Il manga si legge al contrario rispetto al fumetto occidentale, cioè partendo da quella che per gli occidentali è l'ultima pagina, con la rilegatura alla destra; analogamente le vignette si leggono da destra verso sinistra ma sempre comunque dall'alto verso il basso. Esistono, tuttavia, eccezioni di opere realizzate per essere lette secondo l'usanza occidentale.
Inizialmente prevaleva la disposizione verticale delle vignette ma successivamente, dalla fine degli anni quaranta, è stata introdotta la disposizione orizzontale che poi si è mantenuta sostituendo quella verticale. Può anche accadere che queste due disposizioni si sovrappongano venendo usate entrambe, creando un percorso di lettura piuttosto complesso per un preciso intento stilistico. Un lettore giapponese, allenato alla lettura non alfabetica, riesce più facilmente di un lettore occidentale a orientarsi in questo universo di segni, dove gli viene offerta una grande libertà di percorso. Gli occhi vagano nella pagina cogliendo inizialmente alcuni dettagli, scelgono di soffermarsi prima su alcuni tipi di testo e poi su altri, ricavando alla fine non una lettura analitica di contenuti, ma una impressione generale di ciò che sta accadendo. L'impaginazione è basata sui tagli e le inquadrature rimangono le stesse utilizzate in qualsiasi altro stile fumettistico, ad eccezione del piano d'azione, che non viene quasi mai utilizzato.I tagli delle vignette possono essere classificati come segue:
orizzontali: utilizzate nello stesso tempo per creare uno stacco fra lo schema a due vignette affiancate, quindi per guidare meglio lo sguardo di lettura, ma anche per un ritmo di lettura più lento (nel caso del fumetto di lettura giapponese. Per quanto riguarda la lettura occidentale è il contrario);
verticali: il contrario delle vignette orizzontali per quanto riguarda al ritmo (non dimentichiamo che per la lettura occidentale è l'inverso):
diagonali: singole o combinate con inquadrature altrettanto inclinate, generano un'atmosfera di tensione emotiva e possono essere calanti o ascendenti. A seconda delle due, la situazione "precipita" o si tranquillizza, sfumando in una situazione meno tesa;
vignette chiuse o aperte: quasi esenti dal fumetto occidentale, nel fumetto giapponese hanno un'importanza vitale, in quanto una vignetta fino al Tachikiri guida quasi sicuramente il lettore verso la pagina successiva ed è utile per le scene molto importanti, contrariamente alle vignette chiuse.
Generalmente la tavola è in bianco e nero, senza colori né scale di grigi, in quanto verrà pubblicata su riviste contenitore che generalmente non si conservano e, per evitare spese di stampa inutili, si preferisce utilizzare un'economica stampa in bianco e nero; oltre a questo, la rivista contenitore è una sorta di "anteprima", per attirare consensi per un titolo da parte dei lettori, per poi in un futuro, stampare i volumi tankōbon a esso riservati. Le ombre, anche mantenendo il bianco e nero, vengono date raramente dai neri pieni e più facilmente dai retini grattabili; i colori delle eventuali pagine a colori di edizioni speciali e delle riviste vengono tendenzialmente realizzati a china oppure a pantone (i più famosi ed usati sono i copic).
Dialoghi e didascalie
I dialoghi sono presenti - anche se il manga tende a "illustrare" e non "spiegare" - e sono posti in balloon variabili, la cui dimensione dipende anche dal volume del dialogo: a una frase scioccante sarà data una rilevanza maggiore nella tavola di altre, per cui verrà posta in un balloon molto grande mentre nel fumetto occidentale questo effetto viene raggiunto con una lettering in grassetto. Prevalgono dialoghi brevi e il lettering viene realizzato a mano. Le didascalie sono rare.
Materiali
Si impiegano materiali realizzati appositamente come fogli riquadrati in ciano, un colore non visibile durante la scansione in bianco e nero, pennini con varie modulazioni, righelli appositamente preparati per le linee cinetiche, retini e attrezzi per applicarli.In Occidente non si bada troppo a quale materiale utilizzare e i tempi di consegna sono decisamente più larghi, permettendo così al fumettista di potersi permettere di utilizzare scelte tecniche più elevate e strumenti più ampi.