Immortals~Klaus Mikaelson- In REVISIONE

Capitolo I

Quella normale mattina di marzo, sentii il gallo cantare, vidi il sole sorgere e come ogni giorno mi alzai all'alba per iniziare a lavorare.

Sistemai perfettamente il letto come mi avevano sempre insegnato mia madre e mia sorella maggiore, Anna.

"Svegliati Pietro, anche tu Giacomo. Svegliatevi subito." Dissi ai miei fratelli minori. Pietro di quindici anni e Giacomo di diciassette. Giacomo si sarebbe sposato a giorni con la figlia di un mercante, un bell'affare visto che la loro era una famiglia di poveri contadini che viveva sul colle Aventino, alle porte di una Roma del tardo Alto Medioevo.

Mi vestii in fretta e furia e scesi in cucina a fare colazione con pane e acqua.

"Dove sono i tuoi fratelli?" Chiese mia madre mentre era impegnata nelle faccende domestiche.

"Li ho appena svegliati, scenderanno fra poco." Risposi velocemente.

"È un bene che tuo padre se ne sia già andato, altrimenti ora starebbe già salendo su in soffitta con un bastone." Disse mia madre.
Annuii riluttante e presi i due secchi vuoti che sarei andata a riempire al pozzo comunale.

"Arrivederci madre." Salutai aprendo la porta di casa.

"A dopo."

Facevo quel percorso sul colle Aventino tutti i giorni, anche nelle festività. Da quando Anna se n'era andata ero diventata la sorella maggiore a cui aspettavano le faccende più umili e faticose, come andare a raccogliere l'acqua e pulire la stalla, anche se l'ultima azione la facevo assieme a Pietro, amante degli animali. Giacomo aiutava mio padre in campagna e mia madre si occupava della casa. Ognuno aveva i propri compiti, per continuare a sopravvivere dovevano dare tutti il proprio contributo. Perché la vita nell'Alto Medioevo era difficile, non assomigliava per niente al concetto di vita a cui aspiravo. Desideravo vedere il mondo, conoscere l'amore, cambiare la mia situazione sociale e quella della mia famiglia. Ma non potevo fare niente, quindi per ora mi limitavo a raccogliere l'acqua al pozzo.

Il viaggio fino al pozzo era pesante e pieno di insidie. Arrivavo alla meta esausta e non avevo svolto neanche la metà del mio compito. Dovevo legare i secchi ad una catena che dovevo fare scendere giù nel pozzo grazie ad una manopola. Dopo aver riempito d'acqua entrambi i secchi il problema principale era sollevarli e riportarli a casa. Se l'acqua cadeva o si rovesciava per strada ero costretta a tornare indietro, di nuovo al pozzo. Afferrai il manico del primo secchio con la mano sinistra, stavo per prendere anche l'altro ma una voce mi bloccò.

Klaus

La vidi da lontano con la vista amplificata che faceva parte del pacchetto in omaggio da vampiro.
Era una ragazza minuta, magra e un po' bassina. Aveva i capelli castani, come la terra bagnata, e due occhi cangianti tra il grigio e il marrone. La pelle era chiara, ma non troppo, in alcuni punti era abbronzata dagli imponenti raggi che cadevano dritti su Roma.

Quella ragazza sembrava piccola ma forte, riempiva due secchi d'acqua e lo faceva con un'infinita precisione e costanza.

"Klaus, dobbiamo andare." Mi ammonì mio fratello Elijah.

"Aspetta, voglio aiutare quella ragazza." Replicai.

"Hai perso il senno, fratello? Non riuscirai a starle vicino neanche un minuto, prima di staccarle la testa dal collo." Gli ricordò Elijah.

"No, io...io riuscirò a controllarmi, ma ti prego Elijah, lasciami aiutarla, sento che con lei sarà diverso." Lo pregai.

"Non sarà diverso. Tu hai fame, lei è il tuo cibo. Come mai hai tanti dubbi Klaus?" Intervenne Kol, il fratello minore. Kol aveva accettato con gioia il nutrirsi di sangue umano e si lasciava trasportare dalle tentazioni malvagie.

"Non ci andrai Niklaus, è escluso. Non uccideremo ancora." Aggiunse Finn, il più grande dei fratelli Mikaelson, il più riluttante ad accettare la sua natura di vampiro.

"Smettetela. Se Nik vuole conoscerla è una sua scelta e dobbiamo rispettarla, se non vuole farle del male non le farà del male." Disse la saggia Rebekah.

"Grazie, sorellina." Dissi e mi buttai a capofitto sui pendii dell'Aventino, nella storia d'amore che avrei ricordato per tutti i secoli a venire.