1. PRISONER NUMBER 9454

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Mi guardai allo specchio cercando in qualche modo di sistemarmi i lunghi capelli castani che ricadevano disordinati sulle mie spalle. Spostai una ciocca dietro l'orecchio e mi avvicinai allo specchio scostando il viso a sinistra e a destra. Poco mascara allungava le mie ciglia.

-Aaah lo sapevo! Dovevo lavarmi i capelli stamattina!- sbuffai sconfitta e volsi lo sguardo verso il lavandino con l'intenzione di rinfrescarmiu il viso. L'acqua gelida contrastava con la mia pelle calda. Ero agitata per un motivo che non riuscivo a percepire chiaramente. Ormai erano 3 anni che facevo quel lavoro, curare le persone non doveva essere un problema! Eppure..

~Toc toc toc~

-Signorina Juliette, ha finito?- una voce rauca al di fuori del bagno mi spaventò; la guardia.

-Sisi! Un minuto ed esco!- mi sistemai il camice bianco lasciandolo aderire ai vestiti sotto. Presi la mia valigetta da lavoro e, prima di uscire fuori dal bagno, mi guardai un'ultima volta allo specchio.

-Almeno speriamo di far colpo con "L'oceano negli occhi"- ricordai le parole del mio collega, Ricardo. Lasciai sfuggire un sorriso - Oh ma andiamo.. su chi dovrei far colpo?! - scossi la testa dirigendomi verso l'uscita del bagno. Spinsi la maniglia verso il basso e aprii la porta in avanti ritrovandomi la guardia vestita con un completo blu scuro. Notai una pistola e un manganello legati saldamente alla sua cintura. Deglutii. Era la prima volta che curavo dei pazienti in un carcere. Non volevo farlo, ma ormai ero famosa a livello internazionale e, alcune volte, ero quasi obbligata ad accettare i pazienti. Mi avevano praticamente costretta a andare lì per curare un "malato" in carcere in cambio di un alta somma di soldi.

-Allora..  il paziente da visitare è il numero 9545- La guardia mi fece strada tirando fuori un mazzo di chiavi dalla tasca. Il suo capo calvo luccicava sotto le luci giallastre del luogo.

-Non ha un nome?- chiesi. Era davvero brutto identificare qualcuno con un numero.

-Non abbiamo rinvenuto alcun documento del carcerato 9545, oltretutto non sembra propenso a volerci aiutare. Non ha aperto bocca neanche una volta da quando è qui.. se non per ridere, piangere o urlare.

Percorremmo un lungo corridoio con estremità due porte in metallo. Mi sentivo così a disagio.. iniziai a desiderare di voler tornare indietro.

-Quindi, come mi avete detto per telefono, non mangia ne beve da 4 giorni? - chiesi volgendo lo sguardo verso di lui ma sembrava più impegnato a sbloccare la serratura di un enorme porta, affiancata da altre due guardie.

-Sì, esattamente. Sembra preso parecchio male. Comunque signorina...

-Juliette, mi chiami pure Juliette.- sorrisi.

-Ho una curiosità - ~Clack~ un rumore meccanico sbloccò la serratura - come fa, all'età di 23 anni, ad avere già tutta questa "fama"?

-Non saprei, ma probabilmente penso che mio padre abbia contribuito. - continuai a sorridere mentre la guardia si faceva strada fra gli stretti corridoi.

-Suo padre è a capo del Western Health se non erro, giusto? Immagino l'abbia imboccata da subito con bisturi e fili da sutura! - ironizzò.

-Già..- sorrisi per nascondere l'imbarazzo.

-Comunque siamo quasi arrivati, non si spaventi e non si preoccupi dei loro comportamenti. Alcuni di loro non vedono una figura femminile da anni, quindi si aspetti qualsiasi cosa. Non le faranno comunque nulla finché sono dietro le sbarre.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 14, 2018 ⏰

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