Era il primo Settembre dellanno 1977 ed io, Emma Knightley, mi stavo facendo largo tra spintoni ed imprecazioni in mezzo alla gremita folla di persone che quel giorno come di consueto, si accalcavano al binario 9 e ¾ per salire sull'Hogwarts Express. Una volta a bordo mi lasciai sfuggire un sospiro di sollievo per aver superato ancora una volta quell'ardua e apparentemente impossibile impresa.
"Hey, Emma!"
Spalle larghe, capelli indomabili ed una mascella marcata addolcita da un sorriso genuino contornato da adorabili fossette: James Potter era indubbiamente un bel ragazzo, ma soprattutto un amico leale ed un punto fisso da ormai quattro anni.
"James!"
Gli corsi incontro in modo goffo, facendomi largo nel corridoio del vagone troppo stretto per i miei bagagli. Strinsi il ragazzo in un abbraccio. Era più alto di come ricordavo a Giugno, pensai che probabilmente avesse raggiunto Sirius in altezza.
"Allora? Divertita quest'Estate?"
"La sperduta ed isolata campagna dello Yorkshire non è mai stata così avvincente devo dire. Te invece?"
"Il solito – e alzò le spalle con falsa indifferenza, sapevo bene che le vacanze di lui e Sirius erano un continuo trantran di alcool, feste e divertimento nella piscina di Villa Potter – saresti dovuta venire."
"Mia mamma, al solito. Ma dovrei esserci almeno per le vacanze di Natale."
Si lasciò sfuggire un mezzo sorriso e mi prese il baule per darmi una mano.
"Che cazzo ci hai messo qua dentro? Il piombo?"
Ma nonostante le lamentele, portò il mio bagaglio fino allo scompartimento che i Malandrini si ostinavano ad occupare fin dal loro primo viaggio ad Hogwarts, tra chiacchiere e risate. James sapeva mettere le persone a loro agio con la sua simpatia e semplicità che molto spesso nascondeva dietro una maschera, ma era solo un fragile adolescente alla ricerca di qualcuno che gli desse attenzioni e che sapesse guardare oltre quella corazza che mostrava ogni giorno con le sue bravate. Nonostante ogni sua singola azione fosse sotto gli occhi adoranti e non dell'intera Hogwarts, lui non sarebbe mai stato soddisfatto, perché le uniche attenzioni che stava disperatamente cercando non erano altro che quelle di una certa grifondoro dai capelli rossi, che per puro e semplice orgoglio non avrebbe mai ammesso di provare una certa simpatia per il malandrino.
Entrammo nello scompartimento, Remus e Sirius erano uno di fronte all'altro nel mezzo di una conversazione, ma tacquero non appena io e James varcammo la soglia.
"Remus, Black."
Dissi i loro nomi a mo di saluto e aprii le labbra in un timido sorriso per poi prendere posto di fianco al primo accennato, essendo che James si era seduto accanto a Sirius di proposito, rivolgendomi un piccolo sorriso ed un'occhiata complice. Avevo una piccola, anche se a pensarci ora piccola era un eufemismo, cotta per il licantropo, anche se non ero a conoscenza della sua natura al tempo, da almeno un anno e mezzo. Qualcosa in quegli occhi velati di tristezza, in quei modi pieni di garbo, nel carattere calmo e riservato mi aveva suscitato dapprima una certa curiosità, e successivamente un altro tipo di interesse, nei suoi confronti. La verità era che anche Lupin nascondeva un certo lato animalesco, e non mi riferisco alla sua licantropia, bensì a quando una sera lo vidi sorprendentemente sobrio a scatenarsi sulle note di Twist and shout nella sua camera, ed ammetto di essermi unita a lui dopo un attimo di perplessità, saltando a giro per la stanza e cantando a squarcia gola. Perché anche Remus aveva la sua indole un po' pazza, che non dava a vedere a tutti per un'intrinseca timidezza, ma era così inaspettata e travolgente, e lui sembrava così sereno e spensierato mentre cercava di imitare l'accento di Liverpool di Lennon e McCartney, lo vedevo dalla luce dei suoi occhi ed io, inevitabilmente, ne fui ammaliata.
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Emma
ФанфикDal primo capitolo: "La mia bellezza fa quest'effetto Knightley?" "La tua bellezza è direttamente proporzionale al tuo livello di deficienza se proprio vuoi saperlo." "Quindi stai ammettendo che sono bello e sei solo troppo orgogliosa per dirlo?" "N...