...Perché...

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Paura...
Disprezzo...
Ecco ciò che provano loro per me.

Rabbia...
Frustrazione...
Dolore...
Odio...
Ciò che io provo per loro.

Il perchè di tutto questo?
Non lo so.

Sembra assurdo vero?
Si, lo sembra... Lo è.
Ma smette di esserlo nel momento in cui i loro occhi mi sfiorano.
Quando i loro occhi da gentili, guardandomi si induriscono.

Il perchè...
Quante volte ho posto loro questa domanda...
Tante... Troppe.
E tante, troppe volte la risposta è stata la stessa:

"---------------------------------------------- "

Silenzio.
Assordante silenzio.
E poi... Le loro spalle.
E l'aumentare della distanza fra me e loro.

Non un'incertezza nel loro passo.
Ma pura e semplice urgenza.
L'urgenza di allontanarsi da me.

La domanda che ho posto loro torna a farsi viva più prepotente che mai.
Non ha ancora avuto risposta....
Non credo l'avrà.

Ma un improvviso eco lontano torna alla mia memoria...

"... non giocare con lui: è un mostro!..."

Il sussurro malcelato di una madre al figlio.

Capisco, ora...
Son un mostro.

Perchè sono un mostro?
...Non lo so...

Ho fatto qualcosa di terribile?
... Mi sforzo di ricordare, ma nulla ricordo...

... Forse...
Forse ho davvero fatto qualcosa di cattivo.
Si, forse...

Ma anche se fosse...
Bambini che giocano...
La palla che oltrepassa il recinto...
"Va a prendere la palla"
"Prendila tu!" "No! L'hai fatta cadere tu!"
Ha inizio la piccola rissa...

Non fanno anche quei bambini qualcosa di cattivo?

Si... Ma forse non tanto...

Ai loro occhi piangenti si avvicinano occhi caldi e rassicuranti.
Alle loro ginocchia graffiate si avvicinano mani premurose.
Al dolore provocato dai graffi si accostano lenitive parole di conforto.

A loro il perdono è concesso.

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