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Sebastian era al settimo cielo.
Non poteva non esserlo.

Aveva appena vinto il suo terzo campionato mondiale.

E questi, erano arrivati tutti e tre di fila.
Gli sembrava impossibile vincere quel titolo. Sopratutto dopo il testacoda al primo giro e la ripartenza dall'ultima posizione.

Ma c'è l'aveva fatta. Ancora.

Era appena sceso dalla vettura ma non si era ancora tolto il casco, sotto di esso però vi era uno splendido sorriso. Un sorriso orgoglioso. Raggiante.
Tipico di quando vinceva, di quando sapeva di aver raggiungo il suo obbiettivo.

Stava iniziando a piovere sempre di più, e iniziò a sentire leggermente freddo.

Appena lo vide però, quel sorriso si spense subito. Un brivido gli attraversó la schiena, seguito poi da un altro, e un altro ancora.

Fernando Alonso se ne stava lì, immobile, circondato sia da decine di persone che facevano avanti e indietro, sia da decine di telecamere che non facevano altro che riprenderlo. Poteva benissimo vedere la sua faccia persa nel vuoto grazie alla visiera leggermente alzata.

Forse avrebbe preferito non vedere i suoi occhi lucidi, pronti a scoppiare da un momento all'altro. Forse avrebbe preferito non vedere i suoi occhi pieni di delusione, di tristezza, di dolore.

Lo conosceva bene, e forse l'emozione più grande che provava in quel momento era quella del fallimento.
L'ennesimo.

Tra di loro, nel duemila e dieci, quando Fernando perse il mondiale in un modo che lasciò a bocca aperta tutti, non c'era ancora quel rapporto speciale che invece ora li univa. Ma era capitato che ne parlassero, o meglio, che il più grande si confidasse, che aprisse finalmente i suoi pensieri, e non si erano susseguite conversazioni serene.

Si avvicinò, tentennante fino all'ultimo, e gli mise una mano sulla spalla. Lo abbracció subito dopo, avendo paura di sostenere il suo sguardo. Fernando chiuse gli occhi, provando a lasciarsi andare, ma ci riuscì solo in parte.

<< Congratulazioni >> disse quasi in un sussurro impercettibile

Il tedesco lo strinse più forte, capendo che da lì a momenti si sarebbe dovuto staccare e che lo avrebbe rivisto solo in tarda serata.

O forse lo avrebbe rivisto dopo giorni o addirittura settimane.

I loro corpi vicini, praticamente incollati, come ormai non lo erano da tempo. Quel mondiale li aveva rovinati. Quella competizione li aveva fatti allontanare e non di poco.

<< Ci vediamo dopo, vero? >> ebbe il coraggio di chiedere dopo essersi allontanato

Sebastian non mollava, non voleva mollare. Non avrebbe mai messo la parola fine a tutto quello.

Nel frattempo i giornalisti e le telecamere li avevano accerchiati e tutto questo non faceva che peggiorare la situazione. La rabbia nel volto dello spagnolo era chiaramente visibile.

<< No >> risposte infatti, secco e sprezzante, prima di andarsene e spezzare per l'ennesima volta, il cuore dell'altro

[...]

Era ormai notte inoltrata quando Sebastian raggiunse finalmente l'albergo dove alloggiava. I festeggiamenti si erano prolungati più del previsto e ovviamente non poteva andare via come se nulla fosse. Anche se avrebbe voluto.
Avrebbe voluto raggiungere Fernando, anche se aveva paura di non trovarlo più nella sua stanza, che avesse già preso il suo aereo privato diretto verso la Spagna.

La sua paura sembró diventare improvvisante realtà quando, arrivato davanti alla porta della stanza dello spagnolo, al bussare varie volte, non ricevette alcuna risposta. Il biondo stava per prendere il cellulare e comporre il suo numero, che sapeva ormai a memoria, quando la porta si aprì leggermente, rivelando il corpo del più piccolo.

<< Non ho molto da dirti, sto facendo le valigie >> gli disse dandogli le spalle e rientrando nella suite a cinque stelle come se nulla fosse

Vettel lo seguí poco dopo, respirando a ritmi irregolari. Sapeva già cosa gli aspettava.

Si guardò intorno, appoggiandosi leggermente alla scrivania: la stanza era fin troppo in ordine per i canoni del pilota della Ferrari, il letto era ben fatto e sopra c'era solo una grande valigia nera e uno zaino rosso. Lo splendido lampadario illuminava il tutto, ma nell'animo di entrambi non c'era spazio per tutta quella luce.

Fece forse la domanda più stupita che poteva fargli in quel momento. Ma voleva sapere.

<< Come stai? >>

Fernando stava frettolosamente piegando le tante magliette quando quella domanda gli venne fatta. Dava le spalle al tedesco, ma gli sembró che gli avesse conficcato un coltello in pieno addome.

<< Come vuoi che stia? >> sputó acido, come era solito fare

Il suo carattere era ben noto a tutti, ma quello che ne conosceva tutte le sfumature era proprio il tedesco.

<< Dimmelo tu Fer >>

<< Come ho già detto, non ho niente da dirti >>

<< Perfavore...almeno rimani qui per questa notte >>

<< Sinceramente? Sei l'ultima persona al mondo con cui vorrei passare la notte >>

Trattenne il respiro, Sebastian. Era abituato a quel tipo di affermazioni, e anche se provava a nascondere il suo dispiacere, gli facevano male.

<< Ci eravamo promessi che non avremo mandato tutto all'aria...>>

<< Forse è già successo e siamo noi che non ce ne siamo accorti >>

Fernando chiuse la valigia con un unico e forte scatto e si voltò, dopo essersi messo in spalla lo zaino. Incontrò gli occhi color ghiaccio del tedesco che lo avevano tanto ammaliato nel corso degli anni.

<< Lo pensi sul serio? >> domandò con voce debole, non riuscendo più a mascherare il suo stato d'animo

Il più grande lo superó, dirigendosi verso la porta con l'intenzione di andare via da quelle quattro mura, e dal tedesco, il prima possibile. Ma quest'ultimo non era dello stesso parere.

Con uno scatto gli afferrò il braccio, costringendolo a fermarsi. Sentí il corpo dell'altro tremare. Come al solito.

<< Se non mi lasci fra esattamente cinque secondi giuro che ti sbatto al muro >>

Fece come gli chiese lo spagnolo, ma lo sfidò con lo sguardo, fulminandolo e facendogli capire che la sua pazienza stava per arrivare al limite.

<< Quando ci vediamo? >> chiese provando a cambiare argomento

Forse la situazione si sarebbe calmata in un paio di giorni, o almeno così si augurò. Non voleva che passassero mesi tra i loro incontri.
No.
Voleva vederlo il più possibile.
Magari trascorrere anche del tempo in un posto esotico, facendo una vacanza.

<< C'è il Gala fra poco più di una settimana, mi vedrai lì >>

<< Va bene >>

Fece qualche passo, arrivando alla soglia della porta.
Sebastian seguí ogni suo minimo movimento, con la speranza che cambiasse idea, che lasciasse a terra la valigia e che rimanesse con lui. Ma non fu così.

<< Buonanotte >> disse solamente prima di chiudere la porta ed entrare nell'ascensore con le lacrime agli occhi, così come il campione del mondo




Spazio autrice

Al mio disagio mentale non c'è mai fine, lo so prima o poi mi manderete in una clinica..ma nel frattempo beccatevi questa idea malsana di questo pomeriggio. Non ho mai letto niente su Fernando/Sebastian (insomma, da un certo punto di vista potrebbe esserci la ship) e niente ecco qui una piccola one shot (ovviamente tutto frutto della mia immaginazione). Su di loro e sul loro rapporto se ne le leggono tante (e sono io la prima a dirne di cotte e di crude) quindi non siate troppo severi con me ahahaha grazie comunque per chi fosse arrivato fin qui!

Fatemi sapere se vi andrebbe qualcos'altro sempre su questi due ✌️
Se vi va lasciate un voto e un commento, anche critiche, come sempre sono è tutto ben accetto! Grazie mille e alla prossima 🤗❤️

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