"È inutile andare al mare se non abbiamo la macchina, non si può mai fare niente perché tu non ha voglia di prendere l'autobus."
"Allora tanto vale rimanere a Milano chiusi in casa. Non si ha mai soddisfazione con te Valentina"
"Ahahaha gia." Risposi per prenderlo per il culo.
"Senti vai in camera, sparisci, ora non ho voglia di litigare"
Si alzò in piedi, ma non mi faceva paura, solo schifo. RIMASI A TAVOLA.
Lui andò a portare i piatti in cucina mentre io rimanevo a tavola facendo finta di non ascoltare. Sinceramente non me ne fregava un cazzo di tutte le cose che stava dicendo. Alla fine era sempre la stessa scena. le stesse frasi ripetute ogni giorno. Sapevo a memoria come finiva. Però era raro vederlo così arrabbiato.
I miei pensieri si interruppero quando lo vidi tornare a tavola.
"Scusa se te lo dico ma le persone fanno bene ad abbandonarti, non fai altro che prendere per il culo."
Cercai di ignorare quelle parole ma all'improvviso tutti i sensi di colpa e imbarazzo verso me stessa che cercavo di trattenere e accumulavo dentro me stessa ormai da giorni mi fecero scoppiare. Cercai di trattenere le lacrime. Non dovevo piangere, era solo felice se lo facevo, sentiva di aver vinto.. ma non ce la feci.
"Devo dire che ho davvero il padre migliore del mondo. Vaffanculo."
Dissi alzandomi dalla sedia e dirigendomi in bagno.
"Scusa non ho capito ripeti"
"Vaffanculo"
"Ma vaffanculo tu Valentina" urlò.
"Già."
Ecco finalmente ero arrivata in bagno, l'unico luogo in cui riuscivo a calmarmi dopo aver litigato per l'ennesima volta con mio padre. Entravo, mi guardavo allo specchio e continuavo a ripetermi "non è colpa tua, é lui che è uno stronzo.". Facevo sempre cosi dopo ogni litigata. E quindi pure quel giorno. All'inizio cercai di calmarmi, ma ero troppo arrabbiata, non riuscivo, avevo bisogno di sfogarmi e quello era il momento migliore.
"Smettila, è meglio che stai zitto." Gli urlai tirando i pugni alla porta.
Continuava a parlare male di mia mamma con la sua ragazza e sinceramente non riuscivo a state zitta.
"È meglio che stai zitta tu invece, non apprezzi mai nulla, rovini sempre la giornata a tutti, tu non sai la fortuna che hai nel aver girato mezzo mondo a15 anni"
"Non mi interessa di questo" non capiva quali erano le cose piu importanti.
"Che depressione, bene allora vai a vivere da tua mamma e quel cubano di Manuel, dato che lui ha la macchina"
"Tu non stai capendo proprio niente, e si sono triste, tu non sai cosa significhi avere una madre che vive dall' altra parte del mondo, non ti aspettare di vedermi felice prima di essere la con lei" urlai quasi senza voce tirando i pugni alla porta, non so se mi sentì ma io dovevo dirglielo.
Mi faceva incazzare sta cosa: ogni giorno, inevitabilmente aveva sempre qualcosa da ridire su mia mamma, lo Stronzo.
Diceva sempre le solite frasi "non sono io quello che ha abbandonato i miei figli ed è andato a fare la bella vita a Miami!" "vai pure da Manuel" o addirittura "pensi davvero che a lei importi di voi?! se ne andata e vi ha lasciati qua con me per liberarsi." Ero stanca, perche io sapevo perfettamente le ragioni di mia mamma e l'avevo appoggiata nella sua scelta nonostante facesse molto male ed in quegli ultimi mesi cominciavo a sentire davvero molto la differenza dalla vita che avevo prima che partisse e quella che ho ora. Questo nonostante fosse un anno e mezzo che era partita.
La sua lontananza era il peso più grande che mi portavo dietro. Non riuscivo a non pensarci.
Continuavo a piangere. Piangevo da mezzora, pensando a lei e ascoltando tutte le cazzate che aveva da dire mio padre, avevo voglia di urlargli tutto quello che pensavo, ma ero stanca. Non volevo creare problemi ce in realtà se la sua ragazza avesse saputo chi lui era davvero avrebbe fatto una gran figura di merda.
Pensavo solo al suicidio.
"Ora prendo quella lametta e mi ammazzo, non ne posso più di questa vita del cazzo"
ma poi pensavo a quanto ne sarebbe stata male mia mamma e non volevo abbandonare la mia migliore amica. Alex. Ero ormai autolesionista da 4 mesi.. tutto era cominciato per un litigio in cui rischiavo di perdere il mio "migliore amico". Presa dalla tristezza mi feci il primo taglio, e poi altri quattro molto superficiali. Se non mi avesse perdonato sarei caduta in depressione. Non so cosa sia esattamente, forse ci sono già. Non saprei dirlo, so solo che sento come un senso di vuoto dentro di me, e l'unica che riesce a riempirlo è appunto Alex. Lei è la ragazza più allegra che conosca. Quando sono con lei non penso mai a quanto sto male dentro, penso solo a quanto le voglio bene. Non riesco ad immaginarmi una vita senza lei. I suoi abbracci sono la cosa più bella del mondo, sono sinceri e si vede, mi metto a piangere solo al pensiero che potrei essere morta se non fosse per l'allegria e la positività che riesce a trasmettermi. La verità è che mi ricorda tantissimo mia mamma. Eppure, io non ero cosi, ero felice, andavo bene a scuola, non passavo le giornate a piangere in bagno. Non mi tagliavo... non pensavo che la morte fosse la soluzione... Mi ero promessa una cosa, se entro un anno non avessi visto mia mamma mi sarei uccisa. Fanculo ai miei sogni. Io volevo solo lei. Nella mia testa giravano tutti quei ricordi di cui mi vergognavo, e sensi di colpa. Tutto era partito da uno stupido coglione che se ora lo incontrassi lo prenderei a coltellate. Era il mio migliore amico l'anno scorso e... mi ha rovinato la vita. Era molto dolce con me, ma quando fini la scuola non mi scrisse più, non rispose ai miei messaggi..andò avanti tutto per sette/otto mesi finché un giorno lo chiamai "sinceramente non me ne frega più niente di te da quando e finita la scuola" quella parole avevano fatto più male e più schifo nello stesso tempo di qualsiasi altra cosa al mondo. Non perche lo avessi perso, non me ne importava più nulla, ma piuttosto perche avevo perso tempo dietro a lui e mi ero umiliata da far paura. Non riuscivo a non pensare che sicuramente lui mi prendeva ingiro coi suoi amici che mi conoscevano. Non riuscivo a non pensare a quanto ero ridicola.
Dopo quella telefonata lui era MORTO per me, così andai avanti con la mia vita.
Circa due mesi dopo comincio a piacermi un ragazzo. Non mi piaceva davvero, credo che mi fossi solamente affazzionata a lui. Era simpatico e vabbe mi trattava bene. Il giorno prima di pasqua feci la cazzata di dirglielo scrivendogli un messaggio. Da quel giorno, dopo avermi rifiutata dicendo che voleva coniscermi meglio, comincio a tirarsela tantissimo davanti a me. Me ne vergogno da morire, non posso credere di essermi abbassata tanto, che ridicola Vale. E poi il colpo finale. Arrivo l'estate e casualmente la vita volle che litigassi con l'unica amica che avevo li. Cominciarono tutti ad odiarmi e... addio vita sociale, mi aspettava un'estate chiusa in casa tra quattro mura. yeee.
Dopo un mese di giornate passate ascoltando la musica finalmente partii insieme alla mie bellissima famiglia e ... eccoci arrivati alla litigata di ieri sera, quella che ho raccontato all'inizio.
Non mi ero ma sentita tanto uno schifo di quel momento.Quelle parole "le persone hanno ragione ad abbandonarti" non riuscivo a dimenticarle. Mi sentivo un totale errore.
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DIE.
Teen FictionValentina ha 15. viveva una vita perfetta o almeno quasi, ma tutto cambiò quando sua mamma partì per andare a vivere in America. ha una migliore amica, tre amiche e un "migliore amico". motivo per cui inizio a soffrire. vive nella speranza di trovar...