Han Jisung era l'amore della mia vita, mi dicevo.
Anche se lui non lo sapeva ancora.
Col tempo imparai ad apprezzare i difetti che in realtà non avevo mai visto in lui.Era un ragazzo sensibile come i pochi.
Profumava di gentilezza.
La sua stanza era piena di margherite.
Aveva la pelle del colore del caramello e il sorriso perlaceo.
I suoi occhi sapevano essere tanto spietati, quanto rassicuranti e colmi d'amore.
Sotto il suo tocco mi sarei potuto sciogliere come la neve all'arrivo della primavera.
Mi avrebbe potuto spazzare via con il suo calore.
Soffriva il solletico alla pancia e scommetto che se avessi dolcemente posizionato le mie labbra sul suo collo, si sarebbe lasciato sfuggire una risata, leggera come una spirale di fumo.
Dormiva di giorno, e passava le notti a riflettere.Lo scoprì la notte in cui lanciò un sassolino alla mia finestra.
Corsi ad affacciarmi quella volta, per vedere il suo sorriso innocente.
Con un cenno della mano mi disse di scendere.
Spensi la luce della mia stanza prima di scendere in silenzio le scale scricchiolanti, cercando non svegliare i miei genitori.In realtà fu una corsa sfrenata.
Afferrai le scarpe e mi chiusi la porta alle spalle con le mani tremolanti.
Avrei voluto piangere, o parlare da solo.
Ero così preso dall'idea di avere Jisung ad aspettarmi sotto la finestra, da dimenticarmi le chiavi di casa.
Mi prese per mano, come se fosse la cosa più naturale al mondo e infilò i nostri palmi incastrati nella tasca della sua giacca.
Le nostre spalle si sfioravano e se mi fossi voltato avrei potuto strofinare il naso sulla sua guancia e accoccolarmi sulla sua spalla.
"Non ti allontanare" mi pregò Jisung in un sussurro.
Il mio cuore palpitava.
Avrei voluto stringerlo a me, tanto da sentirmelo impresso a fuoco sulla pelle.
Avvicinai le labbra al suo orecchio.
"Posso avvicinarmi, allora" dissi in un sussurro.
A quel punto sfiorai la sua guancia con le mie labbra per lasciarci un bacio sopra.Jisung mi portò vicino al mare, dove il vento freddo ti entrava fin dentro le ossa e la salsedine ti si attaccava ai capelli.
Lì si sedette accanto a me sulla spiaggia e pioggiò la testa sulla mia spalla.
Strofinò il naso sulla mia clavicola ormai scoperta con una dolcezza che mi fece diventare leggero.
Con una mano scombinai i suoi capelli e lo avvicinai a me.
Avrei voluto morire in quel modo.
Lui tra le mie braccia e io tra le sue, in riva al mare.
Se la felicità era uno stato d'animo così ricercato perchè era bastato così poco per ottenerla?Lentamente baciò l'incavo tra il mio collo e la mia spalla.
Perchè lo stava facendo?Era una sorta di vendetta?
Jisung lasciò un altro bacio silenzioso, sulla mascella questa volta.
Mi voltai, incastrando il mio sguardo nel suo.
Chissà se anche lui trovava nei miei occhi ciò che io vedevo nei suoi.
Li vedevo iridescenti, trasparenti.
Solo più tardi avrei anche scoperto come apparivano quando appannati dalla nostalgia.In un guizzo così mi ritrovai a divorare delicatamente le sue labbra.
Sapevano di fragola, e di lavanda.Le nostre mani fra i capelli dell'altro e i nostri cuori intrecciati.
La sabbia ovunque e le camicie sbottonate.
In poco tempo diventammo due strambi ragazzi, sdraiati sulla spiaggia, troppo abbagliati l'uno dall'altro per notare le stelle sopra la nostra testa.
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Mono no aware 物の哀れ - Minsung
Short Story"Han Jisung, dal sorriso splendente e gli occhi velati di nostalgia. Una di quelle persone che sarebbe stata capace di farti credere in qualsiasi cosa."