"Mi privo di te"

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"Un paranoico è qualcuno che sa un po' di quello che sta succedendo."
- William S. Burroughs

Mi parlò di suo fratello fin dalla prima volta in cui ci incontrammo; parlava sempre di suo fratello e diceva che avrebbe tanto voluto vederlo, ma quest'ultimo era partito e si trovava in un posto lontano, a condurre una vita migliore

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Mi parlò di suo fratello fin dalla prima volta in cui ci incontrammo; parlava sempre di suo fratello e diceva che avrebbe tanto voluto vederlo, ma quest'ultimo era partito e si trovava in un posto lontano, a condurre una vita migliore. Mi parlava in continuazione di suo fratello come se in lui si celassero migliaia di persone differenti, diceva che non sarebbe bastato il tempo ancora a sua disposizione prima della morte per poter finire ciò che aveva da dire a riguardo. Diceva sempre qualcosa di nuovo, sconnesso, come se suo fratello non fosse nient'altro che frutto della sua immaginazione; un giorno era tornato dal suo viaggio, quello dopo ne aveva intrapreso uno ancor più pericoloso, una settimana dopo aveva perso il lavoro oppure era stato coinvolto in una rissa uscendone un po' ammaccato, ma pur sempre vincitore. Arrivai alla conclusione - non esatta - che non esistesse, pensai che Taehyung fosse gravemente malato e che io non sarei mai stato in grado di curarlo.

Un giorno gli chiesi perché non raggiungesse suo fratello invece di passare tutta la giornata nel mio studio e lui rispose: "perché tu sei lui."
A quel punto capii o forse i suoi occhi parlarono più di quanto avesse fatto lui da sei mesi a questa parte. Lo mandai a casa prima quel giorno, perché rimasi scosso dalla sua ultima affermazione. Rimasi scosso e scioccato perché non aveva una famiglia, era venuto qui di sua spontanea volontà e io non dovevo far altro che aiutarlo a guarire; le medicine non sarebbero servite, tantomeno digli la verità in faccia ed essere spudoratamente diretto e neanche chiuderlo fuori dalla mia porta. Il fratello di Taehyung era esistito, finché non fu investito alla spiacevole e amara età di vent'anni.

 Il fratello di Taehyung era esistito, finché non fu investito alla spiacevole e amara età di vent'anni

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Salve,
sono Min Yoongi, colui che segue il caso del paziente Kim Taehyung da sei mesi e tredici giorni. Conobbi Taehyung un giovedì mattina del mese di ottobre, fuori pioveva a dirotto e il ragazzo si presentò davanti ai miei occhi sorridendomi dolcemente. Come ben saprete, il nostro è un centro d'ascolto gratuito e aperto a chiunque, così supposi che Taehyung fosse un semplice ragazzo, il quale aveva un immenso bisogno di parlare e non avesse soldi da spendere per potersi far aiutare da psicologi professionisti e dai quali si paga letteralmente un'occhio della testa, con tutto rispetto ovviamente. È un avvenimento che si ripete parecchio frequentemente siccome molti adolescenti riscontrano problemi di vario genere con la famiglia, la scuola e/o le relazioni con i propri coetanei, e presumo che farlo sapere in giro sia una sorta di disagio interiore vissuto da questi giovani adulti. Invece per Taehyung era diverso, perché sì, effettivamente non possedeva i soldi sufficienti per potersi affidare ad un professionista, ma se non avesse visto in me il suo amatissimo fratello maggiore, non avrebbe mai avuto l'idea di recarsi qui.
Secondo quello che mi ha raccontato, il suo fratellone è una brava persona, aiuta gli altri a risolvere i loro problemi e lavora duramente e con grande e ammirevole passione. Il vero problema di Taehyung è che non ha accettato la sua morte, ha fatto così tanta difficoltà a realizzarla che è finito per cancellare dalla sua mente il giorno in cui è deceduto. Inoltre chiunque potrebbe essere suo fratello, chiunque indipendentemente dal lavoro, la voce, la famiglia e perfino il viso (anch'esso è stato brutalmente eliminato dalle sue memorie); in poche parole la popolazione mondiale è considerata, dal paziente, suo fratello.

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