Accendo una sigaretta mentre aspetto il treno, c'è freddo, siamo a Febbraio, il vento è gelido ma delicato e sposta i miei lunghi capelli neri, mentre le mie guance pallide arrossiscono.
Indosso una giacca in pelle nera, dei jeans stretti verde scuro e i miei anfibi, sono abbastanza alta, ho degli occhi grandi e verdi, il naso piccolo e leggermente all'insù e le labbra non troppo carnose.Sto andando a prendere la mia migliore amica, Jane.
La conosco da quattro anni, abbiamo la stessa età, sedici anni e vive con sua madre, i suoi fratellastri e il suo patrigno, io vivo con entrambi genitori, si amano da far schifo, non fanno altro che viaggiare e lavorare e la maggior parte delle volte non mi portano con loro, non che mi dispiaccia troppo ma sono la loro unica figlia e ogni tanto mi sento sola, quindi esco e faccio cose sbagliate, ma tanto a loro non importa più di tanto, mi lasciano venti dollari attaccati al frigo ogni mattina, come se questo bastasse a farmi sentire la loro presenza o a farmi felice.Il treno arriva e decido di chiudermi una canna, vado verso l'ultimo vagone e un gruppo di ragazzi mi guarda mentre gli passo accanto, mi siedo nell'ultimo posto ed esco il necessario, ma ho dimenticato le cartine a casa, potrei chiedere a quei ragazzi.
Li guardo dalla distanza di un vagone, uno di loro sta importunando un vecchio signore scuro con delle frasi razziste, e sento le risate degli altri, questa cosa mi fa imbestialire, voler sentirsi approvati sminuendo altri e soprattutto il razzismo.
Sto per alzarmi per andare da loro ma noto che smettono, uno dei ragazzi li sta rimproverando, e si sta scusando con il signore, mi avvicino e mi piazzo davanti a loro.
"Lo trovate divertente?" Mi guardano sorpresi e noto che il ragazzo che stava importunando il signore e l'altro che li ha rimproverati sono gemelli, hanno gli stessi lineamenti ma il primo ha la barba e i capelli castani rasati nei lati con il ciuffo all'indietro, il secondo ha i dread rossi e legati ed è quasi senza barba, hanno gli occhi grandi e grigi e le labbra sottili.
"Ragazzina moralista ci basta il nostro amico per questi discorsi, sei venuta solo per dirci questo?" Chiede un ragazzo con la testa rasata seduto accanto al gemello castano, che continua a fissarmi serio.
"Non sto facendo la moralista ma se pensate di essere stati divertenti, sappiate che avete solo fatto la figura degli idioti." Assume un'espressione arrabbiata e mi rivolge un sorriso amaro.
"È meglio se te ne vai." Lo guardo divertita e gli rivolgo un sorrisetto.
"Mi dispiace aver ferito il tuo ego, ma sono qui per una cartina lunga." In meno di dieci secondi sempre il gemello castano mi porge due cartine lunghe, le afferro ma non le lascia andare.
"La tua bocca larga non si addice al tuo bel viso." Lo guardo serio, gli strappo le cartine dalle dita e mi dirigo verso il signore.
"Mi dispiace un sacco signore, ma purtroppo la mia è una generazione stupida." Lui mi rivolge un sorriso comprensivo.
Vado per tornare nel mio posto e mentre passo accanto a quei ragazzi noto che i gemelli continuano a fissarmi, ma io tiro dritto.
Chiudo la canna e mi alzo perché sono quasi arrivata alla mia fermata, stasera andiamo nel solito locale che fa musica forte e che vende alcolici ai minorenni, il Boulevard, frequentato molto dai giovani, io lo frequento da quasi due anni e ho stretto molte amicizie in quell'ambiente, persone non molto salutari ma che sanno come divertirsi.
Arrivo alla fermata e scendo, ho la sensazione di essere osservata quindi mi giro e vedo lì, attraverso il vetro, il ragazzo rasato che mi guarda ancora male, resto un po' a guardarlo e nessuno dei due vuole mollare, sento la voce che avverte della partenza del treno, gli faccio un sorrisetto, gli mostro il dito medio e mi giro per andarmene.Finisco la canna e mi avvicino alla porta di casa di Jane, i suoi genitori sono a cena fuori e quindi posso stare tranquilla con i miei occhi rossi e il sorriso da fusa stampato in faccia.
Busso e subito la porta si apre, e mi ritrovo davanti Mark, il fratellastro di Jane, un ragazzo per cui ho sempre avuto un interesse, ma ha ventiquattro anni e ormai mi sono arresa all'idea che mi considera solo come "l'amichetta della sorella." E non che mi dispiaccia, siamo ottimi amici anzi, abbiamo molta confidenza.
"Come stai drogatella?" Mi chiede sorridendo e abbracciandomi.
"Drogatella a me? Come ti permetti?" Fingo una voce offesa e lo guardo male.
"E smettila, con questi occhi poi, dai esci l'erba." Lo guardo per un po' poi scoppio a ridere e gli lancio la bustina con l'erba all'interno, presa dal reggiseno, in faccia.
"Jane è sopra, appena scendete vi lascio mezza canna." Lo guardo e sorrido, è molto bello, ha la carnagione scura, gli occhi marrone-verde, i capelli scuri, ricci e lunghi, ma li tiene sempre legati, è alto e ha un fisico molto allenato, ed è uno che ascolta molto, quando mi sento triste vengo qui e oltre parlare con Jane parlo anche con lui.
STAI LEGGENDO
Toxic
RomanceScarlett, una sedicenne scatenata, sfacciata e imprevedibile che entra nel mondo della droga in piena adolescenza, incontrerà pericoli, ricadute e dolori che l'aiuteranno a crescere. Amerà, odierà, farà scelte sbagliate e durante il suo cammino inco...