È l'ultima ora di lezione, fuori piove e il cielo e grigio, il prof continua a parlare nonostante sia stanco e svogliato ma nessuno sta seguendo la lezione, affianco a me c'è Dana, continua a dirmi di girarmi ma sono troppo pigro anche per girare la testa
«eddai... guardami!» a questo punto cedo e accontento la mia amica ma come pensavo ho sprecato le mie energie per una scemenza, Dana mi mostra un foglio con una scritta piccolissima al centro, sgranò gli occhi per mettere a fuoco «scemo chi leg- fanculo Dana mi hai fatto girare solo per questo?» mi rigiro sbuffando mentre lei ridacchia.
La campanella suona e tutti si alzano e il prof cerca di dare i compiti per il giorno dopo ma in pochi si fermano e io di certo non sono uno di loro, esco dalla classe e cammino verso il mio armadietto spero sempre di avere il corridoio libero per arrivarci più veloce ma è sempre affollato e mi sento più un bambino che cerca sua mamma al mercato che un tizio che cammina verso il suo armadietto ora spero solo di non essere interrotto da qualche impiastro.
«ciaoooo Orizon!» come non detto «non urlare! E sono Martin non Orizon...» una ragazza di prima mi venne in contro, non avevo ancora memorizzato il suo nome, era nuova, credo che si chiami Anna o qualcosa del genere «scusa com'è che ti chiami? È che non sei qui da tanto e io...» «mi chiamo Abbey, Abbey King» primo momento imbarazzante del giorno, perfetto «hem scusa Abbey adesso devo proprio andare ciao!» cammino verso la meta, mi giro e la ragazza mi saluta con la mano.
Finalmente arrivo al mio armadietto, aprendolo case un foglietto azzurro a righe, lo apro e dentro c'è scritto "lo so è strano farlo tramite un biglietto ma... Volevo dirti che mi piaci, da Cassie <3" mi giro per controllare che nessuno sia nei paraggi e mi metto il biglietto in tasca e mi incammino verso l'uscita «ma aspetta, cassie non era gay?» mi rigiro e vedo quelle due che ridono guardandomi, Abigail e Barbara mi avranno messo il biglietto per far fare una figura di merda alla poverina... Ma non questa volta bitch! fortuna che Cassie melo aveva detto sennò la figura di merda avrei fatta io.
Arrivo all portone e cerco di aprirlo ma invano, gli altri da dove sono usciti? Ah giusto dalla porta sul retro, corro fino alla seconda porta e provo ad aprirla ma niente, erano le uniche porte non bloccate, adesso che faccio? Ormai sono usciti tutti.
Mi squilla il telefono, è mamma
<Allora? Quando arrivi a casa il pranzo è pronto ormai da un pezzo!>
«mamma sono bloccato a scuola non so come uscire ora vado in direzione, spero chd ci sa il preside»
<Meglio per te perché se arrivi dopo le 16 toccherà a te lavare i piatti>
«ok ok adesso vado ciaoo»
Riattacco e mi metto il cellulare in tasca, non voglio perdere tempo.
Corro fino in direzione, apro la porta ma il preside non c'è «cosa faccio ora????» stanco da tutte quelle corse salgo le scale e mi imbatto sul primo distributore che vedo e inserisco la moneta nella macchina intento a comprare dei creackers ma cadendo rimango incastrati «che cazzo ci mancava solo questa!» tiro un pugno alla macchinetta e mi ci appoggio sopra aspettando il nulla, all'improvviso una mano mi circonda l'addome e sale fino alla spalla mi giro di scatto spaventato «ma che cazzo!» che ci faceva qui e poi che stava facendo? Era Abigail «che fai? Perché non sei andato casa?» «le porte erano tutte bloccate poi... non cera nessuno quindi boh volevo aspettare qui» la ragazza sembra imbarazzata, un atteggiamento poco presente nella sua personalità «io ho le chiavi di tutte le porte, sai mio padre è uno dei bidelli...» il mio broncio si trasforma in un sorriso «allora che aspetti, andiamo!» Abigail aveva ancora quella strana espressione «tieni, io rimango qui per un po' tu intanto vai» mi da le chiavi e si gira dall'altra parte, cos'ha?
Ora non ho tampo di pensare a lei devo correre a casa «no! Mi ero dimenticato della pioggia, vabbè per una volta mi bagneró un po'» apro la porta e corro più veloce che posso fino a casa mia, non è molto lontana, è nella via parallela alla scuola.
«mamma sono a casa!» entro in casa e mi tolgo le scarpe, cammino per il corridoio e langio il mio zaino in camera mia buttandomi nel letto «cazzo sono bagnato» mi rialzo subito e mi tolgo tutti i vestiti bagnati per poi metterli ad asciugare e metterne altri asciutti.
Apro l'armadio è prendo la prima maglia che vedo e sopra il letto trovo degli skinny jeans grigi e meli metto velocemente e vado i cucina dove trovo mia mamma che a quanto pare si è calmata.
Mi siedo a tavola e il mio piatto è già la però sopra c'enera unaltro per non far raffreddare il cibo, lo apro mangio in fretta e mi butto sul divano accendendo la tv mia mamma esce per fare la spesa e io avendo la casa libera ho l'intenzione di invitare amici a casa.
Chiamo Dexter, un mio amico
«oi coso vieni da me?»
«adesso? Ma piove»
«vabbè caso mai ti presto dei miei vestiti se i tuoi di bagnano troppo»
«ok arrivo»
«ciao»
Metto giù il il telefono e aspetto davanti alla tv, dopo circa cinque minuti Dex è davanti a casa mia.
Suona il campanello molte volte ma tanto sa che so già del suo arrivo da prima che metta giù la bici.
Gli apro il cancello e la porta è lui entra correndo, si toglie le scarpe mi guarda seccato e scuote la testa facendo schizzare dappertutto, è fradicio ed ha anche freddo «vai in camera mia c'è il termo acceso ora ti porto un asciugamano» vado in bagno e prendo un asciugamano che andando in camera lancio al mio amico «Non possiamo uscire quindi, chd facciamo?» «boh non so ma intanto cambiati che se mia madre vede sta roba mi ammazza» Dex apre l'armadio e cerca dei vestiti che gli vadano bene, non ci mette molto dato che abbiamo quasi la stessa taglia, sceglie una maglione nero della supreme e dei mom jeans azzurri fino a metà stinco di cambia velocemente si mette l'asciugamano in testa per non far gocciolare i capelli e si specchia facendo finta di essere un modello «sono veramente un figo»
Ci mettiamo a ridere tutti e due poi andiamo in salotto dove la TV è ancora accesa sul canale dei cartoni «guardi ancora sta roba? Ma guardati roba più adatta alla tua età!» «certo certo, che dovrei guardare? aspetta non dirmelo...» mi guarda con sguardo malizioso e fa un sorriso come se si stesse trattenendo dal ridere «ti pare che ci sono in tv? Ma vaffanculo va hahaha» ridiamo ancora e parliamo di cose stupide per circa un'oretta con in sottofondo la tv accesa a basso volume solo per non sentirci soli.