oneshot

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POV TONNO

Il sole batteva davvero forte alle due quel giorno. Il ventilatore nell'angolo della stanza faceva un rumore persistente mentre rinfrescava la stanza.

Quando vivi con tua sorella e tua madre trovare di questi momenti da solo in casa con quel che vuoi,facendo cosa vuoi,è davvero una manna da cielo. Ad esser più precisi a far chi  vuoi.

Infatti il suono che riempiva la stanza, in modo molto più calorosamente e piacevolmente delle ventole dell'aggeggio, erano le risate.

E ciò che rendeva la vista della mia stanza più ammaliante era il sorriso di Cesare.

Eravamo sul letto della stanza, senza televisione,senza telefoni, solo noi due. Che ci prendevamo a botte.

E ridevamo, ridevamo tanto.

"Il solletico non vale!", esclamai scambiando le nostre posizioni, mettendomi a cavalcioni su di lui, mentre continuava a ridere incessantemente.

La risata di Cesare non era chissà quale specialità, ma era perfetta per lui. Ha senso questa frase in qualche modo? 

Mentre cercava di liberarsi dal mio copro, volgeva la testa verso l'indietro scompigliandosi teneramente i capelli castani.

Quando si arrese, ci guardammo entrambi negli occhi e iniziammo a ridere all'unisono. Poi iniziammo a baciarci.

I baci erano familiari e accoglienti, ma allo stesso tempo passionali e ben poco casti.

In un gesto molto veloce feci sparire entrambe le nostre magliette, rivelando così il suo fisico ben allenato ai miei occhi. Infondo  Cesare era davvero un bel ragazzo, fisico da spettacolo, pettorali belli sodi, braccia muscolose; un corpo davvero vigoroso e aitante insomma.

Scivolando lentamente le mie mani lungo il suo petto,lasciando ogni centimetro delle mie mani assaporare ogni centimetro della sua pelle,arrivando ai pantaloni neri che erano davvero di troppo.

Così iniziai a sbottonarli. Almeno ci stavo provando, da ormai qualche secondo che era diventato davvero di troppo.

"...davvero? Davvero non ci riesci?" senti ridacchiare Cesare mentre rialzava un po' la testa.

Mentre continuava a ridacchiare sotto i baffi, sbottonò quei dannati cosi, lanciandomi qualche occhiata divertita. Per poi lanciare i pantaloni da qualche parte davanti al letto.

"Rovina atmosfera," "Non è colpa mia!" "Perchè non provi a recuperarla?", soffiando indusse il ragazzo, e mentre mi avvicinavo alla sua bocca qualcosa di imprevisto accadde.

Il campanello suonò.

Mi affacciai velocemente cercando di non farmi notare, "Cazzo è Nelson!", sussurrai quasi mentre cercavo di far meno rumore possibile.

Urlai a Nelson qualcosa a riguardo del starmi facendo la doccia, mentre praticamente Cesare si incastrava tra i miei vestiti nell'armadio, gli tirai dietro la sua maglietta e chiusi l'anta velocemente.

Così,mentre infilavo la t-shirt grigiastra, correvo ad aprire il ragazzo fuori.

Dopo esserci salutati e cose varie, nonostante avesse commentato a riguardo di qualche profumo diverso, ci dirigemmo verso la mia stanza, dove a quanto pare aveva dimenticato qualcosa qualche sera prima mentre guardavamo un film.

"Ti avevo avvisato che sarei venuto ma non hai risposto ai messaggi, non hai sentito il telefono?", disse mentre rigirava tra le mani delle chiavi, "No, forse non l'ho sentito" "Che strano ci sei sempre appiccicato", rispose sarcastico.

"Oh oh non ci posso credere", esclamò poi all'improvviso con un tono diverso, poi notai che stava guardando i pantaloni di Cesare rimasti per terra.

Non può averli riconosciuti!

"Che una persona ordinata come te abbia lasciato dei pantaloni per terra!" finì poi. Risi nervosamente in risposta.

Lo accompagnai poi alla porta, ci salutammo lasciando un a rivederci alle prossime riprese, ovvero lo stesso giorno verso le cinque.

Risalendo nella stanza, con i polmoni che avevano ricominciato a respirare, aprii lentamente l'anta, 

"Dove eravamo rimasti?".

E mentre ci ritrascinavamo verso il letto, scambiandoci qualche bacio qua e là e qualche battutaccia sul 'rischio' dell'esser scoperti.

Eravamo nelle posizioni opposte rispetto a prima, e Cesare era molto più sudato, sorrisi divertito a quel particolare.

Passai le mani sul corpo nudo di Cesare, sentendolo rabbrividire sotto le mie dita. Finimmo entrambi di spogliarci velocemente,lasciando cadere per terra tutto il resto dei vestiti. 

Un rivolo di sudore scivolò lungo la sua spalla massiccia, irradiato dalla luce del sole che illuminava la stanza. 


POV NELSON

Stavamo registrano ormai da qualche ora, e mentre Dario e Frank ripulivano qualcosa andato storto come sempre, io e Cesare eravamo ancora seduti nelle solite postazioni.

Era ormai da quando era entrato che non riuscivo a farmi capace, e continuavo a guardarlo.

Davvero non riuscivo a ricordare.

Dove diamine avevo visto quei pantaloni?





Pantaloni [Tonno x Cesare, ToSu,Space Valley]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora