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Quando Kagami si svegliò erano appena le tre del mattino. Non sapeva nemmeno perchè si era svegliato.
Di solito quasi niente o nessuno riusciva a svegliarlo ma non sentiva nessun rumore in casa. Quindi non aveva la più pallida idea di chi o cosa l'avesse disturbato.

Dopo aver provato ad riaddormentarsi senza successo, si stese sul fianco destro, guardando l'altra persona presente nel suo letto.

Kuroko dormiva così profondamente che non sentì nemmeno la mano di Kagami accarezzargli il viso.
In quei momenti i tocchi di Kagami diventavano precisi e delicati, non come quando era in campo e si ritrovava la palla tra le mani.
Lì diventava una furia quasi inarrestabileche che se aiutata dai compagni di squadra diventava imbattibile.
In campo usava la velocità e la forza bruta, mentre quando era con il ragazzo diventava tutta un'altra persona.
Per Kuroko era lo stesso: per il resto del mondo era l'apatico ragazzo invisibile quasi privo di forza fisica. Ma appena lui e Kagami rimanevano soli un sorriso gli increspava le labbra sottili e il rosso aveva occhi solo per lui.

Il rosso guardò quei tratti delicati, la pelle chiara e quelle labbra sottili che lui erano peggio di una droga. O meglio, era tutto il ragazzo ad essere una droga per lui.
Infatti, per entrambi, l'altro era diventato indispensabile, quasi come respirare.

"Kagami-kun..." mormoro il più piccolo.
"Buongio-" si interruppe il rosso. Kuroko stava ancora dormendo. Stava soltanto parlando nel sogno.

Kagami gli accarezzò la test, infilando la testa nei capelli di quel colore così strano. Al minore non piaceva quando gli altri gli toccavano la testa, ma con Kagami era diverso,lo adorava anche se non l'avrebbe ammesso nemmeno sotto tortura.

All'improvvisoil rosso si accorse che Kuroko cominciava ad agitarsi e sudare freddo.
"Kagami-kun! Kagami-kun! Aspetta!" Inizio a farfugliare l'azzuro ancora addormento.
"Hey, Kuroko! Kuroko! Sveglia!"provo a svegliarlo Kagami dandogli da leggeri colpi sul braccio senza successo.

"Kagami-kun! Aspetta! Non te ne andare!" Continuava a ripetere Kuroko con voce strozzata.

Kagami si accigliò.
Loro avevano sfidato e battuto la generazione dei miracoli e il fidanzato non aveva quasi mai mostrato segni di paura e/o pressione, sembrava sempre calmo e controllato, anche se in realtà sapeva che anche lui aveva delle difficoltà nello scontrarsi con i vecchi compagni di squadra.

In questo momento, invece Kuroko aveva paura ed sembrava triste, molto triste.

Quindi come faceva solo un sogno, o meglio, un incubo a fargli questo effetto? Doveva essere qualcosa di veramente spaventoso. Ma cosa? Kagami voleva sapere. Voleva sapere cosa tormentava il fidanzato così tanto.

"Kuroko! Svegliati! È soltanto un sogno. Apri gli occ-" un singhiozzo interruppe il maggiore. Delle lacrime stavano solcando il viso dell'azzurro.

Kagami non sapeva cosa fare. L'aveva visto piangere poche volte e l'aveva sempre consolato.
Ma adesso non sapeva che cosa affliggesse il giocatore fantasma. Quindi come avrebbe potuto aiutarlo? Doveva sapere.

"Kagami-kun... Ti prego... Non andartene..." la voce flebile di Kuroko interrotta solo da singhiozzi era ridotta ad un sussurro quasi impercettibile.
"KUROKO! DANNAZIONE, SVEGLIATI!" Quasi urlò il rosso prendendo il ragazzo dalle spalle.

In quel momento il minore aprì gli occhi, mettendosi seduto.
"Kagami-kun? Ma cos-" si interruppe l'azzuro accorgendosi delle lacrime che gli solcavano il viso. Le asciugò velocemente con il dorso della mano non volendo spaventare il fidanzato.

"Scusa, ti ho svegliato."riprese subito con la sua voce pacata.

"Ero sveglio da un pò." rispose Kagami "Cosa stavi sognando?"

"Non ricordo." mentì Kuroko, sapendo bene che il suo tono di voce non era affatto credibile e il rosso l'aveva visto piangere, ma pregò lo stesso che il ragazzo non se ne accorgesse, non voleva farlo preoccupare.

"Kuroko, non mentire."

Come non detto.

"Kagami-kun, non sto mentendo."

"Kuroko ti conosco abbastanza bene da capire quando qualcosa non va. Dimmi la verita. Ho provato a svegliarti per quasi dieci minuti e tu continuavi a ripetere il mio nome piangendo. Sono il tuo ragazzo e ho il diritto di sapere che cosa ti affligge." Kagami era serio come non mai e Kuroko non se la sentiva di dissobedire, così prese un bel respiro e rispose.

"Ho sognato che tu smettevi di giocare ha basket e non mi volevi più, sia come ombra sia come fidanzato. Era tutta colpa mia, tu non volevi nè parlarmi nè vedermi e-" un abbraccio lo interruppe.

"Non sono sicuro di molte cose, ma sono certo che non ti lascierò mai, qualunque cosa accada, e non smetterò mai di giocare a basket, tu dovresti saperlo meglio di chiunque altro."

"Kagami-kun..."

Kuroko senti di nuovo le lacrime solcargli il viso che nascose nel petto del maggiore.
Di risposta il rosso cominciò ad accarezzargli i capelli.

"Come se io potessi lasciarti, baka. Non devi più sognare cose del genere. Promettilo."

Entrambi sapevano che non si potevano controllare i sogni, erano creazioni della mente umana, delle gioie e delle paure e non si poteva decidere se farli o meno.

"Lo prometto." rispose il più piccolo mentre con le braccia esili stringeva il corpo imponente del rosso.

"Non ti lascierò per nessun motivo al mondo. Mi servi sia in campo sia a casa." continuò Kagami
"Anche se TU sei la mia casa." e con questo si sdraiò sul letto costringendo l'azzurro a fare lo stesso.

Adesso erano sdraiati a cucchiaio, con la schiena di Kuroko contro il petto di Kagami mentre quest'ultimo lo abbracciava dietro e le gambe del minore erano intrappolate tra le sue.



"Kagami-kun?"

"Si?"

"Grazie."

"Per cosa?"

"Per essere la mia luce."

'Dovresti essere tu la luce visto che mi hai insegnato a fare gioco di squadra e a non arrendermi mai, rendendomi uno dei membri della squadra più forte del Giappone.' pensò il rosso, ma non disse niente di tutto ciò.

Sapeva che il fidanzato era molto testardo e non gliel'avrebbe lasciata vincere.

"Allora grazie a te."

"Per cosa?"

"Per essere la mia ombra."

Kuroko si voltò verso il fidanzato che lo stava osservando sorpreso. L'azzurro gli diede un bacio a fior di labbra e subito arrossì.
Non era abituato a questi gesti intimi e spontanei, così nascose subito il volto nel petto del compagno sentendo le guance andare a fuoco.

Kagami sorrise intenerito dalla vista di quel piccolo Kuroko super-imbarazzato e con una mano prese ad accarezzargli la testa intrecciando i capelli alle sue dita.
Dopo pochi minuti senti il respiro del più piccolo farsi più regolare e pesante, segno che stava dormendo.

"Io non me ne andrò e sicuramente non ti lascierò andare via per nessuna ragione al mondo. Io appartengono a te e tu a me."

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