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ATTENZIONE: QUESTA NON È UNA MIA STORIA, MA DI LIEFDE SU AO3. IO LA STO SOLO TRADUCENDO E TUTTI I DIRITTI SONO SUOI.

Max non sapeva come sentirsi quando Daniel bussò alla porta della sua camera d'albergo. Avevano appena concluso una gara, finita in un deludente ritiro per lui e Daniel – quegli stupidi motori si erano rotti per l'ennesima volta.

"Max, sono io." Disse Daniel dall'altra parte della porta. Non serviva dire chi fosse per farlo capire a Max, conosceva la voce del suo compagno abbastanza bene. L'avrebbe riconosciuto anche solo guardando le unghie delle dita.

Aprì la porta e immediatamente percepì qualcosa quando non vide la solita felicità e il sorriso sfacciato di Daniel. Solitamente aveva la sua tipica espressione in viso, perché un colpo alla porta di Max significava che probabilmente avrebbero fatto le loro cose da amici con benefici.

"Hey" gli disse mentre lo lasciò entrare. Dan andò direttamente sul suo letto e si buttò sopra. Fece sorridere Max un po' di più, era una classica abitudine di Daniel. Si comportava sempre come se la camera del compagno fosse la sua. E Max lo amava.

"Quindi... non che mi stia lamentando, ma come mai sei qui?" Chiese il più piccolo una volta seduto vicino all'australiano.

"Sai che stavo pensando di fare un paio di cambiamenti nella mia vita, giusto?" Chiese guardando Max.

"Si? Una volta mi hai detto qualcosa del genere dopo aver scopato, un paio di settimane fa." Usò un tono quasi casuale e Daniel ridacchiò.

"Maxy, ti ho influenzato nei modi giusti direi, no?" Disse con un ghigno. Sfregò leggermente  il collo di Max ed il più piccolo sogghignò semplicemente. "Ma voglio essere veramente serio per un momento nella mia vita, adesso." Aggiunse e sospirò.

In quel momento Max seppe che c'era qualcosa di sbagliato. Alzo un sopracciglio e lo guardo con aspettativa.

"Voglio lasciare il team Max." Disse, lasciandolo per un secondo in un silenzio mortale. Poi Max iniziò a ridere nel suo modo classico, finché le lacrime non si formarono agli occhi e non riuscì a respirare più.

"Questa è una bella battuta, Dan! Ci sono quasi cascato con il tuo 'sono serio ora'! Sei veramente il-"

"Non sto scherzando, Max" Dan lo interruppe e guardò dall'altra parte, rimuovendo la mano che aveva messo sul suo collo.

"Cosa?!" Disse. Perché non se l'aspettava? O forse l'aveva pensato, ma il pensiero che Dan lo lasciasse – li lasciasse – era stato messo in quel buio e piccolo spazio del suo cervello.

"Mi spiace Maxy. È solo che, come già ti avevo detto, non mi piace più il team. Non funziona. E non voglio combattere con te. Correre significa moltissimo per me, ma l'amicizia è molto più importante. Specialmente la nostra. Pensa a tutte quelle amicizie distrutte a causa della Formula 1. Non possiamo lasciare che ci accada."

Max guardò fisso fuori dalla finestra, cercando di assorbire tutto.

"Hey, Max. Di' qualcosa, per favore?" Chiese Daniel dopo un po', strofinando leggermente la schiena al più piccolo nel modo in cui gli piaceva.

"Dove andrai allora?" Chiese finalmente.

"Renault" replico e la bocca di Max si aprì per la sorpresa.

"Con i loro motori di merda? Per favore rimani, non voglio essere il primo pilota, lo sai Dan! Voglio soltanto noi, che vinciamo gare assieme."

"Max, non importa cosa vuoi tu, entrambi lo sappiamo. Loro vogliono avere il più giovane campione del mondo, lasciali fare. Ma non sento di voler rimanere se devo fare il secondo. E sarò il primo pilota alla Renault. Ho solo bisogno di questo cambiamento, spero tu possa capire la mia decisione." Disse Dan con occhi tristi e non ci volle molto perché Max lo abbracciasse stretto.

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