Capitolo 1

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Cosa dire della vita, alcuni la paragonano a una scala e ogni giorno sali un gradino,o un libro dove scrivere giorno per giorno, bhe questa è la versione di come io vedo la mia vita,un disastro. Devo dire la mia vita non è molto movimentata non faccio la blogger,ne la Youtuber tanto meno la giornalista o qualche altro lavoro figo, per ora vado ancora al liceo, non ho molti amici ma i pochi che ho sono sinceri, la mia migliore amica si chiama Sidney ci conosciamo da quando eravamo piccole ne abbiamo combinate tante insieme ma siamo sempre ritornate e congiungerci,entrambi abbiamo avuto infanzia difficile, la notte deve respirare con un respiratore automatico, il giorno porta sempre con sé uno zaino con una bombola dell'ossigeno dovuta ai gravi danni ai polmoni per via del cancro. Per quanto riguarda la famiglia vivo con mio Padre e mia Nonna, mia madre è morta quando io avevo 13 anni, avvolte papà mi racconta di lei facendomi vedere le sue foto. Mia madre è un mio punto guida vorrei diventare come lei. Per il resto la mia vita ha sempre la stessa routine. Suona la Sveglia, doccia,colazione,metro,scuola, e poi vado in officina da papà lo aiuto a montare i motori delle moto, le mie preferite sono le Harley Davidson. A scuola non ho un bel rapporto con la classe criticano il mio aspetto fisico, e mi danno della troia per il fatto che girano voci orribili sul mio conto. Mi hanno chiamata troia.
Fin qui niente che sia degno di nota in quanto la cosa non mi sconvolge particolarmente.
L'epiteto troia viene utilizzato un po' come il prezzemolo per definire tutto e niente ma soprattutto viene usato per descrivere una donna libera che vive la propria sessualità altrettanto liberamente, come meglio crede e senza fini procreativi e quindi sì: mi danno della troia quando e come gli pare in tutti i modi, luoghi e laghi. Avrebbero potuto non trovare me però, ma una ragazza più fragile. Una ragazza che ha passato tre ore davanti allo specchio di casa per prepararsi e sentirsi carina, una ragazza piena di insicurezze e fisime, una ragazza come ero io qualche anno fa. Se fosse stata quella ragazza ad essere chiamata troia, con quel tono carico d'astio e disprezzo, avrebbe passato la notte a ripensarci. A rimuginarci su. A chiedersi 《ma cosa c'è che non va in me?》. L'avrebbe portata a non scoprirsi più, fuori di casa, a vergognarsi ancora di più del proprio corpo.
Trovo che sia ridicolo doverlo sottolineare, ma sarebbe carino iniziare a pensare prima di parlare. L'unico a non credere a queste dicerie è Michel un ragazzo del 4 anno. Io e Michel non abbiamo mai avuto un rapporto molto intenso. Michel è troppo per me, anche se quando mi guarda con i suoi occhi marroni, la sua bandana rossa che lega i suoi capelli scuri che si accordano dolcemente al suo sorriso e le sue fossette. Michel, si penso di avere una fissa per lui. Io e Michel ci siamo conosciuti per caso.Mi sono accorta che lui abita vicino al mio quartiere quindi prendiamo l'auto insieme,ma nulla di più. Tutte le ragazze dell'istituto sono innamorate di Michel. Suonò la campanella chiusi l'armadietto e mi diressi verso l'aula di aritmetica,aula 23 io giorno del compleanno di mia madre,non per questo è la mia preferita.Presi posto nella stanza e legai i miei capelli in uno chignon con la matita mentre cercavo di seguire la lezione senza distrarmi e avere pensieri altrove,finché alzai il mio squardo fissando la porta,era Michel si scusò con il professore per il ritardo e si accomodò vicino a me,posò il suo zaino sul pavimento prendendo solo l'astuccio e un quaderno,mi cadde lo sguardo sul braccio di Michel aveva la camicia a quadri dove si intravedevano dei graffi. Cercai di fissare più attentamente il braccio di Michel finché non si alzò dal banco uscendo dall'aula con le lacrime agli occhi. Michel era strano. Finì la lezione uscì dall'aula e mi diressi verso l'armadietto per prendere i quaderni della lezione successiva quando vidi Michel seduto sulle scale con la testa tra le mani. Era strano mi faceva male vederlo così giù poiché era il primo a dare una carica positiva.Presi coraggio e mi avviciani a lui poggiando una mano sulla sua spalla. Michel si girò di sorpresa aveva gli occhi di chi aveva pianto per ore. Gli chiesi cosa non andava ma lui si girò rimettendo la testa nelle braccia,quando sentii una voce rauca dirmi 《Sai cosa si prova a prendere una persona cara?》 Io lo sapevo lo sapevo bene al quel punto mi venne in mente mia mamma. Con voce tremolante dissi 《Avevo 13 anni, eravamo una bella famiglia finché la malattia colpì anche lei,tumore al seno.》 Michel alzo la testa con occhi arrossati e sorpresi 《mi dispiace Lu non lo sapevo..》 Mi asciugai il naso umido quando Michel mi di fiondò abbracciandomi forte da riparare le mie ferite. Non importava quello che era successo prima, per qualche motivo il mio cuore spento ricominciò a vivere.

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