Prologo

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Inspira, espira. Un po' alla volta. Calma. L'ossigeno sembrava non bastare, l'aria entrava nei suoi polmoni quasi a vuoto, perché il suo respiro affannato non aveva intenzione di stabilizzarsi. Inspira, espira. Calma. Il cuore le esplodeva nel petto, la fronte grondava di sudore, le mani tremavano. Era immersa nel silenzio, ed era molto inquietante. Era un silenzio irreale, e l'oscurità in cui era immersa di certo non aiutava. Il caldo non accennava a diminuire, sembrava quasi di stare in mezzo ad un falò. L'aria torrida le raschiava la gola, il suo viso sembrava aver preso fuoco. È tutto normale, sei al sicuro, si ripeteva. Ma la paura le ardeva nel petto e non sembrava volersi spegnere. Il terrore che tutto potesse svanire da un momento all'altro era sempre presente. Il silenzio cessò all'improvviso, e la paura con lui. Prese il suo posto uno strano vuoto dentro il suo petto. Rumori e suoni iniziarono a levarsi, prima piano poi sempre più forte, confondendosi tra di loro e creando un brusio insopportabile. Voci, pensieri, urla, era tutto confuso, e non faceva che aumentare la sua angoscia. Ai suoni, si aggiunsero le immagini. Dapprima in bianco e nero, sfocate e indistinte. Poi i colori si accesero all'improvviso, tutto si fece più chiaro, ogni immagine acquistò il suo significato. Le capiva tutte. Le sembrava che scorressero una dopo l'altra ad une velocità pazzesca, eppure lei riusciva a comprendere di cosa si trattasse. Vorticavano davanti ai suoi occhi in un miscuglio di luci e colori, ma lei le capiva tutte.

-Mi consideri una stella?-chiese lei con un'espressione buffa. Ethan annuì, e la ragazza scosse la testa mordendosi il labbro inferiore- nel senso che sono fatta di gas e sprigiono una gran quantità di luce?-.

-Nel senso che sei bellissima e preziosa-la corresse lui.

Tutto troppo veloce, troppo sfuggente. Le immagini sembravano fatte di fumo, quando provava ad acchiapparne una, questa spariva dalla sua vista. Confusione. Ecco cosa predominava. Ma la confusione non avrebbe di certo bloccato quelle immagini che si vedeva scorrere davanti.

-È il mio regalo di compleanno. Spero che ti divertirai-. Bianca annuì titubante, e rivolse alla madre uno sguardo carico di gratitudine.

-Grazie, mamma-le sussurrò- per tutto-.

Perché non si fermavano? Era forse chiedere troppo? Un secondo di più, ecco cosa voleva. Avrebbe voluto riabbracciare la mamma, dirle quanto fosse felice di rivederla e ringraziarla un'altra volta. Chiederle scusa magari. Troppe cose da fare e troppo poco tempo, l'immagine era già svanita prima che iniziasse a formulare tutti quei pensieri. Di nuovo, troppo veloce. Tutto andava così in fretta, la vita andava così in fretta, e lei sembrava non riuscire a tenere il passo.

-Sei una strega, Bianca-disse Cole diretto- il tuo potere è grande, non immagini neanche quanto. Credi sempre in te stessa, e tutto andrà bene-.

Quello non le era piaciuto per niente. "No, non è vero!", avrebbe voluto urlare, "Non dirlo mai più". Ma che senso aveva negare la realtà? Che senso aveva continuare a mentire a se stessa, fingere che andasse tutto bene, e che lei non avesse davvero ereditato il dono della Magia? Era come se quelle immagini si stessero prendendo gioco di lei. O magari le stavano dando una lezione.

Il tentacolo emise un suono simile a un sibilo, e poi scattò nella loro direzione. Cole fu rapido, e afferrò Bianca per la mano, portandola dalla sua parte, e la ragazza non poté fare niente quando il tentacolo raggiunse Ethan e gli trapassò il petto, strappandogli il cuore sotto i suoi occhi.

-No! Ethan!-.

Quell'immagine sembrò passare più lenta delle altre, e in quel momento forse andava bene così. Le sembrò di aver urlato per la seconda volta, ma era solo un impressione. Avrebbe tanto voluto bloccare tutto, poter fare qualcosa, magari tirarlo via da li prima che fosse troppo tardi. L'angoscia era scomparsa da tempo ormai. Forse era perché i brusii si erano affievoliti, le voci erano meno confuse, e le immagini talmente luminose e nitide da potersi concentrare solo su di esse e non sui propri sentimenti. Ma adesso, adesso la disperazione aveva attaccato il suo cuore, sembrava volerlo distruggere pian piano, consumandolo sotto il suo tocco. E se avesse potuto versare anche solo una lacrima, tutto sarebbe andato già meglio. Ma non poteva.

The fall of the HellWhere stories live. Discover now