Cieco amore

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Annabeth

Ed è ogni volta così. Mi illudo sempre che possa capirmi, che possa ascoltarmi una volta ancora. Lui mi faceva sentire capita e forse questa cosa aveva fatto innescare in me quel sentimento che si era ingrandito piano piano. Lo scricciolo e il gigante... Così ci aveva chiamato una nostra conoscente, solo perché in uno dei suoi pochi momenti di affetto mi aveva abbracciato, ed io piccola in confronto a lui mi ero lasciata andare.
Lasciata andare a quel momento d'affetto da cui non sarei voluta mai più uscire.

Quell'abbraccio aveva fatto riaffiorare in me molti ricordi.. Ricordi che erano emersi da una cicatrice che ormai avevo pensato di aver definitivamente chiuso.
Al contrario la ferita era sempre pronta a riaprirsi e ad essere peggiore di prima. Quella bambina alla ricerca di un padre che non arrivava mai era sempre lì, pronta ad uscire fuori. Lei bionda e piccolina alla ricerca di un padre che le desse affetto o che almeno la notasse, cosa che alla fine dei conti non accadeva mai.
La sua voce mi rimbomba ogni notte nelle orecchie -Papà? Vieni qui. Voglio renderti fiero di me, io ti voglio bene.- e invece l'uomo l'allontana solo perché diversa da ciò che voleva e dalle sue aspettative...
Lui me lo ricordava. Lui con la sua folta capigliatura e i suoi occhi azzurro mare, con il suo astio per il mondo, me lo ricordava.

Percy Jackson è un tipo burbero sempre sulle sue, alla ricerca di una risposta a molte domande che spesso non ne hanno.
Lui che odia il modo e chi lo ha creato mi aveva protetto sotto la sua ala e mi aveva, poco a poco, fatto innamorare.
Poi mi aveva ignorata come se non esistessi, come se non fossi abbastanza nemmeno per lui.
In questo momento che siamo al compleanno del suo amico mi rendo conto di quante cose vorrei dirgli, di quanto il mio passato mi tormenti e allo stesso tempo mi ricordi quanto sono sbagliata.  Mi avvicino e gli dico -Ti odio- lui si gira e sbatte le ciglia con i suoi occhioni.. -Ti odio perché mi ignori come se non fossi nulla per te. Non voglio diventare l'amore della tua vita o una promessa di matrimonio voglio solo che almeno tu non mi tratti come se non esistessi. Io non lo faccio sai. Tu sei stato il primo a non farmi sentire un peso, a mostrare interesse per ciò che sono. Dai ascolto a quello stupido di Jason e cambi tutto. Dici una cosa poi ne fai un'altra, ti allontani se mi avvicino. Non sono una bambola con cui giocare.- allora lui si avvicina e dice -Ma non l'hai ancora capito? Tu mi piaci, ma io sono così. Ti farei soffrire ogni giorno per il mio atteggiamento e tu finiresti col rimanere per me nonostante ciò faccia male a te stessa.- detto questo si avvicina e unisce lentamente le sue labbra alle mie.

Apro gli occhi leggermente Percy è lì che cerca un gesso alla lavagna. -Tutto apposto?- mi chiede vedendomi pallida. -Si scusa. Mi gira la testa.- Alza le spalle con non chalance e dice -Prova a sederti.- e si gira.
Mi faccio coraggio e tento di non pensare al mio sogno ad occhi aperti. -Ti odio un po'diverso i meno- dico con tono fermo. Lui si gira e mi sorride sgangherato -Era quello che speravo.-  dice per poi legarsi i capelli in una piccola cosa.
Mi alzo leggermente dalla sedia e guardo cosa fa. Disegna peni, poi finge che siano gatti, aggiungendo coda, occhi e orecchie. Per questo  scoppiò a ridere facendo uscire tutte le mie tensioni con questa risata. Forse sono simile a questo pene/gattino, sono una cosa ma mi spingo ad essere un'altra davanti agli altri, solo per nascondere la mia vera natura, forse è arrivato il momento di far vedere quello che sono veramente.

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