È da un po' che l'osservo. È un ragazzo bellissimo. Troppo bello per me, penso. Sto guardando il profilo di Valerio già da svariati minuti, che a me sembrano troppo corti. È seduto accanto a me, che sfoglia un libro di musica. Valerio ha una grande passione per la musica: suona la chitarra quando ha un po' di tempo, fra un lavoro precario e l'altro. Si dà molto da fare e lo ammiro per questo: non si tira mai indietro, qualsiasi lavoro sia.
Lui volta lo sguardo improvvisamente verso di me ed io mi giro di scatto imbarazzato. Continuo a leggere il libro di elettronica, perchè lunedì ho una verifica. Chissà come mai mi piace molto studiare a casa di Valerio. C'è sempre un'atmosfera tranquilla, che mi fa sentire a mio agio. Oppure, stare con lui mi fa sentire così?
«Stai studiando?» mi chiede lui ed io sussulto. In realtà non ho letto nemmeno una riga di quella pagina.
«Sì...» gli dico mentendo. «Ho la verifica, ricordi?».
«Già» dice soltanto e si rimette a leggere il libro. Lo spio con la coda dell'occhio: sta sorridendo. Forse è un paragrafo che gli piace. Perchè stranamente sono felice anch'io? Se lui sorride, sorrido anche io. Se lui è triste, sono triste anch'io. Perchè mi contagia in questo modo? Non è normale, penso, mentre riposiziono gli occhi sulla pagina. Inizio a leggere il primo rigo. Ah sì, questo l'ha spiegato il professore, mi dico e, poi, il mio sguardo continua a posarsi su Valerio. Vorrei baciarlo. Chissà se anche lui vorrebbe.
Sospiro e adesso guardo fuori dalla finestra. Sta ancora piovendo. È da due giorni che non smette, ma devo ringraziare la pioggia, perchè posso stare con Valerio, seduto accanto a lui, sul suo letto. Riesco a sentire il suo profumo. Volto il capo, nella sua direzione, abbassando di poco il libro, che ho fra le mani. Sento che il suo dolce odore mi arriva dritto alle narici, solleticandole appena. Che buono, penso. Sa di...
«Vaniglia!» dico ad alta voce e me ne accorgo troppo tardi. Quella parola mi è uscita senza che io potessi fermarla. Valerio mi guarda e continua a sorridere. Non gli sembra strano che io abbia detto quella parola, nel silenzio della sua camera da letto. Continua a guardarmi con i suoi occhi chiari, mentre i miei verdi si specchiano nell'azzurro dei suoi. Sporge il volto verso il mio, cercando le mie labbra, sempre pronte ad accoglierlo. Un piccolo bacio, quello che mi schiocca. Sfrega la punta del suo naso contro il mio e mi sorride. Lui sorride sempre quando è con me. Lo faccio felice? Che presuntuoso che sono, mi rimprovero, mentre guardo le sue labbra e non riesco a resistere oltre. Lascio cadere il libro sulle gambe, che immediatamente si richiude e mi sporgo verso di lui. Lo bacio, come se fosse una cosa a cui non posso resistere, come se da questo dipendesse la mia intera vita. Mi sollevo e sono in ginocchio davanti a lui. Le mie mani, decise, si fermano agli estremi del suo volto. Voglio impedire che mi dica di no, che non vuole che io prosegua a baciarlo.
«Dolce Emanuele» mi sussurra, tra uno schiocco di labbra e l'altro, mentre sento che chiude il libro che stava leggendo. Non resisto: lo bacio ancora. Il mio cuore batte all'impazzata e sento di poter amare Valerio. Con lui non mi sento sbagliato. Baciarlo è la cosa più giusta da fare per me. Ne ho bisogno.
Sposto la mano destra, affondandola nei suoi capelli castani che, alla luce dorata del lampadario appeso al soffitto, risplendono e si schiariscono, diventando quasi biondi. Le mie dita stringono con forza un ciuffo dei suoi capelli, all'altezza della nuca, mentre il libro cade rovinosamente per terra e il rumore sordo, che crea nella caduta, riecheggia nella stanza, facendoci sobbalzare appena. Mi volto di scatto, interrompendo il contatto con la bocca di Valerio. Questione di secondi e sono già girato a guardarlo ancora. Lui si ritrae al mio tentativo di baciarlo, ma è solo un gioco. Vuole provocarmi ed io ci casco con tutte le scarpe.
«Non dovevi studiare?» mi canzona Valerio, prima di fiondarsi sul mio collo, non lasciandogli tregua alcuna. Mi lecca la pelle, succhiandola fino a farmi gemere. Mi sembra di impazzire. Non gli rispondo e tento di baciarlo ancora sulle labbra, ma lui si ritrae nuovamente.
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Sono Felice
Short Story-Racconto Breve Erotico LGBT- La pioggia cade e sbatte contro i vetri della finestra. Due ragazzi seduti sul letto, si scambiano sguardi e battute, ma l'amore, che provano l'uno per l'altro, esplode nei loro baci e nelle loro carezze.