CAPITOLO 1

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"Harriet? Mi ascolti?" la voce di mia madre mi ritornò alla realtà. Mi capitava spesso di perdermi nei pensieri.

"Cosa?" ritornai in me e vidi mia madre sbuffare. "Scusami, dimmi" le dissi.

"Niente, non è rilevante" se ne andò e rimasi spiazzata.

Era assai strana nell'ultimo periodo. Dopo la morte di papà aveva passato molto tempo ad occuparsi di me e della mia fattoria, il tutto da sola, affermando che 'era tutto ciò che l'era rimasto di lui'.

Era stato davvero un brutto periodo per me quando morì, tanto che abbandonai i miei primi anni di studio alle superiori a causa dello stato emotivo in cui ero. Ritornai solo un paio di anni dopo e riuscii a superare tutto, da sola. In tutto ciò non avevo nessuno, nessuno che mi aiutasse e che mi supportasse.

L'unico amico che avevo e che ho tutt'ora era, invece, tutto ciò che mi rimaneva di mio padre.
Ricordo ancora quando ritornò a casa con un bellissimo puledro con zampe, criniera e coda di colore nero. Data la mia passione sfrenata per il cartone animato 'Spirit, il cavallo selvaggio' lo chiamai proprio così. La mia fantasia era limitata.
Credo che per trovarlo sia andato in mare e monti poiché era davvero raro. Non avrei potuto ringraziarmi mai abbastanza.

"Harriet Evans! Non ti dico più non hai intenzione di ascoltarmi" mia madre ritornò nel salone guardandomi a braccia conserte. Era lunatica e arrabbiata direi, dal fatto che mi aveva chiamata per nome e cognome e che si intravedevano piccole rughe che circondavamo i suoi occhi molto più verdi dei miei.

"Ti ascolto" dissi alzandosi dal divano e andandole incontro.

"Ricordi che ti avevo parlato del fatto che volevo far iniziare dei corsi di equitazione? Bene, ho messo in giro per il paesino dei volantini con la mia email in modo che qualcuno interessato mi contattasse. E così è stato. Dovrebbe essere un istruttore e si chiama Fred Lee. Arriverà a momenti. Dovrai mostargli la fattoria, in modo che si possa già ambientare. "disse con sguardo pensieroso.

"Oh ecco, gli ho dato il tuo numero in caso di disdetta o anche per altri motivi a me vani" disse mandandomi un bacio virtuale.

"Cosa? Mamma! Perché mai l'avresti fatto?" sbraitai. Non avevo voglia di fare da guida turistica a uno sconosciuto. Già dal nome sembrava un basso, con occhiali e capelli leccati dalle mucche. Metaforicamente parlando.

"Magari può piacerti. Ha degli occhi meravigliosi"

"L'hai già incontrato?" le chiesi.

"No, ma sarà sicuramente bellissimi. Fidati di me". Sembrava un ragazzina, pensai.

"Magari è adatto a te, potresti avere la tua età. Fidati di me" erano passati anni e mia madre non aveva proprio alcuna intezione di mettere di nuovo in gioco la sua vita.

"Harriet, non ... Sono sposata" Non c'era verso. "Piuttosto pensa a un prepararti. Renditi presentabile"

"Non ti piaccio così?" feci una giravolta per farmi vedere meglio.

"Preferisco non rispondere" rise e uscì di casa. Sapeva che non amavo indossare vestiti scomodi. Raramente mettevo i jeans, ma che senso aveva vestirsi per bene vivendo in una campagna?

Mi guardai allo specchio del mobile in marmo bianco, situato dietro al divano di pelle color bianco. Dava molta luce alla casa.

Nel riflesso dello specchio vidi i miei lunghi capelli, colore rossiccio, arruffati. Nonostante li avessi lisci, con qualche ciocca ondulata, erano davvero indomabili, perciò decisi, come al solito, di raccoglierli in una coda alta. Avevo una mezza intenzione di fare un taglio netto.

Decisi di passare da Spirit, prima che il tizio sarebbe arrivato. In questi giorni c'era molto da fare e, involontariamente, l'avevo trascurato abbastanza.

"Ehi bello" andai verso di lui accarezzandogli il muso

"Hai fama? Tieni" gli porsi una carota e se la mangiò subito. Non si riempiva mai.

Guardandolo gustarsi la carota, notaii un ticchettio di gocce che cadevano su un secchio di grande dimensione, il quale era tutto pieno. Guardai al di sopra del secchio e vidi che c'era una piccola fessura aperta sul soffitto. Nei giorni precedenti era piovuto abbondantemente, perciò l'acqua era rimasta lì.

Il secchio era talmente pieno che l'acqua stava fuoriuscendo pian piano. Cercai tutta la forza in me e provai a spostarlo per poi posizionarne un altro fino a quando non si fosse sistemato il tetto. I miei sforzi, però, erano del tutto vani. Chi volevo prendere in giro? Ero talmente esile che non riuscivo a prendere in braccio neanche un'anguria.

Nonostante ciò continuai, sperando di avere qualche risultato ma, al contrario, le mie grandi doti mi fecero ritrovare immersa completamente nel secchio, con le gambe di fuori.
Ritornai a galla con i vestiti inzuppati. Non ci voleva proprio!

Borbottando uscendo dal secchio e notai che Spirit, in quel lasso di tempo, stava semplicemente fissando la scena.

"Ti ringrazio per l'aiuto" dissi e lui in tutta risposta si girò mostrandomi il suo lato B.

"Mi dispiace non essere stata tanto presente in questi giorni. C'era molto da fare" rimase nella stessa posizione.

"Harriet! Ti dispiace controllare il telefono? L'istruttore Lee sarebbe già dovuto essere qui" gridò dall'altra fattoria mia madre.

Sbuffai mentre cercavo il telefono nelle tasche della mia tuta, ora molto aderente. Tastai in tutte le tasche, ma del mio telefono nessuna traccia.

Mi fermai un solo attimo per capire dove fosse il mio telefono. Non appena capii sgranai gli occhi.

"NO, NO, NO, NO, NO!" urlai fiondandomi nel secchio. Era alto la metà di me e nel fondo notai una lucina accesa.
Mi sporsi di più col petto in modo da riuscire ad afferarlo. Mancava giusto un pizzico quando, però, persi l'equilibrio e caddi di nuovo dentro, nello stesso modo di prima.

Riuscii a ritornare a galla con telefono sano e salvo tra le mie mani. O per lo meno, fisicamente era intatto ma non dava più alcun segno di vita. Sarebbe stato impossibile sistemarlo data la sua vecchiaia e la sua scarsa funzionalità.

"Mi scusi signorina, questa è la fattoria Evans?" sobbalzai al suono di una voce maschile, facendomi cadere il telefono, ancora una volta, sul fondo del secchio.

"Chiedo scusa, non volevo farla spaventare" la sua voce era linea, senza alcuna sfumatura.

Mi stava dando del lei?

Notai che gli stavo dando le spalle, così decisi di voltarmi, per non essere maleducata. Notai un tipo in giacca e cravatta con in mano una ventiquattrore ore.

"Vuole che l'aiuti ad uscire dal secchio?" questa volta, nella sua voce, notai un certo divertimento, nonostante la sua espressione fosse abbastanza seria.

Che tipo strano, pensai.

"No, grazie" risposi uscendo dal secchio in modo goffo e raggiungendolo al fuori della stalla, camminando sicuramente come uno zombie.

"Bene, vorrei presentarmi. Sono..." lo bloccai prima che finisse di parlare.

"So chi sei, Fred Lee, una specie di istruttore" dissi porgendogli la mano "io sono Harriet Evans, proprietario di tutto ciò che vedi. Cioè, lo è mia madre, però essendo sua figlia...." mi bloccai capendo che stavo farfugliando parole a caso notando che il tipo aveva alzato entrambe le sopracciglia.

Nonostante fossi una ragazza abbastanza tosta, lui mi mettava un po' a disagio. Probabilmente per la sua grande e robusta muscolatura e la sua elevata altezza rispetto alla mia.
Pensai che, a volte, mia madre aveva ragione. Non sembrava male, ma ero curiosa di vedere i suoi occhi che, in quel momento, erano coperti da occhiali da sole sicuramente molto costosi.

Sembrava tutt'altro che un istruttore.



SALVEEE,

un altro capitolo è pronto.
Spero di poter aver abbastanza tempo da ricopiare anche l'altro.
Spero che vi piaccia.
Fatemi sapere.

Baciiii
marbluae

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 06, 2018 ⏰

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