3. Non ho più una vita normale

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Durante gli ultimi giorni di scuola ero piuttosto assente, perché non facevo altro che rimuginare sull'ultima conversazione tra mio papà e Sam. Cercavo di ricollegare tutte le cose che si dicevano.

'Allora, ricapitolando: papà è figlio di questo Efesto e Sam è figlio di questo Apollo. Apollo aveva detto a papà qualcosa su di me... che non ho potuto sentire a causa del frullatore. Poi quei mostri, le Empuse, avevano qualcosa contro mio papà e Sam, e loro le avevano già combattute. La

loro madre non vuole che io continui a vivere... e infine mio papà mi vuole mandare in questo campo, dove dovrò avere un arma, appena finisce la scuola, campo dove lui e Sam si sono conosciuti.' Non facevo altro che ricapitolare tutto, cercando di ricordare tutto quello che si erano detti Sam e mio papà.

I nomi Apollo ed Efesto mi erano familiari, e mi sono rinvenuti in mente quel mercoledì, perché in classe la maestra ne aveva accennato. Quel pomeriggio ho riguardato il mio quaderno di storia di quinta classe, fino a quando li ho trovati. Erano due dei dodici dei dell'Olimpo, gli dei greci: Apollo era il dio del sole, dell'arte e della medicina, Efesto del fuoco e dei fabbri. Ma non aveva senso. Come potevano Sam e mio papà essere figli di due dei?

'Forse sono dei nomi in codice' ho pensato. 'Forse papà e Sam fanno parte di qualche organizzazione dove usano questi nomi come copertura... il campo dove andrò forse è fatto apposta per questa organizzazione... forse è qualcosa di militare. Possibile che la mia famiglia sia impigliata in queste cose?'. Ma non avevo pensato ai mostri. Quelli erano veri, quelle Empuse erano decisamente mostri, le avevo viste. E se i mostri erano veri forse anche gli dei lo erano.

'Ma cosa sto pensando?' mi sono chiesta da sola. 'Mi sono suggestionata da sola, quello era solo un sogno, anche se è accaduto veramente, ma me le sarò immaginate quelle cose... Empuse sarà il nome codice forse...'. Per quanto l'ipotesi della faccenda militare o quello che era fosse incredibile, era sicuramente più sensata di quella dove la mitologia greca dovrebbe esistere.

In tutto questo a scuola Cylia mi guardava strana. Probabilmente il pomeriggio dopo che avevo previsto il futuro si era resa conto di quanto era assurdo quello che era successo, e la mattina dopo non ne aveva parlato, anche se, appunto, mi guardava strana. Entrambe abbiamo fatto finta di niente, e invece abbiamo parlato di quello di cui parlavamo solitamente. Ovviamente io non ho fatto parola di tutto quello che mi girava per la testa.

L'ultimo giorno di scuola c'è stato un pranzo insieme ai genitori per salutarci e per portare a casa tutti i lavori fatti durante l'anno. Per quanto fossimo tutti felici per l'inizio delle vacanze, quell'ultima fatica di portare tutte statue di argilla, lavori del legno, lavori manuali, quaderni, disegni geometrici e disegni artistici a casa era davvero una noia.

Mi sono salutata con Cylia, perché probabilmente non ci saremmo viste tutta l'estate, ho salutato tutti i maestri e i miei altri compagni e sono andata finalmente a casa con mia mamma e mio papà.

Dopo aver scaricato la macchina e aver posato tutto nella mia stanza in modo sensato, mio papà mi ha chiamata nel soggiorno per dirmi qualcosa.

"Questa estate andrai in un campo estivo per ragazzi" mi ha annunciato. 'Lo sapevo'.

"Ci dobbiamo andare domani, anche se il periodo estivo comincia tra un po', ma..." si è interrotto, probabilmente cercando una scusa, perché la verità era che i mostri mi cercavano e dovevo andare in questo campo al più presto.

"Emh, ci sono degli eventi prima del tempo estivo e sarebbe un peccato se te li perdessi..." ha continuato. Stava evidentemente mentendo, mio papà non era per niente bravo a mentire. Questo era il momento migliore per capire come stavano le cose veramente.

La Creatrice di FuturiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora