Bughead (Betty+Jughead)

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Quella notte non dormii, ero impegnato a scrivere il prossimo articolo per il Blue & Gold's, da consegnare alla ragazza dai capelli biondi e gli occhi diamantati che era a capo del giornalino.
Non so perché accettò di farmi entrare, insomma, io ero quello strano, ero la lurida biscia che si era ritrovata nella zona giusta della città ma che era cresciuto in quella sbagliata.
A scuola non avevo amici, e stavo anche bene così, non sono mai stato un tipo socievole e quell'estate litigai con l'unico amico che avevo. E ora ero solo, se non per quella ragazza. Era bella, ma non di quella bellezza che trovi in molte altre persone, lei era davvero bella.
Eravamo diventati 'colleghi' per caso: lei voleva a tutti i costi riaprire il giornalino della scuola, ma non è mai stata una brava scrittrice e le serviva qualcuno portato. A detta sua io lo ero, ed anche tanto.
E bene, mi ritrovai ad oggi, con il mio articolo tra le mani è una voglia matta di risposte da parte di Betty. Sì, era il suo nome. La ragazza della porta accanto, la chearleader, la prima della classe e ora anche direttrice del giornalino scolastico. C'era qualcosa che non sapesse fare?
Bussai alla porta, sentì un flebile avanti e così spalancai la porta come se fosse fatta di paglia.
"Ehi Betty, ti ho portato l'articolo" dissi quasi urlando. La ragazza si girò, e con la testa simuló un okay e appoggiai il mio foglio sulla scrivania.
Avevo una voglia matta di dirle quello che provavo, avevo voglia di baciarle le labbra color fragola e guardarle dentro a quegli occhi più azzurri di uno zaffiro.
Si sentì qualcuno bussare e subito dopo entrare. Era un ragazzo, molto probabilmente del terzo anno, alto coi capelli nocciolati e gli occhi quasi neri.
"Ehi bets" disse con tono calmo "quindi stasera alle otto?" Comtinuó sempre col suo tono.
"Certo, ci vediamo da Pop's?" Rispose lei con la sua voce dolce di usignolo.
Il ragazzo non rispose, si limitò ad annuire e a darle un bacio sulla guancia. Sapevo che Betty non era innamorata di me, ma non tolleravo che qualcuno potesse toccarla. Volevo che fosse mia e dì nessun'altro; non sono mai stato un tipo geloso, ma volevo essere io il primo a baciarla, volevo sapesse che io l'amavo.
Il ragazzo le chiese qualcos'altro che io non capì con certezza, sembra quasi un 'ti amo' ma ero troppo impegnato ad andarmene con la coda tra le gambe e la consapevolezza che non avrebbe mai saputo quanto io l'amassi.

One Shot || Riverdale Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora