Il soldato di seconda classe si sistemò la Dubionovka e, al contrario degli altri, non baciò la stella rossa. Che fosse il simbolo dell'Unione Sovietica o dell'Impero Russo, poco importava: una patria identica all'altra, che chiedeva sangue e sacrifici ai suoi figli.
Ma poi, l'Unione Sovietica era una patria?
Il soldato di seconda classe non la vedeva come una patria. La Santa Madre Russia era qualcosa di diverso. I burocrati insistevano tanto sul concetto di nuovo stato e internazionale comunista che la patria russa aveva perso valore ai suoi occhi.
E anche di molti altri.
E dire che non era studente di filosofia o altro, ma di medicina.
Adesso stava marciansdo fra i laghi finlandesi. Gelo e neve ovunque. Le paludi erano ghiacciate e sembravano adatte a essere attraversate dai carrarmati.
Ma quel ghiaccio era traditore perché i corazzati sovietici sprofondavano.
Quel paese era una trappola.
Il soldato di seconda classe si tenne per sé quei pensieri. Meglio tacere o il commissario politico gli avrebbe sparato in testa.
La linea Mannerheim non era distante. Di lì a poco, si sarebbe combattuto.
«Che fai? Mangi?» chiese a un commilitone.
«Sto... masticando... la carne... del rancio» rispose l'altro, mentre digrignava i denti.
«Ma se abbiamo mangiato due ore fa!».
«Sto... ancora... masticando».
«Sei incredibile».
Ci fu un abbaiare di mitragliatrice. Era una Lahti-Saloranta 26. Non che il soldato di seconda classe ne fosse certo, ma era diffusa fra le truppe finniche.
Tutti a terra e poi si rivolsero verso la fonte del fuoco.
Il soldato di seconda classe non comprese chi era morto o chi stava prono per ripararsi.
I Mosin Nagant starnutirono.
I sovietici strisciarono fino a una macchia di cespugli.
Per il soldato di seconda classe era strano a vederli. Parevano più dei soldati tedeschi della Grande Guerra, con quelle punte.
La Lahti-Saloranta 26 continuava a strepitare.
Di sfuggita, fra il fogliame, il soldato di seconda classe vide i compagni alzarsi in piedi e palleggiare come lance i fucili.
Lavoro di baionetta.
La Lahti-Saloranta 26 tacque.
I soldati russi esplosero in delle grida. «Urrà! Urrà!».
Il soldato di seconda classe restò indietro e osservò i compagni caduti. Molti, avevano pozzanghere di sangue ghiacciato. Tranne uno. E gli si avvicinò per rivoltarlo e vide che era quel furbacchione che ancora stava masticando.
Era morto soffocato per lo spavento, il cibo di traverso a giudicare da certi indizi.
«Che strana morte».
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La Seconda Guerra Mondiale in racconti Capitolo 5 Unione Sovietica
Short StoryVentinove racconti brevi sull'Unione Sovietica nella Seconda Guerra Mondiale, ognuno tratto da un'illustrazione di un libro sulle uniformi del conflitto.