La macchina accosta al marciapiede e salto giù prima che l'addetto al parcheggio possa aprirmi lo sportello. Ho una fretta pazzesca e non m'importa che si veda.
Da sola corro su per i gradini e da sola attraverso il vasto atrio deserto dell'albergo ed entro nella sala da ballo illuminata a festa. Al soffitto sono appesi fili di luci sfavillanti e i tavoli sono coperti da tovaglie bianche. La stanza è piena di gente che conosco fa anni. Ma non mi sono mai sentita così sola come in questo momento, mentre faccio il mio ingresso al ballo dell'ultimo anno.
E' tutta colpa mia, naturalmente. Certo, è stato un ragazzo a spezzarmi il cuore, ma la colpa è soltanto mia. Sono stata io a infrangere una promessa. Cammino comunque a testa alta, perché ho un motivo per essere qui. Ho un grandioso gesto romantico da compiere, un discorso epico da pronunciare, un cuore pieno di rimpianti da far sanguinare a morte sul linoleum consumato. Scruto l pista da ballo e lo vedo fermo da un lato, a ondeggiare nel modo in cui fanno i ragazzi quando non vogliono (o non sanno ballare. Non sta cercando me, ma è normale, visto che è con un'altra. E' proprio accanto a lui, e hanno le dita intrecciate.
Questa sera niente sarà facile.