la stella piú fragile dell'universo

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Wow ancora Ultimo che fantasia.
  
                                         ——

Fabrizio stava scrivendo un nuovo album. Ultimamente gli era tornata l'ispirazione e senza perdere neanche un minuto si era messo a scrivere. Si era appuntato parole, parole e ancora parole su fogli bianchi, che poi aveva lasciato sparsi sulla sua scrivania. Ora era seduto proprio a quella scrivania, a notte fonda, alla luce dell'abat-jour, a cercare una melodia adeguata. Aveva la chitarra sulle ginocchia e un foglio scarabocchiato davanti a sé. Gli occhi chiusi per cercare di concentrarsi. Come un bagliore di luce tenue che filtra attraverso una tenda, una melodia gli passa per la testa, insinuandosi nei suoi pensieri in punta di piedi. Tenendo sempre gli occhi chiusi inizia a muovere le dita sulle corde della chitarra e a canticchiare le parole.

"Che poi mi piaci anche quando non parli 
e canti sottovoce quei tuoi ritornelli 
mentre tra le dita rinchiudi i capelli"

Ormai sapeva a cosa era dovuta quell'ispirazione improvvisa, o meglio a chi. Ermal. Si riteneva fortunato ad averlo al suo fianco.
Gli era capitato una volta di assistere mentre il più piccolo scriveva una canzone. Erano insieme e a un certo punto Ermal aveva interrotto il discorso e si era messo a scrivere sulle note del telefono. Gli aveva detto di non interromperlo e così aveva fatto, si era messo in disparte ed era rimasto a guardarlo. Mentre scriveva stava in silenzio, non un fiato. Si sentiva solo il battere dei pollici sulla tastiera. Ogni tanto si fermava a pensare e si arricciava qualche ciocca di capelli scuri tra le dita, mentre a volte rileggeva quello che aveva scritto, improvvisando una melodia. Fabrizio stava ad ammirare quel capolavoro di persona, che in qualche modo si era trovato al suo fianco. Perché Ermal gli piaceva così, assorto nei suoi pensieri, con una mano nei ricci scuri e le labbra che si muovevano rapidamente, facendone uscire una melodia quasi inudibile.
Non gli ha mai fatto leggere quello che ha scritto.

"Comunque con te
comunque con te"

Fabrizio si ferma di suonare e lentamente apre gli occhi per appuntarsi quelle note. Torna a guardare la chitarra e poi lentamente ricomincia ad accarezzare le corde, dolcemente.

"Quando mi dici mi vedo sbagliato
invece sei come io ti ho disegnato
tu che rimani anche appena sei andato"

Sapeva che Ermal non si sentiva abbastanza. Mai abbastanza per gli altri, mai abbastanza per se stesso. Ma per Fabrizio lo era, era abbastanza, se non di piú. Gli andava bene esattamente così com'era, anche se non perfetto e con i suoi difetti. Era esattamente come Fabrizio lo voleva, non voleva che cambiasse per lui o per qualcun altro.

"Comunque con te
comunque con te"

Di nuovo si appunta le note sul foglio davanti a sé, poi con il sorriso sulle labbra torna a suonare la chitarra.

"Mi piacerebbe portarti in collina 
vedere il mondo come si declina 
portarti più in alto, più su delle nuvole 
tu che profumi di sogni e di fragole"

Fabrizio faceva di tutto pur di strappare un sorriso al più piccolo, e quando ci riusciva provava una gioia immensa. Non avrebbe mai pensato di sentirsi così felice per la felicità di qualcun altro.
Gli sarebbe piaciuto potergli dare tutto quello che voleva, ma dopotutto, come poteva lui, che non riusciva a soddisfare neanche se stesso?

"Se riiniziasse un'altra vita
non chiederei che fosse infinita 
mi basterebbe sapere che esisti 
che è lo stesso il profumo che indossi"

Non si aspettava certo tutto questo all'inizio. Non si aspettava di rimanerci dentro fino al collo. Inutile negarlo ormai, si era innamorato di Ermal e non c'era modo di uscirne. Ma se dovesse rivivere tutto da capo lo rifarebbe, lo rifarebbe altre mille volte, perché nonostante faccia male, nonostante sia impossibile, lui non si era mai sentito così vivo. Ermal gli aveva donato quella vivacità tipica dei bambini, quella voglia di andare avanti nonostante tutto.

"E se non mi conoscessi farei come ho fatto 
dirti che ti aspetto in un posto perfetto 
che poi io di perfetto non ho proprio niente 
divento perfetto se ti ho tra la gente"

No lui non si sentiva perfetto, era tutto tranne che perfetto. Pieno di dubbi e insicurezze, cose di se stesso che non gli erano mai piaciute, vizi e difetti. Perfetto era l'ultima cosa che poteva essere. Ma con Ermal era diverso. Con Ermal in qualche modo si sentiva giusto, si sentiva in pace con se stesso. Lui che la pace la cerca da sempre, l'ha trovata in un ragazzo che é entrato nella sua vita quasi per sbaglio.

"Comunque con te 
comunque vada con te"

Non sa se questa canzone la inciderà mai, ma ha bisogno di finirla, ha bisogno di trasformare in musica i suoi sentimenti. Così si appunta le nuove note e poi con le dita torna sulle corde.

"Sono pesante lo dico a me stesso 
troppo romantico e prima o poi casco 
ma me ne sbatto di tutta sta gente 
che non dà peso alle cose importanti"

Forse stava correndo troppo, stava lasciando correre i sentimenti, non stava mettendo nessun freno. Ma forse andava bene così. Dopotutto non si era mai sentito così bene prima.

"che poi l'amore se infondo ci pensi
è l'unico appiglio in un mondo di mostri
e tu lo descrivi in un modo pazzesco
tu lo rinchiudi in un solo tuo gesto"

Non importava se stava correndo nella direzione sbagliata, perché lui stava bene. Lo sapeva benissimo, il mondo é tiranno, ti fa credere di stare bene e un secondo dopo ti tira giù, ancora più in basso di prima, finché non arrivi a un punto morto, dove non hai più le forze per lottare. L'unico appiglio per non cadere nell'abisso era l'amore, non importa se ricambiato o no. L'amore per un'altra persona o ti salva o ti fa sprofondare ancora più velocemente. Ma valeva la pena rischiare. Ed Ermal descriveva a pieno questo sentimento. Bastava anche solo un gesto all'apparenza banale, come un sorriso, o una carezza.

"Mi piacerebbe lanciarti nel cielo
vedere il tuo corpo che pian piano sale
collocarti nel posto più giusto
la stella più fragile dell'universo"

A Fabrizio sembrava di avere tra le mani un pezzo di vetro che sarebbe potuto rompersi da un momento all'altro. Allo stesso tempo però, si sentiva protetto al suo fianco, al sicuro, come se fosse lui ora il pezzo di vetro. Avrebbe voluto proteggerlo da tutto, collocarlo in un posto dove niente e nessuno avrebbe potuto più fargli del male. Posizionarlo su una stella, un po' come il Piccolo Principe. Sarebbe la stella piú fragile dell'universo, perché la bellezza sta del dimostrare le proprie fragilità. Oltre a essere fragile quindi, sarebbe anche la piú bella. Un po' come Ermal.
Buffo pensare che solo l'anno prima era lui a cercare una persona che lo portasse via da tutto il dolore, e ora si trovava nella condizione di essere quella persona per qualcun altro.

"Comunque con te
comunque vada con te"

Finisce di scrivere le ultime note e poi guarda il foglio soddisfatto. Era perfetto.
Guardando le stelle fuori dalla finestra pensa che gliele dedica tutte, in particolare la stella più fragile dell'universo.

La stella più fragile dell'universo - Ultimo

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