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Positivo. Rilesse le istruzioni sul foglietto, controllò il cartoncino e non ebbe più dubbi. Si guardò allo specchio e aspettò. Girò il viso di lato di modo che le rughe della bocca prendessero luce e si appiattissero. Scomparvero per un po' e poi si incresparono all'insù e nel contempo saltarono fuori le zampe di gallina attorno agli occhi.

Sentì i muscoli rilassarsi e il respiro liberarsi. Fu in quel momento che si rese conto di quanto le era mancata l'aria. Era come se fosse stata in apnea per un lungo tempo. Cinque anni, almeno. Ne fu risucchiata dentro e il respiro si fece veloce. Si aggrappò al bordo del lavandino. Non poteva capitare di nuovo, non a lei, non di nuovo a loro. Avrebbe cambiato ospedale. La prima volta si era fidata e aveva scacciato ogni dubbio come una stupida apprensione senza logica.

Spingi, spingi, lo vuoi o no questo bambino? E lei aveva spinto fino a sentirsi bruciare i muscoli della pancia e gli occhi piangere e le membra urlare e a non capire più quale fosse il limite oltre il quale sarebbe morta.

Non avevano avuto nemmeno il tempo di chiamarlo con un nome suo, nemmeno una volta.

Sono eventi rarissimi, le avevano detto, ma purtroppo non impossibili. E quell'esserino lo avevano portato via e non gliel'avevano più fatto vedere. È per il tuo bene, dicevano.

Sì, un nome gliel'avevano dato alla fine ed era scritto là su un pezzo di marmo con lo stesso giorno ripetuto due volte.

Riempì i polmoni di aria, girò lenta la testa e sciolse i muscoli del collo. Piano, un po' alla volta. Non sarebbe successo più. Lo giurò.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jul 19, 2014 ⏰

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