Don't put the Blame On Me

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Uno sparo spezza il silenzio dell'aria pesante, sibilando, per terminare con un forte rimbombo... come un'eco lontana che sento risuonare nel petto e pulsare nel sangue.
Gocce fredde di sudore iniziano a colarmi lungo il collo:dalle tempie verso la gola, dove le vene gonfie e tese tremano ancora mentre ansimo con lo sguardo perso nella penombra che di poco precede l'alba.
Un' altra alba, un altro cielo che si tinge di rosso al mattino, rosso come il sangue dei suoi figli e delle sue figlie.
Scuotendo la testa cerco di scacciare le immagini dell' ultimo incubo portato dalla notte; ma le mie mani oppongono resistenza,impedendomi di staccare le unghie rovinate, rannicchiate e attaccate come artigli alla ormai logora coperta della mia branda.
Non sono sicuro di essere ancora quel leader su qui tutti possono fare affidamento. Il re ribelle. Il forte. Il senza paura.
Colui che ha sparato al Cancelliere.
Volevo davvero tutto questo?
Quell' istante me lo ricordo bene; quando il mondo per un attimo si é spento : esisto solo io.
Solo io e il mirino di quell' arma da fuoco.
Vivi o muori.
Combatti o muori.
Sei tu o loro.
Voi due contro tutti. Io e lei contro il mondo.
Le figure intorno a me proiettano lunghe ombre, anch'esse intente a sovrastarmi e a ricordarmi quanto sono rimasto solo.
Un solo Blake. Stanco e inutile.
Lei, Skairipa, oggi campionessa di Skaikru.
Cosa siamo diventati?
Mi passo una mano sul viso alla ricerca di consolazione, ma persino la mia pelle mi punge, con la ispida peluria che mi ricorda che dovrei essere un uomo.
Chi sono Io?
Ero un figlio. Un fratello. Un ribelle.
Un leader.
Un assassino.
Ho perso tutto.
Ho perso mia madre. Mia sorella. La mia gente.
Tutto quello che abbiamo fatto é stato per una ragione.
Era questione di uccidere.
O essere uccisi.
Quindi Ora?
Perché diventare Comandanti della Morte quando non sarà rimasto più nessuno da uccidere?
Chi sono Ora?
Un bravo ragazzo?
Non ci sono bravi ragazzi.
Uno spruzzo d'acqua fresca per sciacquarmi via gli ultimi pensieri e forse fare posto a quelli di oggi, pesanti come il macigno sulle spalle di Atlante...

Un altra storia di quel libro che O' amava così tanto...

Non conosco più la guerriera forte e sanguinaria che Pike ha creato.
La luce nei suoi occhi é cambiata, i lineamenti del bel visino si sono fatti più affilati.
Non importa quanti nomi possano darle. Non importa con quali simboli si dipingerá il viso per questa battaglia finale.
É mia sorella. Una mia responsabilità.
E se dovrà combattere sarò lì con lei.
Mi faccio strada senza voltarmi indietro, tra un telo di plastica abbandonato,macerie e lastre di ferro, cercando di non attirare troppo l'attenzione in questo rifugio di fantasmi; Arkadia tra il sonno e la veglia, quando mi sento colpire da qualcosa di piccolo ma pesante.
Continuo a camminare concentrandomi sul mio obiettivo di raggiungere Polis in tempo. Un altro colpetto segue il precedente e poi un altro ancora : riesco a scorgere una pietruzza rotolare verso il mio anfibio sinistro; la fermo con la suola e voltandomi con un sospiro trovo un ghigno conosciuto che brilla a qualche metro da me e una mano ossuta e pallida occupata a far saltellare un altro piccolo dardo.
"Ti sembra forse questo il momento di scherzare?"
La figura spettinata avanza qualche dondolante passo verso di me, mi afferra una spalla premendo con i polpastrelli e sibila : "pensi che non sappia dove sei diretto? E senza di me per giunta... Non faresti un solo chilometro e lo sai bene. "
"Oh sta' zitto Murphy!"
Odio a volte doverlo ammettere, quanto il suo aiuto mi sia stato prezioso.
Così come non sopporto apparire debole, ma la fortuna e la capacità di sopravvivenza di John Murphy sono ormai proverbiali tanto da avergli conferito il soprannome di scarafaggio.
Sono solo un essere umano, non sono infallibile e dovrò imparare a farmene una ragione.
Basta una sola occhiata a capirci.
Mi rifugio ancora un attimo in quegli occhi taglienti di quel blu così profondo, cercando parole non dette.
Riconosco intorno ad essi gli stessi cerchi neri di stanchezza che probabilmente circondano anche i miei.
Alza appena un sopracciglio segnato da una lieve cicatrice, in una smorfia, come a dirmi -forza non aspettano di certo noi!
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⏰ Ultimo aggiornamento: Jun 14, 2019 ⏰

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