-Lauren, ti prego...- sussurró Jacqueline con il volto rigato di lacrime. Erano passati solo pochi minuti da quando Mrs. Kieran si era avviata verso la meta che le attendeva. La ragazzina, con gli occhi ancora lacrimanti, osservò il paesaggio scuro che scorreva davanti a lei. Quel buio che regnava nel bosco, rispecchiava perfettamente il suo stato d'animo: buio, scuro e freddo. Ma allora perchè si sentiva così in colpa? Perchè si era lasciata trasportare dalla rabbia in quel modo così assurdo? Con questi pensieri, le lacrime di Jacqueline aumentarono, lasciando spazio anche a dei forti singhiozzi. La ragazza si guardò le mani. Non erano bruciacchiate, non erano irritate, non avevano qualche scritta o disegno fantasioso. Ma allora, cos'era successo? Era successo tutto così velocemente, in quell'istante era come se lei avesse quei poteri da molto tempo, come se li controllasse da una vita. Il buio cessò e davanti a Jacqueline comparve un grande edificio sporco e squallido. Una luce fioca, illuminava l'ingresso. La fanciulla rabbrividì quando vide scritto in giganti lettere blu, la parola ''Manicomio Infantile''. Lauren parcheggiò davanti, appoggiandosi al sedile e sospirando, disse - Siamo arrivate.-. Jacqueline scese lentamente, con in mente già l'idea di scappare e cominciare la sua vita da senzatetto. - Non provare a scappare ragazzina. Moriresti dopo due giorni.- sentenziò Lauren, guardando Jacqueline dritto negli occhi. Il freddo della notte penetrava nelle ossa della ragazza e le pizzicava gli occhi color nocciola. Le due donne entrarono nello squallido edificio, essendo subito avvolte in un calore travolgente. La stanza era piccola e spoglia, le pareti erano coperte da una carta da parati gialla e con qualche macchia di umidità. Lateralmente si trovava un uomo dietro ad un bancone ricoperte di fogli e di bicchieri di caffè ormai svuotati. Mrs. Kieran si avvicinò all'uomo, che da come aveva reagito sembrava riconoscerla. Cominciarono a parlare sottovoce lanciando varie occhiate a Jacqueline. Quest'ultima se ne stava in disparte, con gli occhi rossi a causa delle lacrimi, fissi a osservare il vuoto. La ragazza si poneva mille domande. L'avrebbero abbandonata lì? L'avrebbero maltrattata? Perchè la sua matrigna conosceva quel posto? Mentre Jacqueline si poneva sempre più domande, sentì Mrs. Kieran richiamarla. - Jacqueline.- disse con voce fredda la donna - Da oggi vivrai qui. Comportati bene-. La fanciulla guardò intensamente la vecchia signora dinanzi a lei. - Voglio delle risposte.- disse la ragazza piena di rabbia - Non lascerò che lei mi abbandoni qui come si abbandona un cane per strada o in un canile. Forse potrò anche denunciarla per questo!-. Jacqueline continuò a parlare, mentre la sua voce si incrinava sempre di più. Ma la Kieran si limitò a osservarla con disprezzo, per poi recarsi al di fuori.Sola. Jacqueline era completamente sola. Dopo l'uscita della signora Kieran, l'uomo l'aveva sistemata in una piccola stanza buia e fredda. Dormiva su un lettino sottile e privo di coperte, ma a lei non importava. Sapeva già che sarebbe morta lì, in quello schifoso manicomio pieno di ragazzini folli. Probabilmente qualcuno l'avrebbe accoltellata in uno scatto di pazzia o sarebbe morta di tifo, tant'era sporco quell'edificio. Chiuse gli occhi e cominciò a parlare ai suoi genitori. Cominciò a pregarli di venire lì a prenderla e di portarla lassù con lei.