Ten Roses.

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Il locale era ancora chiuso, Liam e Andy erano da poco arrivati per preparare l'occorrente necessario alla serata che doveva ancora iniziare. Il sole era ancora caldo e si rifletteva sulla pista da ballo, pronto a lasciare posto alla sera e al fresco, tipico clima estivo.
Tutto era all'ordine del giorno, tranne un piccolo dettaglio che non si era mai visto prima: “E quel sorriso?” chiese Andy, che mentre lavava i bicchieri notò in Liam un pizzico di felicità. Liam non aveva capito che l'amico si fosse rivolto a lui, poi scese dalle nuvole: “Eh? Cosa?” 
“Perché sorridi?” disse divertito Andy, curioso di sapere cosa passasse nella testa del collega. Liam rise imbarazzato: “Stavo pensando.”
“Uh uh, allora qualcuno è innamorato!” Andy ci stava prendendo gusto, soprattutto perché l'amico era arrossito ed era impossibile negare l'evidenza.
“Ma che dici! Non è vero!”
“Guarda che se ci pensi e ridi hai preso una bella cotta, amico!” esclamò il biondo con voce saggia e sguardo furbo.
“No, è impossibile. Le conosco le mie emozioni.”
“Accipicchia Liam, è proprio quando crediamo di conoscere noi stessi che in realtà non ci conosciamo affatto.” questa volta Andy era serio ma Liam iniziò a trovare la cosa inquietante: “Tu mi vuoi persuadere, pensiamo a preparare che è meglio!” e risero di nuovo insieme, una risata che però lasciò Liam dubbioso.
La verità è che Andy non aveva torto, e questo Liam lo sapeva. Era da giorni che pensava a un ragazzo. Qualche sera prima si era presentato nel locale e aveva chiesto da bere ad Andy, ma catturò immediatamente la sua attenzione, e rimase immobile per dei secondi a guardarlo. Quel ragazzo aveva degli occhi che Liam non aveva mai visto, non tanto per il loro colore bensì per quello che riuscivano a comunicare. Il ragazzo se ne stava lì a bere il suo drink mentre la folla ballava, stava zitto, non ancora pronto a rientrare in pista, così Liam ne approfittò per dedicargli altre occhiate, e si perse nei lineamenti del suo viso.
La serata era cominciata e il locale era pieno come sempre, però fortunatamente i due baristi trovavano sempre qualche momento di pace tra un cliente e l'altro.
Finalmente arrivò anche Niall, il migliore amico di Liam: “Ciao Liam, scusa per il ritardo, ero passato a prendere un amico.”
“Sì mate, non preoccuparti. Vuoi qualcosa da bere?”
“Perché no? Un gin tonic, per favore.”
“Ci vai leggero sta sera, eh?” scherzò Liam, dato che il gin tonic non era leggero affatto. Niall rise con lui, poi disse: “Zayn! Tu cosa vuoi?”
Liam non aveva notato che c'era un ragazzo vicino al suo amico. Era vestito completamente di nero e con le luci blu elettrico che dividevano la sala e il nero della notte era difficile notarlo.
Il ragazzo si girò di poco, ma era ancora difficile intravederlo, dato il riflesso delle luci: “Cosa?” rispose a Niall.
“Cosa vuoi da bere?” urlò Niall dato che la musica soffocava ogni parola.
“Oh, io un cocktail analcolico, grazie.” disse il ragazzo rivolgendosi a Liam e concludendo l'ordinazione con un sorriso simpatico.
Liam rimase paralizzato. Ci mise qualche secondo a mettere a fuoco, ma poi realizzò che era veramente lui. Era il ragazzo di qualche sera fa che lo aveva tanto colpito, e che da giorni non smetteva di pensare.
“Uhm, sì, arrivano subito.” rispose titubante quando ormai nessuno lo stava più ad ascoltare.
Sentì un tuffo al cuore, il quale prese a battergli fortissimo incredulo di avere quel ragazzo davanti ai suoi occhi. Aveva perso le speranze di poterlo rivedere, di lui gli rimaneva il bellissimo ricordo della sua figura scura in contrasto con gli occhi accesi come fari, ma in quel momento.... poteva osservarlo davvero.
Cercava di preparare i drink il più lentamente possibile solo per potersi girare e poter guardare il ragazzo come si muoveva, e probabilmente cosa diceva.
Si avvicinò al bancone, consegnò le bevande e poi chiese: “Scusa, tu sei...?”
“Piacere, io sono Zayn.” rispose l'altro in tutta simpatia.
'Zayn' si ripeteva Liam. 'che strano nome, non l'avevo mai sentito'.
“Io mi chiamo Liam, piacere mio.” concluse impacciato.
Zayn si era nuovamente volto per guardare la folla ballare, improvvisando anche movimenti che andassero a ritmo di musica, mentre Liam stava lì in piedi a regalargli degli sguardi che non venivano ricambiati.
Si sentiva terribilmente in imbarazzo, ma anche sollevato e soddisfatto perché era riuscito a scambiare due parole con il misterioso ragazzo che da giorni non riusciva a togliersi dalla testa.
“Allora lavori qui. Da quanto?” chiese improvvisamente Zayn, spaventando Liam e presentando un'altra di quelle espressioni che gli facevano battere il cuore più forte.
“Dall'inizio dell'estate. Vorrei mettermi da parte dei soldi per il conservatorio.” disse Liam a voce sottile e stretta. Poi deglutì la sua stessa ansia.
“Conservatorio?” l'espressione di Zayn era sorpresa e contenta.
“Sì, so suonare il pianoforte ma vorrei laurearmi.” ammise Liam.
“Ma è meraviglioso!” esclamò il moro, con una nota di fierezza nella sua voce.
Liam non capiva: “Ah sì? Suoni anche tu qualcosa?”
“No, io canto, ma non mi sono mai curato di iscrivermi ad una vera e propria scuola.”
“Be', a certe persone non serve una scuola. C'è chi è nato bravo.” Liam stava iniziando a prendere confidenza con le sue emozioni, e forse era meglio lasciarsi andare ora che avevano trovato un punto d'incontro.
Zayn gli raccontò delle sue esperienze che non erano andate a buon fine, e del fatto che ha preso tanti 'no' nella sua vita.
Liam prestò attenzione a qualsiasi frase lui dicesse, dimenticò la gente e la musica alta nel locale, dedicò tempo alla sua storia notando tutti i particolari possibili che confermavano quanto quel ragazzo fosse diverso. Parlava in modo strano, aveva un accento poco diverso dal suo, ma questo lo affascinava. La sua voce era sottile e calda, e mentre raccontava la sua vita era come ascoltare una favola, la cui voce del narratore rendeva ogni minimo dettaglio indispensabile e indimenticabile.
Non aveva più paura. Ormai era da un'ora che parlavano e c'era confidenza tra i due. Zayn confidò a Liam la sua ammirazione per i Guns 'n Roses, dichiarando di desiderare cantare come loro, un giorno.
Ne parlava come se la musica fosse il suo più grande amore, e probabilmente lo era perché aveva negli occhi quel bagliore di stella che tanto colpì Liam giorni prima, e un sorriso perenne che lo metteva di buon umore.
A fine serata, quando ormai il locale stava chiudendo, Niall vedeva ancora i due ragazzi illuminati da una piccola luce che discutevano.
“Zayn, andiamo?”
“Caspita, di già?” urlò all'amico con tristezza nella voce. Era stato bene quella sera. Guardò Liam: “Grazie Liam per avermi ascoltato. Poi magari ci si vede.” accennò un sorrisetto e lasciò il locale con Niall.
Liam rimase da solo con Andy per pulire il locale.
“Te lo mangiavi con gli occhi.” esclamò Andy, non lasciando mai da parte il suo umorismo e la sua curiosità.
“Cosa?!” Liam si finse indifferente. La verità è che aveva testa da tutt'altra parte.
“Sai di chi parlo. Come si chiama? Zayn? Ti ho visto come lo guardavi.”
Liam lasciò da parte l'imbarazzo. Aveva bisogno di sfogarsi e così non poté trattenersi: “Non era bellissimo?” disse con occhi sfavillanti che a quell'ora della notte non erano mai stati così vivi.
Andy scoppiò a ridere, fiero e soddisfatto di aver scoperto l'amico: “Ti abbiamo perso.”
“Come si fa a non perdersi in quegli occhi?” rispose Liam in tutta sincerità, e insieme risero.
Era vero. Liam si era perso negli occhi di Zayn. Avvertiva ogni verità, tristezza, dolore e felicità perché essi parlavano, e insieme alla sua voce creavano un vortice di emozioni in cui Liam si sentiva intrappolato. Voleva liberarsi? O voleva restarci?
Sentiva di aver creato un rapporto con quel ragazzo, poiché le passioni più forti e piccole sono quelli che legano in modo più profondo le persone, e mentre lui si sentiva perdutamente innamorato, sapeva anche che per Zayn poteva essere solo una semplice amicizia che stava sbocciando.
Quella notte pensò a tutti i modi in cui poteva conquistare quel ragazzo. Lo voleva. Lo voleva tanto. Quelle emozioni era sicuro che non le avrebbe provate per nessun altro, e anche il battito del suo cuore era diventato diverso, forse aveva trovato il suo posto nel mondo. Il posto giusto.
Da quel giorno in poi, grazie a Niall, i due ragazzi si incontrarono spesso. Per un motivo o per un altro iniziarono a condividere del tempo insieme.
Niall aveva ormai capito che il suo migliore amico non aveva più occhi che per il ragazzo moro, e osservò ogni suo movimento e atteggiamento.
“Liam, perché non insisti?” gli chiese durante un pranzo.
Pensieroso quest'ultimo domandò: “Per cosa?”
“Per Zayn. Perché non ci provi?”
Liam deglutì in fretta e rispose dopo qualche secondo: “Si nota così tanto?”
“Io so solo che quando una persona si innamora ha il tuo stesso sguardo mentre lo osservi e lo ascolti. Io lo noto.” Niall era sincero e serio. Ci teneva a vedere il suo migliore amico felice, e voleva aiutarlo ad andare fino in fondo con i suoi sogni.
“Il fatto è che lui mi vede solo come un amico.”
“Questo è perché sei tu che pensi che lui ti possa vedere solo in quel modo.”
Liam era di nuovo pensoso, poi Niall continuò: “Tu puoi fargli capire che non vuoi che siate solo amici, perché da parte tua non lo siete affatto.”
“E cosa pensi dovrei fare?”
“Insisti. Fai qualcosa per lui.” Niall era veramente serio, così tanto da sembrare preoccupato.
“Perché mi dici questo, Niall?”
“Come perché? Voglio solo che tu sia felice, e con Zayn lo sei tantissimo, come non ti ho mai visto prima.” concluse il biondo sorridendo e dando un pizzicotto alla guancia dell'amico.
Liam restò abbastanza scombussolato davanti a quella conversazione, però si disse che alla fine Niall aveva ragione. Doveva conquistare ciò che più voleva, e così fece.
Un giorno tornando a casa, Zayn trovò una rosa rossa per terra sullo zerbino con un bigliettino con su scritto 'per Zayn'. La odorò e sorrise, incredulo e felice di aver ricevuto una rosa. Corse immediatamente da Liam per dirglielo, ed era evidente quanto fosse sorpreso, meravigliato e estasiato.
“Nessuno mi aveva mai regalato una rosa! Chissà chi è!” confidò all'amico, e lo abbracciò per la contentezza.
Quell'abbraccio era il loro primo vero contatto, e se Liam prima pensava di aver passato il limite delle sue emozioni, in quel momento sentì i brividi dei suoi battiti percorrergli tutto il corpo. Zayn lo stava abbracciando stretto ed era felice di tenerlo fra le sue braccia.Non potevo chiedere di meglio pensò.
“Scusa Liam è che.... sono felice!” disse il ragazzo sfoggiando un sorriso a trentadue denti. Uno di quei sorrisi che di rado si vedevano poiché era difficile far ridere di gusto Zayn. Quel sorriso folgorò il cuore di Liam, e automaticamente sorrise anche lui.
Sebbene il moro non sapesse chi avesse spedito quella rosa, Liam capì che vederlo felice era tutto ciò che c'era di bello da vedere, perciò gliene mandò altre: prima due, poi tre, poi quattro, fino ad arrivare a dieci. Al decimo mazzo nel bigliettino era scritto: 'dieci rose come dieci sono i respiri che perdo quando sto con te.'
Aveva fatto decisamente centro, perché Zayn lo raggiunse in lacrime mostrando all'amico quanto stesse accadendo a lui da parecchie settimane.
Liam non avrebbe mai pensato che Zayn fosse capace di piangere, ma vederlo in quello stato lo spinse ad abbracciarlo.
Successivi alle rose, arrivarono i biglietti. Zayn aspettava l'inizio del mese solo per poter trovare davanti casa dei bigliettini minuscoli da parte di quell'anonimo così romantico.

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