La katauta 片歌 ("frammento di poesia") è un antico genere di poesia composto da tre versi e diciannove sillabe, disposte secondo lo schema 5-7-7, ritenuto da alcuni storici la base della poesia giapponese in generale (insieme allo schema 5-7-5 degli Haiku). Si tratta della forma più breve di waka 和歌 o "poesia giapponese" (la quale comprendeva diverse forme, quali la "poesia breve" (tanka 短歌), la "psia lunga" (chōka 長歌) e alcune bussokusekika 仏足石歌 e sedōka 旋頭歌.
La katauta venne abbandonata agi inizi dell'epoca Heian (794-1185). Era impiegata principalmente come forma dialogica privilegiata verso un amante o una persona particolarmente cara (esaltando più la componente emotiva che quella logica), fungendo da nucleo strutturale per componimenti più lunghi, come la sedōka (poesia composta da un unico autore, con stanze parallele slegate dalla formula "domanda-risposta") e il mondō 問答 (dialogo a due voci, spesso impiegato negli ambienti Zen).
Tempoceano
Racchiude le conchiglie
Nuotando nelle ore.
Nel guscio d'uovo.
Un cosmo trasparente
Cuore di biancarancio.
Il temperino
Intaglia la matita.
Farfalline di legno.
Chiusa di cielo.
Bui occhi di stelle
Su nessuna natura.
Com'aquilone
Primavera volteggia
Su ali di rondine.
Sola aspetto
Dell'albero già spoglio
Ultima verde foglia.
Prenditi ora
Sotto alle lenzuola
Le mie mani nude.
E volano via
Appagate le siepi
D'api e di polline.
Passo e vado.
Nell'incontro dell'ombra
I sogni dell'anima.
Nell'oscurità
Del novilunio s'apre
Satellite d'argento.
Lassù la luna
Di scintillanti veli.
Siderea la notte.
Gelo d'inverno.
Riflessi blu di luna
Si specchiano nel lago.
Ultima luna
Dentro questo respiro.