Origini

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18 novembre 1999...
•Il famoso giorno in cui qualcuno decise che io dovevo essere una persona esistente su questo mondo, anche se già esistevo nel momento in cui sono stata fecondata, ma la mia filosofia dice che non sei nessuno fin quando non metti piedi sulla terra. Voi giustamente starete dicendo che è una filosofia di "merda" perché fin quando un cuore batte,c'è vita e se c'è vita esisti, mi sembra giusto... ma dovete sapere che quando sei dentro al ventre nessuno sa come sei, nessuno ti conosce quindi per me automaticamente non esisti, ma questi sono dettagli. Dunque quello fu il giorno in cui vidi la luce del sole, il giorno in cui il mio destino doveva avere inizio. Sono nata in Colombia, più precisamente ad Antioquia, un piccolo posto in cui sono più i pidocchi che le persone. Sapete ogni volta che dico da dove vengo, oggi si mostrano tutti meravigliati, solo perché dalle mie parti Pablo Escobar va di moda, è come una specie di mitologia, che cavolo Zeus fa secondo. Questa cosa ogni volta mi infastidisce, perché la Colombia oltre ad essere la madre della cocaina, ha moltissime cose da offrire e da scoprire. Fino all'età di cinque anni,circa, ho sempre vissuto insieme a mia madre e mia sorella nata quattro anni dopo di me. Della sua nascita non ricordo quasi niente , ma come pretendere? Ero solo una bambina. Qualunque fratello o sorella maggiore ricorderebbe la nascita del proprio fratellino, ma io ne ho viste così tante che l'unico momento bello della mia infanzia è stato divorato da tutti gli incubi di una bambina di cinque anni. La nostra casa era bellissima, la casa dei sogni che ognuno di noi vorrebbe avere, avete presente la casa dei sogni di Barbie? Ecco ci siete, era uguale. Solo che in Colombia si chiamano catapecchie. Avevamo una sola stanza, con tutti i confort a cinque stelle, letto, cucina o sottospecie di cucina, e bagno. In più una delle tecnologie più avanzate: "pannelli solari", infatti la luce la vedevo solo quando c'era il sole. Era fantastica. Eravamo solo noi tre, io quasi cinque anni, mia sorella di circa un anno, e mia madre.... beh di mia madre non ho mai conosciuto la sua età, così come il suo vero nome d'altronde. Mia madre è sempre stata una donna molto misteriosa, un giorno la vedevi, un altro giorno non la vedevi più, credo facesse la prostituta, anche se da piccola mi è sempre piaciuto fantasticare sul lavoro che facesse. Credevo restasse così a lungo fuori perché il suo compito era quello di salvare il mondo, e invece per tutto quel tempo si drogava e svuotava le palle. Il suo però era un mestiere dai tanti privilegi, come quello di avere un padre ogni giorno, uno più bello dell'altro. A dirla tutta, il fatto che facesse la prostituta l'ho capito solo crescendo. Spesso capitava che il suo lavoro avvenisse nella nostra casa, oltre che ad essere un hotel da lusso, era anche un bordello; infatti ricordo di una delle tante notti fantastiche vissute insieme a lei; in cui mia sorella piangeva, mi sembrava giusto, cosa puoi mai pretendere da una bambina di un anno, che non mangia da giorni? Ricordo che piangeva così tanto che lei non la sopportava talmente più che se n'è andò sbattendo la porta quasi volessi dirci addio, un po' come nelle scene dei film: si litiga, si urla e poi si sbattono le porte perché da quel tocco in più alla scena. Davvero molto figo. Sta di fatto che io fortunatamente, anche se con ritardo, riuscii a calmarla, scoprendo così che mi bastava farle stringere il mio mignolo per farle dimenticare di avere fame o almeno così credevo. Dopo un tot di tempo, (quanto precisamente non lo so perché allora io non sapevo neanche esistesse il tempo, o quasi non sapevo cosa fosse la notte e il giorno)lei fece ritorno, ma anche quella notte non era sola, sapevo già cosa doveva succedere...ma quella notte andò in un modo un po' diverso dalle altre volte. Era in compagnia di uno di un uomo, e ricordo che mentre facevano i fatti loro davanti a noi, come se non esistessimo, io che avevo solo cinque anni, guardandoli sentivo dentro di me un forte senso di imbarazzo, cosa al quanto bizzarra per una bambina così piccola, ma io sono convinta che se fate vedere un video porno ad un bambino di quell'età, avrete la possibilità di vedere che il bambino sta esattamente capendo ciò che sta succedendo in quel video e vedrete inoltre con maggiore certezza che quel bambino inizierà a ridere quasi imbarazzato, se invece succederà il contrario e il bambino non capirà nulla, allora siete fortunati perché ve la potete ancora scampare con la storia della cicogna. Mentre mia madre continuava con il suo lavoro, mia sorella scoppio di nuovo a piangere, ma lei ci ignorava completamente, non poteva pensare a noi, altrimenti andava a finire male. Quella notte noi non esistevamo, forse non siamo mai esistite per quella donna. Mia sorella più veniva ignorata, più piangeva e quando arrivò  al livello massimo del pianto, urtò in qualche modo i "coglioni" di quello stronzo che non esitò ad urlarle in testa. Ora che ho 18 anni posso affermare che quella notte quel tipo si incazzò così tanto con mia sorella perché molto probabilmente aveva interrotto il suo orgasmo di merda. Dunque mia sorella spaventata smise di piangere, ma io non credo che smise per lo spavento ma bensì perché non aveva più lacrime, tanto che si era scippata dal pianto. Cavolo come piangeva, piangeva, piangeva sempre non la smetteva mai. Alcune volte ricordo che mi mettevo a piangere anch'io insieme a lei perché mi faceva così male vederla piangere in continuazione. Quella donna, quella donna se ne fregava, lei non faceva mai nulla per noi, stava giorno e notte fuori casa e quelle poche volte che rientrava dormiva per ore senza mai capire un cazzo. Il più delle volte capitava che arrivasse tutta drogata e ubriaca e si accasciasse direttamente a terra senza dire neanche una parola. Il giorno dopo quella notte che non dimenticherò mai in tutta la mia vita, lei sembrava essere un po' più "lucida", infatti prese mia sorella che per l'ennesima volta piangeva e le cambio quello che sembrava essere un pannolino, dopo ciò notai che lei riusciva a dormire più tranquilla e che quasi non piangeva più... e da allora capii che potevo farla smettere di piangere facendo la stessa cosa e così è stato, da allora ogni volta che piangeva, bisogno o non bisogno, io le cambiavo il pannolino. Come? Io non lo so ma non aveva importanza perché lei smetteva di piangere e stava meglio, quindi figuratevi quanto mi potesse importare del verso giusto del pannolino. Non sono molti i ricordi che ho di mia madre, ma quei pochi che possiedo avrei preferito svanissero insieme a tutto il resto insieme a lei. Invece il mio destino ha deciso che doveva sparire solo lei dalla mia vita. Va a finire sempre così, è difficile dimenticare episodi che ti hanno completamente traumatizzata e lasciato segni indelebili, vuoi o non vuoi, sono tuoi per sempre, sono la tua ombra e nessuno sarà mai in grado di separarti da loro. Non esiste giorno che io non riviva quei momenti nella mia mente.... ogni giorno della mia fottuta vita io mi chiedo "perché ". Perché proprio noi? Anche noi meritavamo un infanzia con le barbi e mia sorella era innocente, meritava molto più di questo. La nostra infanzia è stata strappata via come se niente fosse da una donna che non ci ha mai dato importanza. Non ho mai avuto la possibilità di essere bambina, perché io ero quella grande, il mio compito da subito è stato quello di prendermi cura di mia sorella e ho giurato a me stessa che per nessuna ragione al mondo l'avrei lasciata sola. Oggi ringrazio Dio che lei non ricordi nulla di quando eravamo in quella casa , era piccola, chi di noi si ricorda le cose di quando si aveva un anno o due, è umanamente impossibile. Ho sentito che da alcuni anni gli scienziati stanno studiando una pillola per cancellare i ricordi negativi, lasciando intatti quelli positivi. Ora io mi domando: un simile farmaco sarebbe davvero in grado di cancellare i brutti ricordi quindi  di aiutare le vittime di eventi traumatici a vivere meglio?  Io lo spero vivamente. Da sempre mi chiedo se in lei ci fosse stato un po' di amore nei nostri riguardi. Ho sempre cercato di convincermi che in realtà lei non era una madre cattiva, che magari cercava di attaccarsi alla vita, come avrebbe fatto qualunque donna nella sua situazione... cerco sempre di trovare una giustificazione a tutto il male che mi ha procurato ma ogni volta che ci provo ripenso sempre a tutte le volte che mi urlava in testa, a tutte le volte che entrava con il rossetto rosso e gli occhi neri di trucco e se la scontava con me per ogni cosa. Ogni volta che ci provo, ripenso a quel giorno in cui sembrava essere nervosa per fatti suoi e decise di scontarsela con me. Quel giorno si arrabbiò con me senza alcuna ragione, mi urlava così forte in testa, che piangevo dalla paura e a sentire tutto quel casino, iniziò a piangere anche mia sorella. Un orchestra sinfonica di pianti e urli. Tutti quei pianti la fecero innervosire ancora di più che inizio a lanciare qualunque cose le capitasse davanti per aria, ad un certo punto si stanco e se ne andò di nuovo sbattendo la porta. Quel giorno fu l'ultimo giorno in cui io la vidi. Non tornò mai più. Dentro a quella casa ora eravamo solo io e mia sorella e nessun altro anzi e nient'altro dato che distrusse tutto per la furia. Piansi così tanto quel giorno, Dio e come piansi... avevo paura, ero completamente pietrificata. Non sapevo che cosa fare; ad uscire non potevo, non ci arrivavo alla maniglia, se adesso che ho 18 anni sono un metro e una Malboro pensate a 5 anni quanto potevo essere alta, e poi avrei avuto paura poiché non ero mai uscita da quella catapecchia. Decisi di mettermi sul letto affianco a mia sorella che fortunatamente si era calmata già da un po'. Ricordo che quando mi misi con lei sul letto ci giocavo con un panno, e lei rideva, era così bello vederla ridere ogni tanto. In quel momento eravamo solo io e lei ed i nostri sorrisi, non avevo più paura, non ricordavo più nulla dell'accaduto, perché in quel momento io ero felice così. A me bastava lei per dimenticarmi di tutto il resto. Non so per quanto tempo siamo rimaste lì da sole ,ma
non aveva importanza perché in quel momento con lei dentro alla stanza si poteva finalmente respirare un'aria di pace e di forte sollievo. Sicuramente abbiamo trascorso un paio di giorni da sole,anche perché ricordo che per due o tre notti passavo un sacco di tempo sveglia prima di addormentarmi per paura delle ombre riflesse nei muri, ma la cosa che più mi teneva sveglia era il frastuono dei cani randagi, sicuramente più affamati di noi. La cosa che più mi piace ricordare della mia vita trascorsa dentro a quella casa, è di gran lunga il senso di protezione che avevo per mia sorella. Ricordo che durante la notte lei non trovava mai alcuna difficoltà nel prendere sonno, era come se lei e la luce della luna fossero in sintonia l'una con l'altra... mi piaceva guardarla mentre dormiva tranquilla e mi piaceva perdermi nei suoi versi da bambina innocente. Credetemi perdere i minuti a fissarla mentre dormiva era il metodo più bello per prendere sonno.•

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