Capitolo 1

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Ashley

28/10/2017

Caro diario... Presumo che io debba iniziare così... Mi chiamo Ashley Matthews, ho 16 anni e vivo a New York.
Oggi è il mio compleanno e fra i regali che ho ricevuto, ho trovato te: un vecchio diario dalle pagine ingiallite. Dopo ho scoperto che è stata la nonna, a farmi questo regalo e sempre lei, mi ha raccontato che era del nonno. Lui non ha fatto in tempo ad usarlo, perché è morto per colpa di una meningite nel 1976. Secondo la nonna, il nonno avrebbe voluto che questo regalo andasse a me.
Di me non c'è tanto da sapere, ho una vita abbastanza complicata. Non sono ricco come tutti i miei compagni di scuola, che con un "fischio"  hanno tutto ciò che vogliono. Io sono costretto a lavorare in certi fine settimana, lo stupendio di mia mamma non basta sempre e io devo contribuire. Lavoro in un bar come cameriere e, anche se lo stipendio sia un po' misero, da una mano.
Papà ha abbandonato me e mamma, quando avevo solo 4 anni. Lui non ci voleva più bene, hanno sempre detto i miei familiari.
A scuola non sono visto tanto bene per tanti aspetti, anche se non mi importa tanto. Per i miei coetanei, se ascolti musica diversa da quella loro sei uno sfigato. A me non importa tanto però, adoro essere diverso dagli altri e poi, ho alcuni amici che mi sostengono.
Taylor, è il mio migliore amico e ha origini giapponesi.
Con lui ho tante passioni in comune, tra cui quella per l'arte e la musica rock.
Sembra che molti sappiano tutto di me, ma c'è un solo particolare che è sconosciuto a tutti, compreso Taylor: mi piacciono i ragazzi.
Sono in tanti, a disprezzare quelli come me... Ma fortunatamente, ho detto degli amici che sostengono la comunità LGBT+.
Questo mi solleva tanto e spero di trovare il coraggio, di confessare loro questo di me.

Ashley

Appena Ashley finì di scrivere nel suo diario "nuovo", si accorse che era già arrivata l'ora di andare a lavorare. Quel giorno era proprio sabato e perciò, doveva sbrigarsi e trovarsi sul posto subito.
Nel mentre che andava al bar, pensò a quanto sarebbe bello se tutto fosse diverso. Avrebbe voluto avere i soldi necessari, per poter uscire un po' più spesso con i suoi amici. La realtà però era un'altra, non poteva essere cambiata. Sospirò e sollevò il capo, arrivando al bar in seguito e si mise subito a servire i clienti.
Per lui nessuno si doveva preoccupare di come stava, odiava la compassione da parte degli altri. Sentiva come se fosse una presa in giro, cosa che a lui faceva tanto male e non voleva mostrare nemmeno questo agli altri.
Si sentiva a suo agio, quando sapeva che tutti non erano a conoscenza della sua storia. Lo metteva sotto pressione invece, ricevere troppe domande personali. Lui è una persona che preferisce ascoltare, stare in secondo piano e lontano da ciò che lo mette in mostra agli altri.

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