Capitolo Uno

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UNO

La penuria di pioppi metterebbe in crisi la vendita di camembert, che perderebbe così la sua storica confezione.

Il commissario Pasubio non ricordava più dove, come e quando avesse letto o ascoltato quella notizia, ma ora che gli era tornata in mente, forse per l'odore di muffa che aveva percepito entrando in Centrale, gli venne da sorridere.

I formaggi francesi gli piacevano, ma non avevano nulla a che fare con il bitto o la casera della sua Valtellina. Di questo era convinto, come era certo di chiamarsi Paolo.

Entrato nel suo ufficio, si avvicinò alla finestra per osservare la piazza sottostante. Lo faceva ogni giorno, come fosse un rito. Osservava i passanti, che a gennaio camminavano svelti, e i piccioni in cerca di qualcosa da mangiare. Ma in realtà la sua mente era altrove, persa in qualche mare del Sud, insieme a Corto Maltese e alle sue dame di compagnia. Il trillo del telefono lo riportò in Piazza San Sepolcro. Esposito, il centralinista, voleva passargli una telefonata, un certo signor Falchi lo cercava con insistenza. A Pasubio quel nome non ricordava nulla, ma poiché il piantone non riusciva a riprendere la linea, alla fine acconsentì a farselo passare.

"Commissario Pasubio?".

"Sì. Chi parla?".

"Sono Roberto Falchi. Ci siamo conosciuti circa un mese fa, nel convento di Padre Claudio. La vorrei incontrare di persona".

Di colpo a Pasubio venne in mente il personaggio.

"Può passare quando vuole in commissariato".

"Preferirei un luogo più riservato. Sarebbe disponibile a venire a casa mia? Gliene sarei infinitamente grato".

"Se lo ritiene proprio necessario...".

"In Piazza Belgioioso, al civico due".

"Passerò nel pomeriggio, verso le diciassette, le va bene?" rispose secco Pasubio.

"Benissimo. La ringrazio. A più tardi".

Il commissario appoggiò lentamente la cornetta e nel farlo cercò di ricordare meglio il soggetto. Non tanto fisicamente, perché la figura di Roberto Falchi, imponente e austera, gli era tornata in mente subito, ma cosa si fossero detti in quella serata natalizia.

Purtroppo le occasioni mondane non erano il suo forte, se mondana si poteva definire la serata passata nel salone delle feste del convento di Viale Piave la settimana prima di Natale. Chissà cosa doveva raccontargli di così riservato, si stava chiedendo Pasubio, mentre dalla porta dell'ufficio fece capolino Elena Lauria, l'esuberante vice da poco a Milano con la quale il poliziotto stava intessendo una profonda amicizia. I due si salutarono e l'uomo non mancò di studiarla con attenzione dalla testa ai piedi. La radiografia non sfuggì alla giovane collega.

"Mi sento osservata" sussurrò la donna arrossendo leggermente.

"Stavo solo ammirando il tuo vestito" disse lui con finta tranquillità.

"Ma se è lo stesso di ieri!".

Pasubio rimase perplesso. Ma no, pensò tra sé, ieri aveva la gonna e il girocollo nero, me lo ricordo bene.

"Paolo, ci sei?" cantilenò lei. "Ieri avevo la gonna e il dolcevita grigio topo" disse. "Volevo metterti alla prova! Ti sei arrabbiato?".

"Arrabbiato io? Ma figurati!". Abbozzò un sorriso. Rinfrancato, le chiese: "A che punto sei con l'indagine?".

"Ho un appuntamento con il dirigente del Super che mi dovrebbe consegnare altri documenti e i filmati delle telecamere. Comunque i due rapinatori anche questa volta avevano il volto coperto con calze di nylon e quindi i video probabilmente non ci aiuteranno ad identificarli. Questa è la terza rapina che sto seguendo. E siamo solo a gennaio. Tutte e tre a danni di supermercati. Incomincio a pensare che ad agire possa essere la medesima banda criminale".

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⏰ Last updated: Sep 21, 2018 ⏰

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Il caso FalchiWhere stories live. Discover now