò e uscì da quel buco di quattro metri quadri, sbattendo forte la porta.

Quella mattinata la passò al parco vicino a casa sua, a leggere un libro trovato a caso in cantina. Pur leggendo, notò che davanti a lei stava seduto, solo come lo era lei, un ragazzo pallido, dai capelli color miele e gli occhi del medesimo colore. Era dannatamente bello e, anche senza conoscerlo, la ragazza notò che in lui c'era qualcosa di diverso.

Non passò molto prima che ricominciasse a piovere e Corinne decise, quindi, che era ora di tornare a casa. Prima di andarsene, lanciò un'ultima occhiata al ragazzo misterioso, che sembrava non essere preoccupato dall'improvviso cambiamento di tempo. Doveva assolutamente rivederlo, ma come?
Tornando a casa, immersa nei suoi mille pensieri, si ricordò di essersi dimenticata del libro, di averlo lasciato sulla panchina.
Imprecò nuovamente, si girò e iniziò a correre verso il parco dal quale era appena andata via.
E questa volta, era sicura che avrebbe parlato col ragazzo misterioso dai capelli color miele.

Medicine||Ticci TobyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora