Un piccolo regalo

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Le fiammelle delle candele disposte lungo il perimetro della grande piscina danzavano smosse leggiadre dal vento creando misteriosi giochi di luci ed ombre.

Una figura, seduta di spalle, giocava solitaria con l'acqua mentre la festa imperversava altrove, lontana dal grande giardino, oltre le vetrate di cristallo che inondavano l'esterno di luci stroboscopiche.

D'un tratto si udirono dei passi poi una voce, forte e calda, volta ad attirare l'attenzione.

«Eccoti!»

Il ragazzo seduto sull'erba fremette.

Non si voltò ma restò in attesa.

L'altro non si lasciò intimorire, raggiunse il bordo della piscina e scivolò fino a sedersi sull'erba.

Poi un sospiro e il silenzio intorno.

«Che ci fai qui tutto solo?» domandò il nuovo arrivato.

«Avevo bisogno di un po' d'aria»

«Mmh...» riflettè «Sicuro non ci sia altro?»

L'altro fece spallucce.

«Perché ho come la sensazione che tu mi stia evitando?»

«Io no, non lo so»

«Andre» sussurrò dolcemente «è un anno ormai che ci scriviamo ogni giorno, ad ogni ora, e adesso che potremmo parlarci davvero tu sembri voler scappare da me»

Andrea abbassò lo sguardo colpevole e i suoi boccoli castani gli ricaddero lungo il viso.

Pietro gli si fece ancora più vicino ma non si azzardò nemmeno a sfiorarlo.

Rimasero così per qualche istante, in silenzio, divisi soltanto da un soffio di vento.

Andrea se ne stava immobile, con gli occhi bassi e il cuore in subbuglio.

Aveva pensato e ripensato a quell'incontro, ai messaggi che si erano scambiati, alle cose che avrebbe voluto dirgli, eppure adesso che se lo trovava di fianco aveva solamente voglia di sparire.

Ricordava come fosse impresso nella sua memoria il loro primo ed unico incontro.

Esattamente un anno prima. Nel giorno in cui i loro rispettivi migliori amici avevano comunicato la data del proprio matrimonio.

Si erano ritrovati tutti a Salerno, tra le coltivazioni a terrazza della costiera Amalfitana, tra il profumo dei limoni e la brezza marina.

Tra un sorriso, una chiacchiera e una battutina sconcia, Andrea e Pietro si erano avvicinati. Era stato inevitabile, a distanza di un anno entrambi sarebbero stati i testimoni di Anna e Brian.

Il proprio ruolo istituzionale, Baricco, Ligabue e l'avversità per le damigelle d'onore avevano finito per legarli indissolubilmente.

A fine serata i due si erano scambiati i numeri di telefono per tenersi in contatto ma nessuno dei due poteva nemmeno lontanamente immaginare dove quel semplice gesto li avrebbe portati.

Da quando il mattino dopo Andrea, Brian ed Anna erano ripartiti alla volta di Milano il cellulare dei due non aveva smesso di ricevere messaggi.

Non erano soliti parlare a telefono ma le note audio scorrevano a fiumi.

Si raccontavano praticamente di tutto, dei programmi della giornata, del lavoro, dei sogni, delle aspirazioni, di ogni più piccola delusione, dei pranzi, delle cene, dei tortini al cioccolato, delle risate e dei momenti bui che solo assieme riuscivano a superare.

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