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Era cominciato tutto con quella chiamata. Non sarebbe mai dovuta arrivare. Aveva detto che non l'avrebbero mai chiamato.
Invece era lì, che si infilava gli scarponi, con quell'uniforme che fino alla settimana prima amavo vederla avvolgere il suo corpo e adesso , invece, speravo scomparisse per sempre dalle nostre vite.
Odiavo sapere che entro due ore non l'avrei più rivisto per Dio solo sa quanto tempo. Non avrei più guardato i suoi occhi verdi per prima cosa la mattina, ne sentito il suo "buongiorno" accompagnato da un suo bacio.
Odiavo sapere che avrei pianto ogni giorno, e guardare i telegiornali che parlavano delle zone di guerra dove lui stava andando avrebbero logorato la mia anima.

<< Tesoro, vieni qui. >> mi dice, guardandomi con quegli occhi di cui ero completamente vittima.
<< No. Non ancora. >> già sentivo le lacrime lottare per uscire. Non ancora.
<< Lo sai che ti amo. >> dice mentre si avvicina allo stipite a cui sono appoggiata da quando ha iniziato a indossare quella maledetta divisa.
<< Anche io. >> semplice e facile da buttare fuori. Il mio cuore sembrava avvolto da filo spinato da quanto stava soffrendo. Non lo amavo soltanto. Vivevo di lui, ogni mia cellula faceva il suo dovere per lui e lui soltanto, lui che mi aveva salvata dal buco nero che era la mia vita.

Io, orfana di tutto, con un'unica amica che si nutriva di me: la droga.
<< Ehi, tornerò prima che tu te ne renda conto. Vedrai che passerà in un lampo. >> sta dicendo ma sto capendo dai suoi occhi che nemmeno lui ci crede.
<< Si, non ci credi nemmeno tu. >> e niente, le lacrime hanno vinto.
Ora stanno rotolando giù dalle mie guance, senza che io possa farci niente. Che senso ha provare a trattenerle?
<< Tornerò. Te lo prometto. >> 
<< Le promesse sono fragili. >> dico. Si, la parte pessimista che è in me sta avendo il sopravvento. Ma che ci posso fare. Quest'uomo, così bello in questa divisa, mi ha letteralmente salvato la vita e ora sta partendo, sta andando a rischiare di perderla per il suo paese. Ed io sono crudele perché invece che confortarmi delle sue parole tra le sue braccia sto distruggendo tutto.

<< Starai bene. Vedrai. Maya ti aiuterà. >> dice.
Maya, senza sua sorella sarei certamente meno felice di essere ancora in vita. Siamo come sorelle oramai. Abbiamo legato fin da subito, da quella prima volta che mi ha portato dalla sua famiglia. Tutti si aspettavano la classica ragazza perfetta. Non di certo me, appena uscita dalla dipendenza e con un passato travagliato e oscuro di cui odiavo parlare.
Scappai dalle sue braccia così familiari e confortanti. Dovevo vestirmi. Tra poco più di mezz'ora saremo dovuti partire e accompagnare la ragione della mia esistenza alla base militare per vederlo andare incontro alla guerra insieme a tanti altri uomini, mariti, figli e padri.
Il vestito, rosso bordeaux, il suo preferito, era appoggiato allo schienale della sedia. Mi guardai  allo specchio distogliendo subito lo sguardo. Sapevo già in che condizioni ero. Due occhiaie scure mi contornavano gli occhi, messe ancora più in evidenza dall'incarnato pallidissimo che avevo quel giorno.

<< Posso aiutarti con la zip? >> mi dice Andrew abbracciandomi e facendomi scordare per un momento la tragica realtà.

<< Si, per favore. >> la parte gentile e "nuova" di me sta tornando a predominare. Se ne accorge anche Andrew, sento le sue labbra sulla mia spalla tendersi in un sorriso. Quel suo meraviglioso sorriso. Mi giro verso di lui e mi lancio su quelle labbra. Non è un bacio casto, è disperato, come lo sono io in questo momento.
<< Kayla, ti prego. Dobbiamo andare. >> 
Lo so ma mentre lui sarà lì a rischiare la vita per l'America io sarò qui con l'angoscia nello stomaco e il cuore stretto nella morsa dell'ansia e della paura.
<< Andrew, ti amo. >> dico e scoppio a piangere. Sento le sue bracia che mi stringono, sento la sua disperazione, sento che vuole stare qui, con me.
<< Kayla, volevo aspettare il momento giusto, e credo che questo lo sia. >> Andrew mi guarda intensamente, il verde dei suoi occhi è così vivido che mi fa mancare il respiro.
Il momento giusto per cosa? Io sono in pigiama e lui con la divisa. Cosa vuole fare?

<< Kayla Foster, mi vuoi sposare? >> dice inginocchiandosi e tirando fuori dalla tasca interna della giacca una scatolina di velluto nera. La apre e dentro vedo un anello con un piccolo diamante al centro.

Rimango a bocca aperta. Avevamo parlato di sposarci ma più avanti. Poi è arrivata quella chiamata e ogni progetto per il futuro era andato a farsi benedire. Lo guardo, pensando che sia tutto uno scherzo. Non può chiedermi di sposarlo poco prima di partire per la sua prima missione. Non è corretto.

<< Kayla, hai sentito quello che ti ho chiesto? >> chiede. Non sa che vorrei urlare di si, certo che voglio sposarlo. 

<< Io, io, si, SI che ti sposo! >> urlo. vedo lui che tira un sospiro di sollievo. Si alza in piedi e io gli salto in braccio baciandolo. Devo ammettere che l'addestramento militare lo ha reso ancora più sexy.

Sono pochi i secondi prima che le lacrime per la sua imminente partenza inizino a scorrere.

<< Mi mancherai. Ricorda che ti amo e appena torno ti sposo. >> dice lui prendendo il mio viso tra le mani e guardandomi negli occhi. Mi bacia, un ultimo, doloroso e dolcissimo bacio. So che mi ama, lo sento mentre appoggia la sua fronte alla mia, mentre stringe le mie mani nelle sue e mentre mi sussurra all'orecchio << Tornerò per te, vita mia. >>.
Io mi alzo in punta di piedi e gli sussurro a mia volta << Ogni parte di me vive per te. Ti ringrazio di avermi salvato da me stessa. Tu sei la ragione per la quale vivo. Ti amo. >> 

sento una lacrima rotolare giù dalla sua guancia e mischiarsi alle mie che ancora continuano a scendere. Non avevo mai espresso i miei pensieri più profondi con lui. Non gli avevo mai fatto sapere che ero consapevole che lui mi avesse salvata dalla mia stessa vita. Non sapeva che ora vivevo di lui e per lui.

Mi guarda, sfiora le mie labbra con le sue, mi dice "ciao" e poi si volta andando verso l'autobus che lo porterà lontano da me.

Anche se lontano da te.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora