Emma
Mi svegliai presto quella mattina, avevo dormito solo due ore e le mie occhiaie ne erano la dimostrazione. Mi alzai dal letto e decisi di farmi una doccia, avrei voluto andare a fare colazione fuori ma non sapevo come fare dato che non conoscevo Roma e mi sarei sicuramente persa.
Erano passate due settimane dal mio arrivo ad Amici e non avevo ancora legato davvero con nessuno, insomma, parlavo quasi con tutti, ma non mi ero ancora fatta degli amici e mi dispiaceva perché vedevo tutti così uniti e mi sentivo sola. Ero in stanza con Carmen e Grace, erano simpatiche, ma non mi trovavo molto bene con loro e nemmeno io sapevo spiegarmi il perché. Dopo aver fatto la doccia ed essermi preparata scesi nella hall e inaspettatamente trovai seduto su uno dei divanetti Simone intento a guardare qualcosa sul cellulare, erano le 8.30 del mattino, cosa ci faceva lui lì?
Mi avvicinai per salutarlo, pensando di poter chiedere a lui di accompagnarmi per fare colazione dato che a Roma ci viveva. In realtà non ne avevo il coraggio, poiché non ci conoscevamo quasi per niente, avevamo parlato qualche volta ma lui sembrava evitarmi anche se non ne aveva motivo, dato che appunto avevamo parlato poco e io non gli avevo fatto nulla di male.
"Good morning Simone" dissi, facendogli alzare lo sguardo.
"Ehi ciao Emma" disse rivolgendomi un sorriso ma sembrava un po' nervoso.
"What are you doing here? E' presto per stare svegli"
"Oh, beh non riuscivo a dormire e ho deciso di scendere"
"Can I ask you something?" dissi, volevo chiedergli se potesse accompagnarmi a fare colazione ma un po' mi vergognavo.
"Certo, dimmi tutto"
"Uhm, no dai lascia stare"
"Dai Emma dimmi, non preoccuparti" disse rassicurandomi.
"E' solo che volevo andare a fare colazione fuori, but I don't know Rome and potrei perdermi. So, puoi accompagnarmi tu? You know, you live here and..." fui interrotta da Simone che cominciò a parlare.
"Ma certo! Non dovevi nemmeno farti problemi a chiedermelo" mi disse sorridente, sembrava molto felice all'idea di portarmi fuori per fare colazione.
"Thank you, sei davvero gentile", lui mi rispose dicendo che non dovevo ringraziarlo per questo, poi uscimmo dall'hotel e mi fece entrare nella sua auto che era parcheggiata lì fuori.
Ci mettemmo dieci minuti per arrivare al bar, Simone mi disse che lui faceva colazione lì quasi tutti i giorni e che era uno dei migliori bar di Roma, quindi voleva portarci anche me.
Scendemmo dalla macchina ed entrammo nel bar, entrambi ordinammo un cappuccino e un cornetto al cioccolato. Ci sedemmo ad uno dei tavolini e aspettammo che ci portassero ciò che avevamo ordinato. Simone era ancora visibilmente nervoso, ma non ne capivo il motivo.
"Are you okay?" chiesi.
"Sì certo, perché me lo chiedi?"
"Sembri nervoso"
"No, tranquilla, va tutto bene" disse accennando un sorriso.
"Are you sure? A me non sembra"
"E' solo che ho un po' paura, ecco, di non riuscire a passare al serale. So che mancano ancora due mesi, ma ci penso spesso. Ci sono persone qui molto più brave di me, passare al serale per me significa tanto perché questo vuol dire che sono sempre più vicino alla realizzazione del mio sogno, che è fare musica e riuscire a trasmettere a tutti il mio messaggio attraverso di essa"
"Oh, don't worry. You are really good, tu passerai al serale, fidati di me" dissi cercando di rassicurarlo.
Lui mi rivolse un sorriso, ma si vedeva che era ancora un po' preoccupato, così gli presi la mano per rassicurarlo ancora una volta, quando lo feci mi sembrò di averlo visto sobbalzare, ma non ne capii il motivo. Mi guardò negli occhi e sembrava ancora più nervoso di prima.
"Simone, ascoltami. Non preoccuparti ora, va bene? You're a good singer, I like your music and anche al pubblico piace, so don't worry. Everything will be fine" dissi rivolgendogli un sorriso sincero.Simone
Quando Emma mi prese la mano sentii un brivido percorrermi tutto il corpo, ma cosa mi stava succedendo? Non avevo mai reagito così per una ragazza, mi sentivo uno stupido.
Le avevo anche mentito, da una parte, perché ero davvero preoccupato per il serale, ma il mio nervosismo in quel momento era dovuto al fatto che fossimo insieme, perché non sapevo come comportarmi con lei, volevo che avesse una buona impressione di me.
Dopo avermi rassicurato per l'ennesima volta, con ancora la sua mano che stringeva la mia, le sorrisi e la ringraziai. Era stata molto dolce con me, nonostante quasi non ci conoscessimo e la colpa era solo mia. Ogni volta che per un motivo o per un altro ci trovavamo insieme, ovviamente da soli, le dicevo che dovevo scappare e trovavo sempre delle scuse per non restare lì, ma tutto questo lo facevo perché non sapevo davvero come comportarmi con lei. Ogni volta che la vedevo mi veniva voglia di baciarla e non potevo permettermi che accadesse, altrimenti avrei rovinato tutto ancor prima di iniziare.
Facemmo colazione, poi decisi di portarla un po' in giro per Roma, era l'occasione giusta per stare un po' di tempo con lei, anche se avevo paura di fare qualche cazzata.
Andò tutto bene per fortuna, dopo qualche ora tornammo in hotel e lei mi ringraziò per averla accompagnata e per averla portata in giro ed entrambi tornammo nelle nostre rispettive camere.
"Bro, dove sei stato?" mi chiese Filippo.
"E soprattutto, perché sorridi come un coglione?" chiese invece Einar.
"Smettila, stupido. Sono uscito con Emma, cioè non è che siamo usciti, mi ha chiesto di portarla a fare colazione e poi ne ho approfittato per portarla un po' in giro"
"A quando il matrimonio?" mi prese in giro Filippo ed Einar rise, così tirai un cuscino in faccia ad entrambi.
"Dai, racconta" disse Einar ed iniziai a parlare raccontandogli tutto.ciao a tutti!!
questo è il primo capitolo che spero vi piaccia, ovviamente la storia è frutto della mia immaginazione e solo alcune cose saranno realmente accadute.
detto questo, fatemi sapere con un commento cosa ne pensate, al prossimo capitolo! 💖
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without you • biemma
FanfictionSimone ed Emma si conoscono grazie al talent show "Amici", poiché entrambi vi partecipano. Sin da subito Simone si prende una cotta per Emma, ma non sarà facile per lui conquistarla. ‶È da quando ti ho vista per la prima volta che non faccio altro c...