|nicotine.|

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La sveglia suonava per la terza volta in quella fredda mattina di novembre, una mano spazientita si muoveva tra quel cumulo di coperte, per cessare il fastidioso suono.
Prendendo il cellulare, Lisa si accorse delle innumerevoli notifiche e chiamate perse, gli orari segnati erano tutti a notte fonda.
Chissà quanti giorni erano passati da quella sera, si domandava, chissà se ne era passato almeno mezzo.
Se ne accertò controllando la data, erano passati solo due giorni, la vita passata nell'angolo di un letto sembrava un'eternità.
Non ricordava di aver mangiato, la delusione le aveva riempito anche lo stomaco, la depressione glielo aveva chiuso.
Decise allora di sbloccare il telefono andando nella chat piena di messaggi non ancora letti.

Jennie

Mi dispiace, so che ho sbagliato.
01:23

La tua mancanza mi opprime.
Sono stata una cogliona.
01:23

Sai quanto è difficile sapere che
finalmente sei tornata,
ma che non posso averti più?
02:30

Dimmi che non è davvero
finita e che passerà.
02:32

Ti amo sul serio, Lisa.
03:01

La ragazza non ce la fece più a leggere il continuo dei messaggi, il nodo in gola glielo impediva, le lacrime le annebbiavano la vista.
Faticava a respirare, il dolore del suo cuore si propagava in ogni dove nel suo gracile corpo. Il quale, cercava conforto, che però, non poteva avere.
Questa era la verità: era sola.
L'avevano lasciata tutti, non le restava più nessuno in quel mondo.

-E allora cosa resto a fare?

Ricacciò dentro quel pensiero, non doveva permettere alla debolezza di quel momento di prendere il controllo.
Però lo sapeva che in fondo Jennie le mancava. Ma cosa doveva fare? Perdonarla così, di punto in bianco?
È vero, non stava più con quella Jisoo, e Jennie stessa aveva detto che non era vero amore.
Abbassò la testa, vedendo il piccolo schermo illuminarsi improvvisamente, Jennie la stava chiamando, era la 34esima chiamata ormai. La mano tremolante si avvicinò al cellulare, non voleva rispondere, ma in quell'istante aveva bisogno di riprendersi, e la sola melodia della voce di Jennie poteva calmarla.

-Oddio Lisa, finalmente! Pronto? Ci sei?

Dall'altro capo del telefono, la più grande sentiva piccoli respiri affannosi, allora continuò a parlare.

-Come stai? È da un bel po' che non ci sentiamo... beh, sono solo due giorni, ma senza te mi sono sembrati almeno dieci!

Le scappò una risatina, ma era solo per sdrammatizzare, non ricevette ancora risposta, le sue orecchie fremevano di udire la dolce Lisa.

-Mi... manchi, Lili. Voglio vederti, anche solo per un istante ma ti prego, concedimelo.

Sentì qualcosa cambiare nel respiro di Lalisa, come se quella semplice frase l'avesse fatta sorridere. Lì capì che non era ancora finita.

-Tanto so dove abiti, non puoi nasconderti.

Attaccò il cellulare, era una minaccia?
Ma Lisa si sentiva tutt'altro che minacciata, da un certo punto di vista era rincuorata, quasi felice.
Forse aveva solo bisogno di qualcuno al suo fianco, o magari, aveva solo bisogno di Jennie, nonostante quello che le aveva fatto.

dilectus. [ jenlisa ] !sequel¡Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora