I was happier (with you).

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Dall'altra parte il frastuono colpiva come uno schiaffo. Le persone li stavano attendendo, ripetendo i loro nomi ad alta voce e trasformando quel luogo in un piacevole incontro di sentimenti. Ogni concerto era emozionante e rendeva ognuno di loro agitato e confuso. Quando salivano gli scalini il loro cuore fremeva e li rendeva ancora più delicati.

«Preparatevi. Cinque minuti.»

I ragazzi erano tutti in fila, le mani tremanti e i visi che trasmettevano emozioni diverse. Molti di loro riuscivano a mostrare una calma esteriore che invece i meno esperti ancora dovevano controllare.

Seungcheol, il loro leader, capofila come sempre, si girò e battè un paio di volte le mani.

«Ricordate! Godetevi il concerto. Godetevi le ragazze e i ragazzi che sono venuti fino a qui. E godetevi le canzoni. Va bene? Non pensate ad altro, sarà orribile stare male durante il nostro lavoro. Intesi?»
La sua smorfia si intensificò in un sorriso comprensivo, prima di battere nuovamente le mani, applaudendo ed essere imitato da tutti i membri del gruppo. Ad ogni concerto faceva un piccolo discorso di incoraggiamento, voleva che i suoi ragazzi fossero tranquilli e, per almeno un paio d'ore, pensassero a rilassarsi e godersi ciò che era il loro lavoro e ciò che permetteva loro.

Guardò uno ad uno, soffermandosi su alcuni in particolare, in fondo alla fila. Sapeva bene che non era una serata particolarmente entusiasta, ma non poteva permettere che il cattivo umore si diffondesse su tutti, e così su tutto il concerto e sui propri fan. Bisognava essere professionali.

«Per favore. Concentratevi su di loro. Non su di noi. Siamo cantanti.»

Marcò ogni sillaba, tenendo le iridi puntate verso la fine della fila. I diretti interessati non lo guardarono ma si degnarono di accennare un segno di assenso.
Lui fece lo stesso, rimettendosi in fila e aspettando il segnale per salire e partire.

«Due minuti.»

Calò il silenzio. La finta atmosfera di motivazione era cessata. Erano tutti seri, nella speranza di salire sul palco e sfogare la tensione nel divertimento.

Jisoo, l'ultimo della fila, era rimasto costantemente con lo sguardo in alto, verso la lieve luce che usciva dal palco, ancora nascosto per loro. Voleva che quei due minuti passassero al più presto. Non voleva guardare avanti a sé, né osava abbassare lo sguardo. Non voleva incrociarlo in alcun modo, preferiva guardare lontano.

«Jeonghan, è tutto okay?»
Per quanto fosse sussurrato, sentì quella domanda. Mantenne la posizione congelata di poco prima, sperando di ascoltare altro. Davanti a loro c'era Vernon, che continuava a girarsi verso di loro.
Jeonghan scosse impercettibilmente la testa, sistemandosi i ciuffi scuri lunghi dietro le orecchie. Vernon guardò pure Jisoo, che aveva ceduto, e si guardarono sul serio stavolta. Se avesse potuto personificare il dispiacere, in quel momento Vernon ne era la scultura esatta.

«Trenta secondi. Seungcheol, non tardare.»

Gli ordini erano terminati per quella sera. Tutti contarono mentalmente, respirando profondamente e chiudendo gli occhi. Poi i passi di Seungcheol diedero inizio alla corsa, e la serata incominciò.

- - - - -

Tornarono in hotel talmente stanchi che si chiusero nelle proprie stanze immediatamente. Alcuni nemmeno andarono in bagno o fecero uno spuntino, il sono era troppo. Fortunatamente quasi nessuno ebbe difficoltà ad addormentarsi, ma come sempre non tutti avevano la mente così libera dai pensieri fastidiosi.

«Nemmeno tu riesci a dormire?»

Avrebbe potuto urlare sul serio. Era convinto di essere l'unico tra i tredici a non riuscire a dormire.
Si sedette sul divanetto, appoggiandosi allo schienale e non avendo problemi a mostrarsi così sfiancato.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 07, 2020 ⏰

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