chapter one

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Mi vegliai verso le 5;30 e, per via dell'ora,provai ad addormentarmi, ma invano. Visto che non sapevo cosa fare, decisi di prendermi un po' di tempo per me e rilassarmi facendomi un bel bagno caldo. Verso le 6;15 uscii dalla vasca e mi vestii, preparai lo zaino e, visto il tempo restante che avevo, preparai la colazione per me, mia madre, e mia sorella. Feci delle fette biscottate con burro e marmellata di arance per mia sorella Eva, con la marmellata di fragole per mia madre e con la marmellata ai frutti di bosco per me. Preparai anche due spremute d'arancia per me e Eva, e una limonata per mia madre. Alle 7;20 mamma e Eva fecero il loro ingresso in cucina sbadigliando, mentre io addentavo la mia fetta biscottata "buongiorno" mi dissero loro in coro, portandosi una mano alla bocca contemporaneamente per nascondere un altro sbadiglio.
"oh,ma salve Belle Addormentate!" Risposi io con tono gioviale e sorridendo "che vuoi dire? é ancora prestissimo!" esclamò Eva, avvicinandosi al tavolo per poi prendere il suo bicchiere di spremuta e berne tre quarti in un attimo. Mia madre guardò l'orologio appeso al muro e avvisò Eva "Sophia ha ragione" e fece un altro sbadiglio "é tardi,sono le 7;30, e voi dovete essere a scuola per le 8;00" aggiunse poi, sedendosi e prendendo la sua fetta. Dopo l'affermazione della mamma, Eva guardò in alto verso l'orologio "oh, per dindirindina! sono davvero in ritardo!" finì la sua spremuta e diede un piccolo morso alla sua croccante fetta biscottata prima di correre velocemente verso le scale e rischiare di cadere per la sua distrazione. Io ridacchiai, affermando che fosse un caso perso, e poi spostai la mia attenzione verso mia madre, che beveva tranquillamente la sua bevanda, per far cominciare una conversazione. "mamma,oggi non vai a lavoro?" Le chiesi addentando la mia seconda fetta, per poi bere la spremuta "no, il signor Finnigan non sta bene, e quindi abbiamo tutti una settimana libera." mi rispose lei,finendo la limonata "una settimana? che fortuna, almeno potremmo passare del tempo insieme!" esclamai io con un sorriso innocente, ma lei mi guardò male "non se ne parla signorina, non mancherai nemmeno un giorno da scuola" mi disse lei con tono rigido, a quel punto il mio sorriso si spense, e venne sostituito da uno sguardo implorante "ti prego ti prego ti pregooooooo" mi alzai, per poi inginocchiarmi davanti a lei con le mani giunte "mancano due settimane e inizieranno le vacanze estive!" continuai a fissarla, cercando di fare la faccia più triste del mondo "non cambierà idea, altrimenti oggi io non avrei nemmeno saputo che ci fosse la scuola" disse Eva sbucando all'improvviso. Il mio sguardo divenne serio, e spostai la visuale verso di lei per gurdarla male "tu zitta!" lei, che era ancora ferma sulle scale, scese fino alla cucina e finì di mangiare le sue fette, poi spostai di nuovo lo sguardo sulla mamma, facendo ritornare lo sguardo supplichevole "allora?" lei non mosse un muscolo facciale, e lasciò quell'espressione seria che la maggior parte delle volte veniva odiata da me "questa volta é Eva ad aver ragione, voi andrete a scuola fino all'ultimo giorno. Infondo, come hai detto tu, sono solo due settimane" mi guardò con una specie di ghigno vittorioso e io, ancora in ginocchio, abbassai la testa, delusa "ma...." scosse la testa in segno di negazione "non mi interessa. E adesso alzati, che ti sporchi i pantaloni!" io sbuffai e feci come mi disse, poi la salutai e mi avviai verso scuola con Eva, che però dovette lasciarmi prima come ogni mattina, poiché essendo più piccola andava in un'altra scuola. E io ero lì, difronte a quel piccolo edificio rosa salmone, pensando a tutto. Pensavo a Marie, la mia migliore amica, e mi chiedevo come stesse, se era di ottimo o pessimo umore, poiché era a Londra, passando il tempo con i suoi genitori; pensavo a Daniel, il mio migliore amico, e mi chiedevo che fine avesse fatto, dato che era sparito da giorni, dopo avermi detto che sarebbe venuto fino all'ultimo giorno per vedermi; pensavo a tutti i miei compagni, e a come stessero passando le vacanze, mentre io continuavo ad andare a scuola; e infine pensavo a Lucas, il ragazzo più affascinante che io abbia mai conosciuto, nonché mia cotta, e mi chiedevo se i pensieri fossero reciprochi, anche se ero sicura che non lo fossero.

Sophia's LifeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora