Una canzone per Sofia

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Mourad stava seduto in salotto già da quasi un’ora, fissando il foglio bianco e la chitarra accanto a lui. Si era riproposto di scrivere qualche appunto per una nuova canzone, ma l’ispirazione sembrava aver deciso di evitarlo completamente, proposito che in compenso i suoi pensieri certo non condividevano.

Il suo sguardo, vagando per la stanza, si posò su una vecchia fotografia. Ritraeva lui e Sarah, la sua ex compagna, seduti su una panchina sotto un albero, in un parco che avevano visitato insieme molto tempo prima.

Lei teneva entrambe le mani posate sul ventre mentre lui le cingeva le spalle con un braccio. Erano stati così felici...

Ancora non poteva rassegnarsi all’idea che tutto fosse finito così, di punto in bianco, solo perchè lei «non era pronta», nè per lui, nè tantomeno per Sofia.

Già, Sofia. La loro bambina che non ci sarebbe mai stata. In realtà non poteva nemmeno saperlo, non c’era ancora un lui o una lei a quel punto, ma Mourad in qualche modo ne era certo. Sarebbe stata una bambina, la loro meravigliosa bambina. La loro Sofia.

Fino a quel maledetto giorno. Sarah era arrivata nel luogo dove si erano incontrati, dove gli aveva dato appuntamento, e glielo aveva detto. Non era pronta.

«Ma, e la bambina?» aveva chiesto lui «Non ci sarà nessuna bambina. Ho deciso di abortire» aveva risposto lei, abbassando lo sguardo.

Aveva provato a farle cambiare idea, ma lei non ne aveva più voluto sapere nemmeno di vederlo. E la loro Sofia, se mai c’era stata, ormai non c’era più.

Fissò ancora una volta la foto. L’aveva tenuta, nonostante fossero passati molti anni, perchè era in qualche modo l’unico ricordo di quella bambina che non aveva mai avuto. Chissà come sarebbe stata, si chiese. Avrebbe potuto avere più o meno diciott’anni, sì. Una bellissima ragazza, una di quelle di cui parlano tante canzoni d’amore...Un momento, canzoni?

Sì, eccola l’ispirazione! Avrebbe scritto lui una canzone per lei, cosa importava se non poteva vederla. Era pur sempre un artista, no?

Comme dans la scène

ou la belle dort (1)

Sì, era bella, bella come un angelo...

Comme un gosse je guette, caché dehors

De moi, tu fais le roi tu sais (2)

Chiuse gli occhi e immaginò di guardarla. Era ancora piccina e dormiva serena nel suo lettino, incurante dello sguardo del suo papà su di lei.

Per un momento sperò che si svegliasse, per vedere i suoi occhi, ma poi se ne pentì...Valeva bene la pena di aspettare, per qualcosa di tanto bello. C’era forse qualcuno più fortunato di lui?

Sofia rêve, elle rêve et moi je rêve a Sofia

Lorsque ma belle de plus belle, s’ensommeille sans moi (3)

La bimba stava sognando, di sicuro. Sorrideva e pareva che fosse in pace col mondo.

Mourad quasi desiderava toccarla, ma era come se fosse distante anni luce...

J’inspire, j’expire, et j’aime ça revêr que Sofia

Respire ma peau a moi (4)

Chissà come sarebbe stato prenderla in braccio.

Inspirò, quasi a voler sentire il profumo della sua pelle.

Era uguale a quello di sua madre.

Sonne l’heure, s’eveille, mon ange, mon or

Sofia tu es belle, a chavirer mon corps (5)

Ad un certo punto la bambina aprì i grandi occhi azzurri e lo guardò intensamente, curiosa, poi tese le manine verso il padre.

Mourad la sollevò e la strinse a sè, come aveva tanto desiderato, posando la testa della piccina sul suo petto, e in quel momento realizzò che nessuna donna gli aveva mai fatto provare nulla di simile, forse nemmeno Sarah.

Sofia vole, elle s’envole e moi je vole en éclat

Lorsque ma belle de plus belle touche le ciel sans moi (6)

Tutto ad un tratto il rumore improvviso del campanello lo fece sobbalzare. Il sogno parve come svanire lentamente e Mourad si sentì come se gli venisse a mancare la terra sotto i piedi.

L’immagine di Sofia, prima così nitida, andava sparendo a poco a poco.

J’inspire, j’expire et j’aime ça

Revêr que Sofia s’envole dans me bras

J’inspire, j’expire et j’aime ça

Revêr que Sofia soupire le long de moi (7)

Prese un profondo respiro e richiuse gli occhi, cercando di richiamare il sogno, tentando con tutte le sue forze di rivedere ancora una volta Sofia, ma non ci riuscì.

Ormai era persa per sempre.

Il campanello suonò ancora una volta. Mourad, quasi infastidito, posò il foglio su cui aveva scritto la canzone per Sofia e si costrinse ad alzarsi per vedere chi era.

Aprì la porta e si trovò davanti una ragazza dal fisico snello, con lunghi capelli scuri e una frangia che le quasi le copriva gli occhi.

- Lei è...è Mourad, vero? - chiese

- Sì, ma lei signorina...?-

- Io sono...- Alzò la testa, scostandosi i capelli dal viso, e Mourad potè vedere i suoi occhi. Erano grandi e azzurri. Non ci fu bisogno che lei finisse

- Sofia - completò lui, e corse ad abbracciare la sua bambina.

NOTA

La storia si ispira a una canzone, "Sofia" di Merwan Rim, i cui versi sono inseriti nella storia stessa. Se la volete ascoltare, trovate il link alla voce "link youtube"

TRADUZIONE DEI VERSI

1) Come nella scena/ dove la bella dorme

2) Come un ragazzino guardo, nascosto dietro/ Di me tu fai il re, lo sai

3) Sofia sogna, lei sogna, e io sogno Sofia/ Mentre la più bella tra le belle, si addormenta senza di me

4) Inspiro, espiro, amo questo, sognare che Sofia respiri sulla mia pelle

5) Suona l’ora, si sveglia, il mio angelo, il mio oro/ Sofia, sei bella, da sconvolgere il mio corpo

6) Sofia vola, se ne vola via, e io vado in frantumi/ Mentre la mia bella tra le belle tocca il cielo senza di me

7) Inspiro, espiro, amo questo/ sognare che Sofia voli tra le mie braccia/ Inspiro, espiro, amo questo/ sognare che Sofia/ sospiri insieme a me

Una canzone per SofiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora