I Capitolo

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Mi sveglio con il rumore delle onde e la pioggia che si infrange sul vetro della mia finestra. Mi alzo sulle ginocchia e apro la finestra inspirando l'odore della terra bagnata, il mio profumo preferito. Entro in bagno e mi faccio una doccia veloce, avevo intenzione di andare a surfare ma con questo tempaccio decido di rimanere a casa. Mi cambio e scendo le scale dirigendomi in cucina. Noto che non c'è nessuno, strano. Oggi pensavo che ci sarebbe stato papà. Evidentemente è uscito. Sul bancone della cucina trovo un biglietto con su scritto: "tesoro sono andato in negozio, ti ho portato la tua colazione preferita, un bacio, papà." Sorrido vedendo accanto al biglietto la mia colazione: pancakes con frutti di bosco e gelato alla vaniglia. Mia mamma me li faceva sempre prima di ammalarsi. Neanche ho il tempo di addentare i miei pancakes che sento la porta sbattere. Mi giro già sapendo chi è: la mia migliore amica, Lola.
"Ciao dormigliona, ho provato ad entrare prima ma tuo padre diceva che stavi dormendo...mmm pancakes." Dice fameica avvicinandosi al mio piatto e afferrando un pancake. Le sorrido. Lei abita da sempre vicino casa mia, come Julian, l'altro mio migliore amico. Ci conosciamo tutti quanti da quando siamo piccoli, siamo cresciuti insieme con la passione per il surf.
Lol mi da un bacio e si siede sul solito divano rosso e i suoi capelli ricci neri sfuggono dall'elastico che dovrebbe raccoglierli in una coda. È completamente diversa da me: è altissima (sembra una modella) e ha un colore della pelle che sembra quello del cioccolato, gli occhi grandi neri e dei ricci lunghi e ribelli che le incorniciano il viso. Io in suo confronto sembro un nano da giardino, e sono alta un metro e settanta! I miei capelli non sono ricci come li avrei sempre voluti, ma sono lisci come degli spaghetti e biondissimi. Li ho presi da mia madre. Gli occhi invece li ho presi da mio papà: blu scuro come il mare in tempesta. Julian ha sempre detto che io sono come il mare: posso cambiare da un momento all'altro, imprevedibile. E in effetti credo che sia un po' così. Ho sempre amato il mare, il suono delle onde, il suo profumo, il colore, la sensazione che si ha quando ci si immerge e ogni suono è ovattato dall'acqua. Mia mamma surfava da ragazza. Nella mia famiglia abbiamo sempre avuto questa passione. In fondo vivendo ogni giorno più bagnata che asciutta è completamente comprensibile.
"Ma hai sentito Jules?" Chiedo a Lol.
"Ahh si ieri. Mi ha chiamata mezzo ubriaco dicendo che aveva passato una brutta giornata con sua madre e che quindi era andato a divertirsi un po' con qualche amico. Probabilmente avrà incontrato qualche ragazza carina e ci sarà stato..." L'ultima frase viene detta dalla mia amica con un tono dispiaciuto. Ho sempre saputo che le piaceva Julian, in fondo è impossibile non notarlo dal modo in cui lo guarda. Lui però non se n'è accorto mai.
Cerco di distrarre Lol prendendo il suo argomento preferito: le feste, quindi i vestiti. Lei ha una fissa per i vestiti da sempre.
Continuo ad addentare i pancakes e le dico che non so cosa mettermi per la prossima festa in spiaggia. Lei ovviamente, senza nemmeno più pensare a Julian, spalanca gli occhi dicendo: "Allora questo è il momento di provvedere!!" Si alza dal divano e come un razzo arriva da me, mi afferra per un braccio e mi trascina in camera mia.
"Bene bene bene. Vediamo un po' che cosa hai nell'armadio..."
Io rido per la sua faccia disgustata che fa quando passa in rassegna i miei vestiti. Sa che io non sono esattamente il tipo da vestitini e top corti. Sono più il tipo da pantaloncini e costumi, sono più utili dato che passo quasi ogni mio giorno in acqua.
Rassegnata Lol mi guarda e mi dice "va bene signorina, si va a fare compere" e io che ero seduta a gambe incrociate sul mio letto matrimoniale mi butto con la faccia sul cuscino disperata: odio fare compere. E lei lo sa bene. "Lol sai che c'è...a pensarci mi è venuto un po' di sonno...penso che rimarrò a casa a dormire." Cercando disperatamente di convincerla, senza riuscirci ovviamente. Mi conosce troppo bene.
"Oh avanti, non è niente di così traumatico. Troveremo qualcosa di adatto al tuo stile, promesso. Non puoi andare con i soliti pantaloncini Sam.
"Cosa hanno i miei pantaloncini?"
"Niente... è solo che non sono adatti ad una festa."
Sbuffo e mi sommergo ancora di più nelle coperte blu del letto. Dopo inutili tentativi di nascondermi e di chiudermi in bagno per sfuggire alla tortura, mi ritrovo in macchina di Julian che è al volante. Si, Lol lo ha dovuto svegliare per riuscire a trascinarmi fuori casa. Era abbastanza scocciato per essere stato svegliato, ma alla fine si è convinto pure ad accompagnarci.
"Mi vuoi spiegare perché non ti piace andare a fare shopping?" Dice Lol che è accanto a Jules.
"Niente, non mi piace e basta." Dico con il broncio e con le braccia incrociate. Jules cerca di non ridere. Cosa ci trova di così divertente?
"Dai Sam non c'è niente di male a comprare qualcosa di più carino. Potrebbe servirti in futuro con un ragazzo." Dice Jules.
"Ma cosa stai dicendo?!? Sei tu che spaventi ogni ragazzo con cui esco!" Dico io abbastanza irritata. Sì, Jules si comporta come un fratello maggiore con me, quindi per lui non va bene nessun ragazzo con cui esco. Crede che io debba avere il ragazzo perfetto e che io sia troppo speciale per stare con chiunque.
"Sai già il motivo Sam. Non voglio riparlarne."
"Grr a te non va di parlare mai di niente!"
"Esatto, soprattutto Delle cose già affrontate." Dice con il suo sorrisetto arrogante guardandomi dallo specchietto. Lol non spiccica quasi parola durante il tragitto, sembra scocciata e guarda tutto il tempo il finestrino con aria assente e triste. Siamo quasi arrivati al centro commerciale. Prima di scendere dall'auto Jules si toglie gli occhiali da sole scoprendo un bellissimo ematoma viola sull'occhio destro. Sto per chiedergli cosa abbia fatto ma ci pensa subito Lol. Lo tartassa di domande cercando di ottenere spiegazioni, ma l'unica cosa che riceve è una risposta sgarbata di Jules.
"Lola cazzo sto bene, è solo un livido."
Lola dispiaciuta dalla sua risposta si zittisce e scende dall'auto. Io arrabbiata con Jules per i suoi modi scortesi con Lola lo rimprovero "Ma che cavolo ti prende? Voleva solo sapere cosa fosse successo. Si è preoccupata per te e tu la tratti così!" Scendo dall'auto anche io. Lol mi aspetta fuori. Scende anche Jules. Ci dirigiamo al centro commerciale. All'inizio credevo che non avremmo spiccicato parola ma dopo sento Julian parlare della sua scorsa serata, del suo litigio con sua madre e sembra quasi che tutto questo serva a giustificare il suo comportamento con Lol. Lei gli sorride comprensiva. Lol è fatta così: non sa essere arrabbiata con noi neanche per un secondo, è buona. Sorrido anche io perché penso che anche se formalmente non sono altro che amici in realtà si comportano quasi come una coppia. Arriviamo al negozio scelto da Lol, già non mi piace. Lei ovviamente prende dei vestiti cortissimi e troppo sfarzosi per me. Menomale che dovevamo rispettare il mio stile...eh Lol?
Mi butta addosso i vestiti che ha scelto e si siede sul divanetto davanti al mio camerino, dove mi dirigo a passo di lumaca. Non mi piacciono i vestiti che mi ha dato ma li provo lo stesso per curiosità e soprattutto per fare piacere alla mia amica. Dopo avere provato tutti i vestiti del negozio senza aver trovato nemmeno uno che mi piaccia, decidiamo di cambiare negozio. Ci dirigiamo verso l'uscita per aspettare Jules, che nel frattempo era andato nel reparto maschile. Mentre camminiamo io e Lola pensiamo al prossimo negozio. Lei gira lo sguardo verso la porta e spalanca gli occhi. Io mi giro seguendo il suo sguardo per capire cosa ha visto e rimango di sasso.
Johnson. Luke Johnson. L'ex di Lola.

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