🅱️OI

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La caduta fu terribilmente dolorosa. Mi ruppi un unghia. Urlai fortissimo dal dolore, mai provato nulla di simile. Il mio ulro triggerò il poliziotto, che mi raggiunse in giardino e mi puntò la pistola contro. Disse "fermo o sparo". Ma si dimenticò di un particolare, ovvero la sua carnagione.
Sembrava essere pronto a colpirmi, aveva la mani tremanti ed era in uno stato di sudorazione eccessiva.
Si pisciò anche addosso. Aveva davanti si un bambino, ma anche un terribile killer, che aveva anche provato ad occultare in maniera penosa il corpo di suo zio. Però ebbi un idea. Si trattava di uno sbirro di colore (si è alquanto surreale il tutto, soprattutto quest'ultima frase, ma vbb).
Quindi, prima che potesse uccidermi dissi "ehi, sai una cosa?". E lui "c-che cosa". Io risposi "sei un ni🅱️🅱️a".
Lui, da vero pulotto statunitense (forse nei capitoli precedenti ho detto che la storia è ambientata tipo in Italia ma fregacazzi), sapeva BENE che, in caso si vedesse un nero per strada, intento a fare cose strane tipo camminare, era giusto controllare che non facesse cazzate, sparandogli per avvertimento come minimo 42 colpi in testa.
E lo fece. Si sparò in bocca. Un gesto eroico, indubbiamente, ma che lo portò alla morte.

Non persi tempo e, dopo aver onorato il corpo eiaculando precocemente sopra di esso presi la pistola e scappai, poiché sentii suoni di sirene, messe in allerta dal colpo di arma da fuoco. Avevo un leggero vantaggio. Inoltre, confidavo nel buonsenso dei poliziotti che sarebbero giunti a casa di mio zio. Speravo che, come di norma, avrebbero perso tempo a verificare il decesso del loro collega eccessivamente abbronzato, pestandolo per una 20ina di minuti circa. Mentre scappavo decisi di dirigermi alla fermata del pullman, per prenderne uno alla cazzo ed andare il più lontano possibile da questo posto.

Io e Don SpermaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora