Under Arrest

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AVVERTENZE: la storia NON è mia ma di _Andromeda_95 su efp/ @EricaStylinson su Wattpad!

Sta pensando a questo quando sente il campanello suonare. Si alza sbuffando e va ad aprire la porta, trovandosi davanti un poliziotto. È giovane, alto e quando chiede "lei è Louis Tomlinson?" con voce roca una scarica elettrica attraversa tutto il corpo di Louis fino a fermarsi nel basso ventre. "si, sono io" risponde, dopo aver ritrovato finalmente la voce.

Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: PWP

Note Autrice Originale:
Ok. Dopo un anno esatto sono tornata con i miei super viaggioni. Questa os nasce dalla parte (molto) perversa che è in me. E' tutta colpa del presunto piercing di Harry Styles, di questi giorni e tutte queste foto che stanno uscendo e dell'adrenalina che sto accumulando e che in qualche modo devo sfogare. Quindi ecco qui questa cosa. E' la prima volta che mi cimento nello scrivere smut, quindi siate clementi, ma fatemi sempre sapere cosa ne pensate. Enjoy!


UNDER ARREST


Louis si accascia sul divano, una ciotola di popcorn tra le mani e la partita dei Rovers in tv. È una serata tranquilla, il suo fidanzato è a lavoro e non rincaserà prima di mezzanotte e lui può finalmente concedersi un po' di relax e di imprecazioni contro l'arbitro palesemente a favore della squadra avversaria. Si chiede cosa stia facendo il suo ragazzo, se sia così tanto oberato di lavoro da non riuscire a mandargli nemmeno un sms. A volte capita che durante i turni di lavoro noiosi facciano un po' di sexting, e Louis si ritrova puntualmente a masturbasi, immaginando le calde mani del suo ragazzo sul corpo che lo toccano lascivamente; altre invece non ce la fa a fare da solo, e allora lo raggiunge al bar e consumano una
sveltina nel magazzino sul retro, attenti a non farsi scoprire.

Ma oggi niente messaggi, niente chiamate, nemmeno un piccolo squillo. Eppure è strano, è un mercoledì come un altro e il mercoledì al bar non c'è quasi mai nessuno. Sta pensando a questo quando sente il campanello suonare. Si alza sbuffando e va ad aprire la porta, trovandosi davantiun poliziotto. È giovane, alto e quando chiede "Lei è Louis Tomlinson?" con voce roca una scarica elettrica attraversa tutto il corpo di Louis fino a fermarsi nel basso ventre.
"Sì, sono io," risponde, dopo aver ritrovato finalmente la voce.
"Sono l'agente Harry Styles. Abbiamo ricevuto una segnalazione secondo la quale lei detiene una notevole quantità di marijuana in casa, posso entrare a dare un'occhiata?" Louis è spiazzato, spalanca gli occhi e annuisce.
"Pr- prego, faccia pure,"  e nel frattempo si scosta per lasciarlo passare. Nel superarlo, l'agente gli lancia un'occhiata penetrante che fa stringere lo stomaco a Louis. Il ragazzo inizia a girare per il salotto, apre cassetti e cassettini, fin quando non trova una bustina con circa trenta grammi di erba. "E questa?"
Louis si agita, guarda ovunque tranne che verso il ragazzo mentre dice "Ehm... non ne ho idea, non è mia."
Il ragazzo inarca un sopracciglio e gli si avvicina lentamente, a passi misurati scanditi dalle sue parole "E come ci sarebbe finita nel suo salotto se non è sua?"
"I-io non lo so."
L'agente sbuffa, mentre con un ultimo passo raggiunge Louis, lo afferra per un polso e lo fa voltare. "Senta, Tomlinson, non sono uno stupido, e lei non può prendermi in giro in questo modo." Pronuncia queste parole dritte nell'orecchio di Louis, che sente dei brividi caldi scendere lungo la schiena. "Lei è in arresto per possesso illegale di stupefacenti."
Louis inizia ad agitarsi nel sentire il freddo delle manette chiudersi contro i polsi. "No la prego, non può, mi dica cosa devo fare, la prego chiuda un occhio."
L'agente ride, una risata roca e beffarda, mentre si avvicina di nuovo al suo lobo e soffia, "Forse potremmo venirci incontro." E per rimarcare il concetto, gli accarezza lascivamente una coscia, poi il fianco, fino a risalire sul petto e spingerselo prepotentemente addosso.
Louis emette un "Oh," sorpreso, nel sentire l'erezione dell'altro contro il suo sedere. Vi si spinge contro mentre con voce piccola risponde "Sì, potremmo. Potremmo decisamente."
L'agente emette un leggero gemito nel sentire il culo del ragazzo contro il suo inguine e il tono di voce quasi arrendevole e bisognoso. Inizia a baciargli il collo, succhiando e mordendo la porzione di pelle dietro l'orecchio mentre mormora, "Forse è il caso di controllare se hai anche qualche dose addosso, non credi?"
Louis annuisce freneticamente, mentre dietro di lui l'agente inizia a tastargli tutto il corpo con prepotenza. Dal petto, scende verso lo stomaco, poi i fianchi, le cosce, i glutei. Dedica particolare attenzione a questi ultimi, li tasta, li afferra con le mani grandi, fin quando non decide di averne abbastanza e si rialza bruscamente. Prende Louis per un braccio e lo costringe a girarsi per guardarlo negli occhi. Sono scuri, le pupille dilatate, sembrano dargli il permesso di fare ciò che vuole, così lo fa. Lo spinge verso lo schienale del divano mentre gli sussurra sulle labbra, "A una prima perquisizione superficiale sembri pulito. Ma meglio indagare più a fondo," e poi lo bacia. Aggredisce la sua bocca con prepotenza cogliendo Louis di sorpresa, passa la lingua sul labbro inferiore e Louis sente qualcosa di freddo e duro contro il suo labbro: un piercing. Il ragazzo continua a leccare e succhiargli le labbra, porta una mano tra suoi capelli, li stringe tra le dita e avvicina ancora di più il volto di Louis al suo, e Louis non può fare altro che dischiudere le labbra e abbandonarsi alla lingua prepotente dell'altro.
È un bacio rude, prepotente, e Louis fa quasi fatica a stare al passo del ragazzo, a rispondere con la stessa intensità, e il metallo freddo con cui la sua lingua si scontra gli rende il tutto ancora più difficile. Si lascia sfuggire un gemito quando l'agente gli morde forte il labbro inferiore per poi mormorargli sulle labbra "Adesso farò una perquisizione più approfondita, e tu farai tutto quello che ti dirò, intesi?" Poi lo guarda negli occhi, mentre Louis soffia un "Sì" tra i denti.
"Sì cosa?" gli chiede l'altro, mentre inizia a sollevargli la maglietta, il tono duro.
"Sì, signore," pigola Louis, mentre l'agente gli pizzica un capezzolo turgido.
"Così va meglio," e attacca la

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