Tutto era come se fosse normale ed ovvio. Tutto era come se non ci fosse niente che avesse il diritto di far smettere la magia che aveva preso vita senza spiegarmi come.
Tutto era come se non c'era un domani o un futuro senza ciò che già c'era.
Tutto era come se due persone si amavano per davvero, entrambi, allo stesso modo e con la stessa intensità di sentimenti.
Tutto era come se tutto fosse come appariva agli occhi.
Tutto era come se mai niente potesse e dovesse far finire ciò che era finito, cioè il mio ardore non placato di avere te.
Tutto forse era pari al nulla, perché così, d'improvviso si è trasformato in tale, cioè nel nulla più totale dove devi andare solo, affrontare un buio infinito e cercare, se ci si riesce, di renderlo più visibile e meno difficoltoso accendendo la luce dentro di noi.
Nulla. Non è rimasto nulla di noi. Ma di me e di te sì. Noi siamo sempre qui. Noi? Io, Gabriele. Tu, tu.
Sì, perché quel "noi" non c'è più perché,ormai, è stato decretato così; non possiamo definirci un corpo unico, ora siamo oltre che due entità diverse, non compatibili. Fluttuiamo nelle strade come due rette parallele ora, impedite di raggiungersi. Però quel "me e te" esiste sempre, non è coeso ma esiste, perché entrambi abbiamo una vita assestante, come sempre d'altronde, ma ora non più coniugata da "e" ma dal nulla...forse da un punto. "Me. Te.". Ora non siamo più qualcosa ma siamo tornati a poterlo essere. Infatti quel punto, tanto tempo fa, aveva deciso di allungarsi, svilupparsi a sinistra e destra e fare una piccola ondina al centro: Me e Te. (Con la "e" in corsivo).
Ma le parole hanno fallito. Ci siamo aggrappati. No. Mi sono aggrappato a quelle lettere, una per una, ma avevano una scadenza e non lo sapevo.A: "Non abbandonarmi."
B: "Mai, non succederà mai".
Questo "mai" era, in realtà, il 31 Maggio del 2018.