Una Ragazza

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Il professore aveva ormai scorso tutto il registro, era agli ultimi nomi.
<<signorina Stuart?>> alza la testa in attesa di risposta, che non arriva. Per cui riabbassa la testa e chiama l'ultimo nome.
A quelle parole tiro la manica della felpa di Giuseppe con le mie unghie <<ragazze? Non si era parlato di ragazze>> lo guardo in cagnesco.
Un quarto dell'estate appena passata, l'avevamo impiegata per scegliere accuratamente una classe in cui trasferirci; lui aveva esternato la sua voglia di avere ragazze in classe, ma io scossi la testa e gli stampai nell'orecchio un bel "no". Mai e poi mai avrei voluto convivere con una ragazza, figurati se avrei voluto frequentare la stessa classe.
Giuse, confuso, scuote la testa <<non sapevo ce ne fossero>> alzò le spalle.
<<seh certo, immagino, lo hai fatto apposta per averne una!>> stringo le unghie fino a premere sulla sua pelle.
<<numero uno scollati>> corrugò la fronte e tolse la mia mano da sopra il suo braccio <<numero due la classe l'abbiamo controllata insieme, ed hai visto tu stessa la non presenza di ragazze>> concluse, aspettando una mia risposta.
Effettivamente non aveva tutti i torti, le classi le abbiamo accuratamente controllate insieme, quindi non aveva i mezzi per fottermi. <<hmm>> mugulo leggermente lasciandogli la ragione, che effettivamente aveva.
Posai la testa su una mano ed ascoltai il professore parlare, fantasticando sulla nuova ragazza: me la immaginavo bellissima e bagasha, così che avrebbe attirato tutte le attenzioni su di sé ed io sarei passata in secondo piano come succede sempre alla presenza di altre ragazze oltre me.

<<come se potesse competere con te, dai!>> Giuse cercava di rassicurarmi, mentre teneva saldo lo zaino in spalla.
<<lo dici solo perché sei il mio migliore amico, vedrai che grazie a lei non mi farò nemmeno un amico>> sospirai, indossando gli occhiali da sole <<già me la immagino: bionda, occhi azzurri, alta, slanciata ed arrogante>>
Di tutta risposta Giuse ridacchiò leggermente per le mie fantasie, scuotendo appena la testa e facendo un cenno con la testa <<vai vai, il treno è già lì>>.
Sgrano gli occhi e gli stampo un veloce bacio sulla guancia, per poi fiondarmi in stazione ed entrare <<buon pomeriggio!>> saluto il controllore e occupo il mio solito posto in cima, accanto al macchinista. Per mia sorpresa, quella volta i posti accanto ai miei non erano vuoti, ma bensì il ragazzo che la mattina stessa mi chiese l'orario del treno era seduto lì, con le sue cuffiette alle orecchie ed il suo cellulare in mano.
Evidentemente non si accorse subito di me, difatti rimase impegnato ad aggeggiare al cellulare diversi minuti dopo il mio arrivo; così, afferrai il mio P10 lite ed aprí Wattpad, alla ricerca della storia iniziata il giorno prima.
<<tu!>> una voce rompe il rombo del treno, facendomi distogliere lo sguardo dal cellulare. Appositamente avevo evitato di mettere le cuffiette, ero curiosa di scoprire se avesse voglia di sostenere una conversazione.
Alzai lo sguardo e vidi i due occhi azzurro ghiaccio del ragazzo accanto a me puntati sui miei. <<io?>> aggrottai la fronte, sorridendo appena. <<ci sonosciamo noi due, stamattina l'orario...>> gesticolò leggermente con le mani. <<ah si, mi ricordo!>> arrossí e riportai lo sguardo sul cellulare.
Il ragazzo che siedeva ai posti affianco al mio, si spostò difronte a me; non so per quale preciso motivo lo fece, ma mi diede modo di osservarlo meglio.
Era moro e riccio e portava degli occhiali rayban neri, aveva gli occhi di un azzurro che faceva paura con il contorno leggermente più scuro ed infine era vestito normale, non con quei soliti vestiti strappati o risvoltini, era un semplice ragazzo bellissimo.
Dopo una ventina di minuti che passai per la maggior parte a fissarlo, il treno annunciò la mia fermata ed io mi affrettai a raccogliere la mia roba.
<<è stato un piacere...>> esclamò lui, aspettando che io gli rivelassi il mio nome. <<Sara>> dissi infine, allungando una mano. <<piacere Sara, io sono Gabriel>> e sorrise.
Rimanemmo per qualche istante a fissarci, finché il treno non frenò ed io mi sblilanciai verso di lui, che prontamente mi mise una mano sul fianco per non farmi cadere.
<<okay e-ehm... Ci vediamo domani?>> mi irrigidí a quel suo gesto e mi spostai leggermente verso dietro. <<a domani>> rispose, facendomi un cenno col capo e scendendo dal treno.

<<e così è carino eh!>> eravamo a tavola e stavo raccontando il mio primo giorno a mia madre. <<mamma ti prego, finiscila>> ridacchiai, portando un boccone di pasta al tonno in bocca <<oh maddai Sara, prima o poi dovrai pensare ai ragazzi! >> aggrottò la fronte, alzandomi il mento con la mano così da poterla guardare <<ma su ventuno ragazzi che ho in classe vai a fantasticare sul tipo del treno che probabilmente non vedrò mai più?>> inarcò un sopracciglio, continuando a mangiare. <<bhe, me l'hai descritto così tanto nei dettagli...>> fece una smorfia <<...e comunque, perché non lo vedrai mai più? Non frequenta la tua stessa scuola?>>.
<<ma magar–>> mi blocco di scatto, rendendomi conto di quello che stavo per esclamare <<no mamma, ho solo detto che scende e sale alle mie stesse fermate>> scuoto la testa.
<<bhe, è già un passo avanti, non credi?>> mi lanciò un occhiatina e ricominciò a mangiare anche lei.


ANGOLO ME

Vi sta piacendo la storia? Che dite, nascerà qualcosa tra Sara e Gabriel? E chi sarà la ragazza nuova?
Lo scoprirete nel prossimo capitolo!
Ah e mi raccomando, lasciate tante stelline e tanti commenti.

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