Finalmente ero atterrata in Italia, il volo era stato più lungo di quanto non ricordassi, "Elena hi!" dissi alla mia amica che mi era venuta a prendere all'aereoporto, alzando il braccio, "Lauren, you are beautiful!" mi disse abbracciandomi fortissimo, "da quanto tempo non ci vediamo?" aggiunse, "da due anni" risposi, con un pò di amaro in bocca. Era passato tutto questo tempo, da quando lasciai l'Italia, dopo un anno passato a fare la professionista in Italia, il mio sogno di Broadway chiamava e io non potevo dire di no, ma ora sono ritornata, hanno chiesto di me in molti, io ne sono lusingata, non potevo rimandare ancora...qui c'è il mio cuore, e non parlo solo della danza...vabbè, questo è un'altro discorso.
Elena mi ospita a casa sua, è da sola quindi posso rimanere per un pò finchè non trovo casa, "faccio una doccia ed usciamo subito" le dico, mentre mi spoglio, "ok girl, prenoto in una pizzeria che fa la pizza come piace a te!" mi urla Elena dalla cucina, io sorrido, è bello avere un'amica che ti accoglie così. Finalmente siamo pronte, saliamo in macchina e dal finestrino scorgo tutti i paesaggi romani che amo, passiamo anche dal Colosseo, quanti ricordi, quando arrivai 5 anni fa non sapevo una parola di italiano, eppure sono ritornata qui, perchè non riesco più a farne a meno, "Honey, siamo arrivate" dice Elena, distraendomi dai miei pensieri, io sorrido e scendo dalla macchina, non c'è molta gente in questa pizzeria, forse perché è tardi, ci accomodiamo al tavolo e io ordino una margherita, quelle dal bordo alto, come le sognavo in America.
Appena arrivata divoriamo la pizza in pochi minuti, sia io che Elena siamo delle buone forchette, lei però si mantiene sempre super magra, io devo stare attenta a non ingrassare, altrimenti ad Amici non mi vorranno più, penso fra me e me...ad un tratto sentiamo la porta della pizzeria aprire, *dlin dlin* io sono di schiena e non porgo molta attenzione, Elena è al telefono con il fidanzato, quindi anche lei è distratta, io gioco con la forchetta in attesa del dessert, finchè non sento una risata, mi si gela il sangue, mi raddrizzo sulla schiena, "no non può essere la sua" dico sottovoce, Elena mi vede sussurrare e mi fa segno con gli occhi cosa stessi dicendo, mentre si gira verso di me vedo che d'improvviso sgrana gli occhi, capisco che forse la mia intuizione era giusta, mi guarda e saluta il suo fidanzato al telefono..."non dirmi che è lei" dico tremante, "Lauren, io non pensavo che stesse a Roma" dice Elena, sentendosi in colpa. Il cuore sta per uscirmi dal petto, mi volto leggermente, devo vedere con i miei occhi, mi giro e vedo lei, in piedi che mi aveva già vista e anche lei rimase pietrificata, i nostri sguardi si incontrano, come un tempo, occhi dentro occhi..."Carm..."
*fleshback*
siamo stese sul fianco, occhi dentro occhi,
"oggi sembrava non finire più il concerto amore"
"già"
"scusa, è che mi chiedono sempre il bis, non posso deluderli, lo sai che amo i miei fans...ma amo di più te" sorrise
pochi secondi ancora..."mi hanno offerto un contratto per Broadway, di due anni...ho accettato"
il rumore del treno che passava sulla ferrovia alle spalle di casa nostra, nascose il rumore del suo sospiro che si blocco a metà.
*fine flashback*
Il respiro si fermò in bocca, sentivo un nodo in gola, che non mi faceva deglutire, ci fissammo per interi minuti, "Carmen è questo il tavolo" la chiamò uno dei ragazzi che erano con lei, lei non disse nulla, si sedette dandomi le spalle. "Andiamo via" disse Elena, facendo segno al cameriere di venire per il conto, io non dissi nulla, ero svuotata, i suoni li sentivo lontani, vedevo solo i suoi occhi, *cazzo, questa non ci voleva* pensai...il cameriere arrivò dopo pochi minuti, Elena si affrettò a pagare lasciando la mancia, per non perdere un secondo in più in quel posto, si alzò, dandomi un colpetto sulla spalla, come per svegliarmi da un sogno, anzi incubo, presi la borsa e mi voltai, mi accorsi che era con le braccia sul tavolo, e mi guardava, era leggermente girata verso il nostro tavolo, le passai accanto e nel mentre trattenni il respiro, come per non farle capire che ero affannata, come se avessi corso per un ora. Uscimmo dal locale, il rumore di un sonaglino appeso alla porta, mi diede conferma che si fosse chiusa, e io diedi un respiro profondo, come quando sei in apnea e risali in superficie,
*dlin dlin*
che diavolo, sento ancora quel rumore della porta, mi giro con una smorfia, come se quel rumore fosse perché non l'avessi sbattuta bene, mi ragelo...è lei che l'ha aperta, è in piedi avanti a me, sull'uscio e mi guarda con una lacrima che riga la sua guancia, e ora?
"i-io ti ho scritto delle email per qualche mese..." riuscì a dire, "m-ma non ho ricevuto nulla" le dissi con un filo di voce, pensavo di svenire, "...non te ne ho spedita nemmeno una" aggiunse poi, io ero imbambolata, non sapevo che diavolo dire "perché?" le domandai "perché tu non saresti tornata" rispose di getto, "magari si" le dissi abbassando lo sguardo, lei si girò come per andarsene, poi sembrò che si fosse dimenticata di dirmi qualcosa, e si voltò...piangeva, io strinsi la maglia nei pugni "in una ti ho chiesto di sposarmi" disse. Io rimasi immobile, la bocca mi si schiuse, e una lacrima rigò anche il mio viso, lei si girò e rientrò a passi lenti
*dlin dlin*
di nuovo quel cazzo di suono, sta volta non lascerò chiudere quella dannata porta, la blocco a metà, lei si volta, le lacrime si stavano consumando sul suo viso... "SI" le dissi, con un lieve respiro.