Capitolo 1

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Il paesaggio scorreva velocemente fuori dal finestrino, cercai di mettermi un po' più comoda, senza riuscirci. Sbuffai e mi girai verso mia madre. "Quanto manca?" le chiesi, lei mi ignorò e continuò a leggere come a niente fosse. "Ho chiesto quanto manca!" Lei alzò lentamente lo sguardo "Lexy, non agitarti. Ti spiegherò tutto più tardi". Perché deve trattarmi da bambina?? Come può ancora fare così? Dopo tutto quello che è successo! "Mamma. Ti ho detto di non chiamarmi così, non come mi chiamava papà" abbassai lo sguardo, papà... Lui e mia madre hanno divorziato da solo una settimana e ancora non ci riesco a credere. Come è mai potuto succedere? Eppure io credevo che si amassero, sopra ogni altra cosa. Ma poi, mamma l'ha trovato a letto con la segretaria e allora è successo tutto. "Tesoro, guardami" alzai lo sguardo, lei mi sorrise amaramente e continuò "Stiamo andando dalla nonna, nella casa al mare. Sai, tuo padre si è tenuto la maggior parte dei soldi e non abbiamo un posto dove andare. Ma non ti preoccupare, vedrai che si sistemerà tutto" mi sorrise incoraggiante, ma sapevo che erano tutte menzogne per farmi star buona, ricambiai il sorriso con uno sforzo immenso. Continuai a guardare il panorama fuori finché non mi addormentai.
"Cosa? Ma che cosa stai dicendo? Ma te lo scordi, dopo avermi tradita con quella tr..." Mi svegliai malconcia, dove sono? Ah, sì, a casa della nonna. Mi alzai dal divano dove mi ero addormentata la sera prima, perché mia madre sta parlando al telefono? Con chi? Papà? Entrai nella cucina, dove c'era il telefono. "Fammi almeno parlare con mia figlia" disse una voce maschile dall'altra parte del telefono, mamma esitò. "È papà?" chiesi lentamente, "Lexy? Tesoro sei tu? Ah, bambina mia, quanto mi sei mancata! Io e la mamma abbiamo un po' discusso, ma presto risolveremo, ho capito di aver sbagliato. Ti prego, perdonami" Papà... "P-perché l'hai fatto, papà? Io mi fidavo di te, ti volevo bene, eri il mio eroe..." Pausa. "Lexy... Mi dispiace, rimedierò ai miei errori, te lo prometto. Tra pochi giorni vengo a prendervi. Ti voglio bene, Alexandra" Rimasi immobile, non mi aveva mai chiamata per nome, voleva dire che era davvero pentito. Mi girai verso mia madre, stava piangendo, come anch'io stavo facendo. Corsi ad abbracciarla e immersi la faccia nei suoi profumati capelli "Andrà tutto bene, mamma. Me lo dicevi sempre anche tu, vedrai che torneremo ad essere la famiglia che eravamo un tempo"
Quella notte non riuscivo a dormire così uscii e mi sedetti sulla sabbia, in riva al mare, la luna si specchiava sull'acqua, e nelle onde il mio riflesso mi guardava, perché il mondo è così difficile? Perché è tutto così complicato? Il mio riflesso continuò a guardarmi silenzioso mentre le lacrime mi solcavano il viso. No, non piangere, hai pianto fin troppo. Anche se questo mondo è ingiusto, devi resistere. Devi aiutare mamma, non è forte come sembra, anche lei ce la sta mettendo tutta. Devi impegnarti anche tu. Il mio riflesso annuì, e nello sguardo gli comparve una scintilla di determinazione. Devi essere forte.
Mi alzai e tornai dentro, con un nuovo obbiettivo: aiutare mia madre.
I giorni passarono in fretta e mio padre si presentò a casa, con un sorriso sul viso. Mia madre non era tanto allegra e io la capivo benissimo. Guardai severa mio padre e aiutai mia madre a portare le nostre poche cose nella macchina di mio padre. Durante il viaggio cercava di fare conversazione ma sia io che mia madre lo ignoravano, parlava allegramente di come andassero bene gli affari e di come avesse comprato una nuova casa e ogni tanto ci chiedeva qualcosa ma le sue domande cadevano nel vuoto. Alla fine rinunciò sospirando e si concentrò sulla guida. Lo guardai, sembrava più vecchio di quello che era, e le sue profonde occhiaie non aiutavano. Era stanco, triste e stanco. Povero vecchio, e io che non faccio altro che aumentare la sua tristezza. "Mi piacerebbe avere un cane..." provai a dire, per vedere la sua reazione. Lui subito si illuminò e non sembrava più un vecchio triste e stanco, ma un bambino che ha trovato un nuovo giocattolo nei regali di Natale. Sorrise e chiese "Che ne diresti se te ne regalassi uno? Domani sono libero, se vuoi andiamo al canile a cercarne uno che ti piace, ci stai?" Fui colpita da quella proposta, accidenti, ci tiene proprio a farsi perdonare. Sorrisi anch'io "Va bene".
Il giorno dopo andammo al canile, e ci nemmeno incontro il proprietario, con in mano un foglio che subito mio padre firmò, il proprietario disse "Bene, adesso questo canile è vostro, congratulazioni" e se ne andò. "Cosa?? Hai comprato il canile? Non ti sembra di esagerare?" Lui sorrise imbarazzato "Sai com'è, Lexy. Volevo farti felice" abbassò lo sguardo con le guance rosse, ho sempre pensato che mio padre fosse un bell'uomo, forte e responsabile, ma certe volte si comporta da bambino. "Papà, non dovevi, non era il caso comprarmi un intero canile, se continui così finirai tutti i tuoi soldi" lui sorrise raggiante e disse "Questo è quello che pensi tu, non sono mai stato così ricco. Te l'ho detto, gli affari vanno a gonfie vele" Sorrisi "Dai entriamo, dobbiamo ancora scegliere". Fece per entrare quando gli squillò il telefono e si fermò subito a rispondere "Pronto? Sì, sono io. Cosa succede? Come?? Tutti i miei... Non è possibile! Arrivo subito" mi guardò "Scusami... È importante..." Annuii "Va' pure" lui annuì a sua volta e si precipitò verso la sua macchina. Tornai a casa a piedi, mio padre non era tornato a prendermi e avevo aspettato fino troppo. Quando entrai in casa mia madre stava leggendo un libro, come sempre, e in cucina c'era una cuoca che cucinava. Mia madre mi salutò sorridendo, quel sorriso... è da tanto che non lo vedevo. "Che è successo, mamma?" le chiesi "Come mai sei così sorridente?" Lei allora ampliò il suo sorriso e disse "Sai, tuo padre..." "Avete fatto pace??" Lei sorrise "Oh, mamma! Sono così felice" la abbracciai forte "Te l'avevo detto che si sarebbe sistemato tutto" mi disse con un sorriso "Avevi ragione"
Quella notte mio padre non tornò.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 20, 2018 ⏰

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