Wherever You Are

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Jisung sa ancora del mio primo amore, sa ancora della pioggia autunnale e delle foglie di acero.
È per questo che sento ancora il suo profumo quando sono da solo, e nelle notti insonni trascorse soltanto con me stesso.
A volte, quando mi capita ancora, stringo forte il cuscino, e mi avvolgo tra le lenzuola che un tempo condividevamo: sanno ancora di lui.
Sanno di lui anche i miei vestiti.
So di lui anche io.

Il giorno in cui l'ho incontrato, per le strade c'era profumo di primavera, di pioggia e di fioriIn realtà era pieno inverno

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Il giorno in cui l'ho incontrato, per le strade c'era profumo di primavera, di pioggia e di fiori
In realtà era pieno inverno.
C'erano pozze di neve sciolta per le strade, e le luci di Natale sulle vetrine.
Ero uscito senza ombrello, nonostante mio padre mi avesse ricordato più volte di portarmelo dietro.
Così, mentre la lieve pioggia rendeva il mondo più silenzioso, sedevo su un'altalena arruginita e cigolante, spingendomi avanti e indietro con i talloni.
Il mio quartiere era deserto, così come il parco dove mi trovavo.
Ero solo su quella panchina, ma non importava.
Ero solo su quella panchina, come sarei stato solo a casa mia, a scuola, al corso di pittura.
Agli altri dicevo che ero una persona solitaria, che stavo bene con me stesso, ma aspettavo soltanto qualcuno che capisse che in realtà nessuno sta bene da solo.
Ero io stesso a isolarmi.
Nessuno riusciva a soddisfare quell'idea che avevo di amicizia.
Stanco, ero stanco delle persone.
Tutti erano così insensibili, menefreghisti, privi di unicità, nessuno attirava la mia attenzione tra la folla opaca. Non c'era nessuno che brillasse.

Io cercavo qualcono che mi capisse, che mi ascoltasse, che fosse disposto a sedersi con me su quella panchina fredda e leggere le mie poesie preferite, ed ascoltare le canzoni che mi facevano piangere.

Solo dopo poco tempo ho capito che alla fine l'essere umano, non è fatto per stare da solo, ma è egoista ed alla fine, quando si tratta di scegliere tra salvare qualcuno o salvare se stessi, finisce per scegliere quella più semplice e conveniente.

Eppure c'è stata una persona che per un periodo di tempo è riuscita a convincermi del contrario.

La persona che quella sera si è seduta accanto a me ed è diventata la mia ancora di salvezza.

Han Jisung, dal sorriso splendente e gli occhi velati di nostalgia.

Una di quelle persone che sarebbe stata capace di farti credere in qualsiasi cosa.
Mi ha fatto credere nell'amore vero e nella felicità.

Quel giorno si sedette accanto a me, con le guance arrossate dal freddo, e un cappello calato sulla fronte.

Si strofinò le mani e, voltandosi verso di me, mi rivolse un sorriso talmente caldo, per quella giornata d'inverno.

Un calore che sembrò avvolgermi, e mi entrò nel petto.

Ne sento ancora le tracce, proprio qui, dove batte il cuore.

Ricordo il modo in cui delicatamente si tolse l'auricolare dell'orecchio con un movimento rapido, e con un guizzo mi porse una mano.

"Piacere, Han Jisung"

Portava un anello al pollice destro, e due orecchini pendenti al lobo sinistro.

Solo a guardarlo avevo voglia di stringerlo a me e condividere con lui tutto il possibile.

Gli avrei svelato i miei più oscuri segreti, e rivelato i miei pensieri più profondi.

Quando incastrai la mia mano gelida nella la sua qualcosa mi spinse a sorridere.

"Lee Minho".

Mono no aware 物の哀れ - MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora