-CACCIA AL TESORO-

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Come tutte le mattine mi alzai alla solita ora, mi vestii e scesi al piano di sotto a fare la mia solita colazione. Era la routine che ripetevo tutte le mattine dopo essermi svegliato. Mentre mangiavo mi immersi nei miei pensieri e riflettei sulla mia vita, cose che gli uomini fanno spesso. Mi sentivo invecchiato negli ultimi tempi, lavorare alla fabbrica era diventato più faticoso, i capelli mi erano diventati grigi, le rughe si stavano impadronendo del mio viso e mi sentivo sempre più basso. L'unica cosa che era rimasta intrattabile erano i miei occhi. Tutti lo dicevano che io avevo gli occhi buoni e gentili e di un colore nero vivo come la liquirizia, sia da quando ero piccolo. Vivevo in una grande casa, nella periferia della città di Anxi, ai confini tra la Cina e la Mongolia. Mia moglie era morta da ormai diversi anni e io vivevo insieme alla mia cameriera. L'unica persona che mi divertiva dopo una giornata di lavoro e che mi faceva trovare sempre tutti i pasti pronti e la casa splendente.

Dopo essermi risvegliato dai miei pensieri finì di fare colazione e andai a lavoro. La sera mi ravviai verso casa come facevo sempre al termine di ogni mia giornata lavorativa. Attraversando il viale che portava alla mia casa, mi accorsi che le foglie gialle avevano abbandonato gli alberi per trasferirsi in terra e in cielo cominciava a lanciare alcune goccioline di pioggia. Arrivato a casa vidi che vicino al cancello d'ingresso era parcheggiata una macchina nera, con una targa europea, incuriosito mi avvicinai ad essa ma all'interno non c'era nessuno.

Entrai in casa, vidi nel salotto un uomo seduto sul divano che doveva avere all'incirca una cinquantina d'anni, molto alto e completamente calvo. Indossava un cappotto grigio che gli arrivava alle ginocchia e sotto portata dei pantaloni neri e un maglione color verde sbiadito. Appena mi vide arrivare si alzò in piedi, mostrò il suo distinctive Tivoli e si presentò dicendomi:
"Buongiorno Signor Chang, sono il detective Jonathan Mettenson e sono venuto appositamente per visitarla da Londra". Io molto stupido l'ora chiesi: "come ha fatto ad entrare in casa mia? E di cosa mi vuole parlare? " Sono venuto fin qui per avvisarla del rapimento di sua figlia! " esclamò il detective. Io impallidire non appena sentì la o tizia e le gambe mi cominciarono a tremare:" Rapita? Mia figlia rapita? Quando è successo? È uno scherzo, vero?". Cominciai a barcolla e caddi pesantemente sul divano;il mio sguardo andò dal pavimento al volto del detective che sembrava impallidito quanto me. Poi con voce decisa mi disse:

"prepari le valige che prenderemo il primo aereo per Londra. Il mio assistente Jim Crow ha esaminato attentamente l'appartamento di sua figlia dopo l'allarme della sparizione e ha trovato questo biglietto". Il detective Mettenson mi porse con la mano un biglietto di carta giallastra, alquanto vecchia dove c'erano scritti dei numeri e appena essi mi accorsi che si trattava di un indirizzo. C'era scritto 1413 Abbienti Road, Londra. Con molto stupore ciò che stavo osservando chiesi al detective "che cosa significa?" è il detective mi rispose "in verità speravo che lei sapesse dirmi almeno un po'su questo indirizzo, e per questo che sono venuto ad Anxi perché vorrei che lei partisse con me per aiutarmi a svolgere le indagini a Londra, del resto lei conosceva sua figlia sapeva chi erano le persone che frequentava!".

Dentro me pensai che in fondo erano anni che non vedevo mia figlia e sinceramente non avevo la minima idea delle persone che frequentare. Ma per mia figlia avrei fatto questo e sicuramente tanto altro. La mattina seguente dovetti salutare la mia cameriera e il detective Mettenson venne personalmente a casa mia e partimmo. Molte ore dopo arrivammo all'aeroporto di Londra dove ad attenderci c'era l'aiutante del detective, Jim Crow. Era un ragazzo di origine afroamericana e dall'aspetto gentile e sicuro di sé.
Successivamente mi aspettarono altre ore di taxi e andremo a visitate l'appartamento che si trovava a Abbienti Road. Il palazzo sbava molto vecchio dall'esterno ma ugualmente abitato. Saliamo fino all'appartamento 1413 e Jim Crow bussò energicamente alla porta, dicendo:
"Aprite la porta,polizia!". Subito dall'interno sentimmo che qualcuno correva ad aprirci e ci trovammo davanti a una donna Digione età dai capelli molto lunghi. Vicino a lei c'erano due bambini e tutti e tre sembravano alquanto spaventati. Un dubbio 0ercosse la mia testa all'improvviso, mi chiedevo come poteva trovarsi qui la chiave di un rapimento, come poteva essere in una dove abitavano bambini? soprattutto come ci era finita? La donna ci fece entrare 3 il detective Mettenson le spiegò la faccenda è lei si dimostrò subito volontaria alla inquisizione della casa.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 24, 2018 ⏰

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