1 di 14 milioni.

1K 70 20
                                    

Soddisfazione.
Gioia.
Commozione.

Sentiva di avercela fatta guardando il ragazzo davanti a sé raccontargli quello che ricordava di quella agghiacciante esperienza.
Peter non era cambiato per nulla, entusiasta della vita e grato di essere di nuovo lì a poterla vivere.
«Credo dovresti mandare in vacanza Spider-Man per un po’ figliolo.»
«Ci penserò, ma lo sa anche lei che se dovesse esserci bisogno non riuscirei a tirarmi indietro.»
Tony sorrise dandogli una pacca sulla spalla.
«Ti tengo d’occhio e tieni pure il nuovo giocattolino.»
Un sorriso si allargò sul viso di Peter che lo ringraziò nuovamente per l’armatura progettata appositamente per lui. Tony uscì dalla sua stanza, salutò zia May e andò via dall’appartamento.
Il cuore gli batteva forte nel petto, pieno di sollievo nel vedere il tutto tornato alla normalità, di vedere Peter in vita... era morto sul serio quindi?
Si appoggiò al muro del palazzo e chiuse gli occhi.

Solo il Buio intorno a lui.

***

Rabbia.
Dolore.
Sollievo.

Stephen Strange lo stava osservando nel salotto di casa sua cerchiato da zampilli dorati di energia che andavano pian piano spegnendosi. Il suo sguardo bruciava, ma mai quanto quello di Tony.
«Tu…» lo indicò con l’indice destro «Mi devi ancora delle spiegazioni.»
«Ti facevo più intelligente Tony. Non hai ancora capito perché l’ho fatto?»

Cosa? Di cosa stava parlando?

Sentì la rabbia placarsi pian piano quando dei ricordi che non sentiva propri gli riempirono la mente.
Si era spinto fin dove nessuno si era mai osato approcciarsi; ricordava di lui in Wakanda, una ragazza al suo fianco mossa anch’essa dalla disperazione per una grande perdita. Il fratello? Stavano lavorando a qualcosa. Il viaggio nel tempo. Non aveva idea del come, ma percepì che il viaggio nel tempo era possibile e lui e quella ragazza lo avevano realizzato.
Una fitta di dolore gli invase il petto, ma non era fisico, era il dolore della perdita di chi voleva bene.

Peter.
Strange?

Ricordò di aver pianto per entrambi.

«Ci hai salvati tutti Tony. Tu e gli altri, ma tutto è partito da te.» disse Stephen avvicinandosi.
«Non credo. Lo sai meglio di me come sono andate le cose. Anche Shuri aveva avuto la mia stessa idea, in più è comparsa quella biondina nuova con i super poteri… Captain qualcosa… senza di me ce l’avrebbero fatta lo stesso.» sbottò.
Lo sguardo di Stephen era intenso, stentava a tenergli testa con il proprio.
«Non è per quello che mi hai salvato la vita Strange, ammettilo.» la sua voce era un velo quando lo vide avvicinarsi sempre di più.
«Thanos avrebbe preso comunque la Gemma del Tempo, anche se tu fossi morto. Non potevo sacrificare la tua vita Tony.» Stephen prese delicatamente le sue mani tra le proprie e per un attimo fu in preda ad un lieve capogiro.
«Ho visto tante volte il tuo futuro, il nostro futuro. Ho imparato a conoscerti e a capire chi sei e come sei, a leggerti negli occhi interpretando ogni tua espressione ed ogni tuo gesto come se ti conoscessi da anni. È per questo che so cosa stai provando ora e so anche di non sbagliarmi.»
Tony non smise di guardare gli occhi dello stregone ammaliato da essi, dalla sua voce e dalle sue parole.
Il mantello lo prese e lo avvicinò a Strange. Tony fu sorpreso.
«Questo mantello si sta prendendo un po’ troppe confidenze.»
Stephen sorrise.
«Non ti arrecherò mai più dolore Tony, ma che tu lo voglia o no, non ti lascerò e mi prenderò sempre cura di te.»
Il suo cuore accelerò bruscamente.
Non riusciva a capire quella situazione, ma sentiva il sollievo e il piacere di trovarsi lì con lui, crescere sempre di più. Sentiva che quell’uomo gli piaceva; tirò via una mano dalla stretta dello stregone per portarla inconsciamente sul suo viso, accarezzandogli una guancia e soffermandosi sullo zigomo.

1 di 14 milioni. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora